Pierluigi Magnaschi, ItaliaOggi 16/4/2012, 16 aprile 2012
La Grecia non ce la fa proprio a restare nell’euro – Solo i tecnocrati di Bruxelles e di Francoforte che non hanno mai visto da vicino una famiglia normale, che non sanno che cosa si fa in un laboratorio artigianale e nemmeno in una fabbrica; che, fino a un certo punto della loro vita, erano impegnati a prendere dei master studiando su libri scritti da gente simile a loro (solo più vecchia) e che, dopo quel punto, si sono immersi negli acquari altoburocratici popolati da computer collegati con modelli matematici considerati esaurienti perché elaborati da gente come loro e che quindi ragionano come loro in un rapporto di consanguineità con esiti devastanti, solo i tecnocratici di Bruxelles e di Francoforte, dicevo, potevano pensare di fare entrare la Grecia nell’euro
La Grecia non ce la fa proprio a restare nell’euro – Solo i tecnocrati di Bruxelles e di Francoforte che non hanno mai visto da vicino una famiglia normale, che non sanno che cosa si fa in un laboratorio artigianale e nemmeno in una fabbrica; che, fino a un certo punto della loro vita, erano impegnati a prendere dei master studiando su libri scritti da gente simile a loro (solo più vecchia) e che, dopo quel punto, si sono immersi negli acquari altoburocratici popolati da computer collegati con modelli matematici considerati esaurienti perché elaborati da gente come loro e che quindi ragionano come loro in un rapporto di consanguineità con esiti devastanti, solo i tecnocratici di Bruxelles e di Francoforte, dicevo, potevano pensare di fare entrare la Grecia nell’euro. E poi, terrorizzati dalle difficoltà di staccare, da una comunità di 329 milioni di persone ad alto reddito, un paese da 11 milioni di abitanti a basso pil pro capite, si ostinano a tenere dentro l’area euro un paese che proprio non ce la fa a restarci. E, anziché studiare una via di uscita, con un calendario relativo e mezzi adeguati, cercano di tenere in vita un rapporto monetario con l’encefalogramma piatto, versando, nel serbatoio pubblico greco, che è clamorosamente bucato, imponenti quantità di risorse comunitarie che sono inevitabilmente subito disperse. Il fatto che le recenti elezioni politiche greche non siano servite a formare un governo e che quindi la Grecia sia stata costretta a indire nuove elezioni (che, ai fini della governabilità efficace, andranno ancora peggio di prima) dimostra che la Grecia, che è troppo a lungo vissuta al di sopra dei propri mezzi con imbrogli di ogni tipo, non ce la fa a rientrare nei ranghi. Non è che i greci non vogliano fare i sacrifici necessari. È che, a moneta costante, non ce la fanno proprio a farne di più di quanti ne stanno facendo. D’altra parte, come volete che risponda un operaio che prende 700 euro al mese, quando si sente dire che il suo sacrificio non basta ancora? E come volete che, irrazionalmente certo, rispondano i greci (quelli veri, in carne e ossa, non quelli che sono rappresentati dagli istogrammi colorati) quando queste prediche (in teoria giuste) gliele fa la Germania? Il minimo che possano pensare è che la Germania che non è riuscita a sottomettere la Grecia con le armi, adesso tenta di farcela con la moneta cosiddetta comune. Purtroppo possono essere mandati a casa, con le elezioni, i politici. Mentre gli eurocrati super pagati che hanno fatto (o non impedito) il disastro, quelli, sono inamovibili.