Luigi Chiarello, ItaliaOggi 17/5/2012, 17 maggio 2012
Credito, il rating lo decide la storia «Il bilancio? Nel decidere se concedere credito a una piccola impresa, ormai per noi pesa poco più del 10%
Credito, il rating lo decide la storia «Il bilancio? Nel decidere se concedere credito a una piccola impresa, ormai per noi pesa poco più del 10%. Oggi, valutiamo la solidità e la solvibilità delle imprese in base a un nuovo modello di rating, basato su altri fattori. Primo fra tutti la cosiddetta componente andamentale. In sostanza, teniamo conto della storia familiare dell’imprenditore e misuriamo l’andamento dei movimenti sul suo conto corrente. Se sconfina o meno, se riesce a rispettare tutte le scadenze di pagamento ecc.». A rivelarlo ieri, nel corso della videoconferenza CreditoOggi, organizzata da ItaliaOggi, è stato Bruno Bossina, responsabile della direzione marketing small business di Intesa Sanpaolo. La videoconferenza è andata in onda sul canale Class Cnbc e, in streaming, è stata trasmessa sui siti internet di ItaliaOggi, Ipsoa e Banca Intesa (con oltre diecimila contatti computati) e ha visto oltre 85 sedi collegate sul territorio nazionale, in gran parte organizzate dagli ordini dei dottori commercialisti e dei consulenti del lavoro. Ma tornando al nuovo modello di rating per le piccole imprese inventato da Intesa Sanpaolo, Bossina spiega: «È basato su una componente quantitativa e su una qualitativa, che valuta la solvibilità dell’imprenditore». La probabilità di default dell’impresa, misurata dalla banca, risulterà attutita dalla presenza di garanzie sul credito fornite dal sistema confidi o dalla possibilità di accesso a un meccanismo di garanzia pubblico. E anche eventuali controgaranzie a copertura del confidi esposto verso l’impresa ridurranno la stima di una eventuale perdita attesa, che la banca prevede. Bossina conferma: «L’acquisizione di garanzie e controgaranzie facilita l’accesso al credito, man mano che il rating si abbassa. Nonostante ciò, solo il 5% delle aziende chiede di accedere al fondo centrale di garanzia o a garanzie confidi. Gli imprenditori temono di dare segnali negativi al mercato o di peggiorare il proprio rating. Ma questa visione è sbagliatissima». Discorso a parte meritano i crediti vantati dall’impresa verso la p.a. Il nuovo sistema di rating Isp, inserisce questi crediti nella componente andamentale dell’impresa; si tratta di crediti valutati a priori come «certi» dalla banca, ma con tempi lunghi di rientro. Attenzione, però; resta sottointeso che, nella valutazione della componente andamentale dell’impresa, rileva se il credito vantato sia verso una p.a. reputata affidabile o meno. In pratica, se il credito vantato dall’impresa è verso una Asl giudicata «fallita» o inaffidabile, allora questo verrà bollato come incerto o inesigibile. Comunque, la valutazione di Intesa San Paolo non si ferma qui. Nella componente qualitativa confluisce anche il portafoglio mobiliare dell’imprenditore persona fisica, su cui la banca potrà eventualmente rivalersi in caso di mancato rientro. I beni immobiliari di proprietà dell’imprenditore, invece, non vengono computati nel modello di rating, ma vengono tenuti in considerazione dalla banca, perché costituiscono un riscontro valido sulla solvibilità (o meno) del cliente.