Andrea Scarpa, Vanity Fair n. 20 23/5/2012, 23 maggio 2012
«Cinica fabbricante di illusi». «Burattinaia di poveri cristi». Quella che tanto tempo fa era soltanto la moglie di Maurizio Costanzo è, da anni ormai, la donna più seguita, amata e potente della Tv italiana, ma anche la più insultata
«Cinica fabbricante di illusi». «Burattinaia di poveri cristi». Quella che tanto tempo fa era soltanto la moglie di Maurizio Costanzo è, da anni ormai, la donna più seguita, amata e potente della Tv italiana, ma anche la più insultata. E i due giudizi elencati sopra non sono i più duri tra quelli espressi sul suo conto. Forse se li fa scivolare addosso, o forse no, di sicuro Maria De Filippi va dritta per la sua strada: il 18 e 19 maggio, dall’Arena di Verona, guida il gran finale dell’undicesima edizione del talent show Amici, dopo aver condotto in questa stagione Uomini e donne, C’è posta per te, Italia’s Got Talent. Tutti in onda su Canale 5, tutti successi. Il contratto che la lega a Mediaset scade a giugno, e nelle ultime settimane si è parlato con insistenza di un suo possibile passaggio a Sky. Eventualità che Piersilvio Berlusconi ha commentato come «fantamercato». Allora, va o resta? «Incontrerò Piersilvio dopo la chiusura di Amici. Con lui ho un rapporto vero e diretto: sentirò quello che ha da dirmi, gli parlerò, e poi vedremo. Non nego di aver avuto contatti con Sky, ma per ora non considero la loro offerta un’alternativa a Mediaset, che è un’azienda dove ho sempre lavorato bene». Per quale motivo potrebbe decidere di traslocare? «Me ne andrei se, a parità di mezzi, mi rendessi conto che con Piersilvio non c’è più sintonia perfetta e fiducia piena». E se le offrisse anche il Grande Fratello? «Non accetterei: è un programma che ha meccanismi troppo rigidi per me». Berlusconi paga a Ibrahimovic, ogni anno, 9 milioni di euro netti. A lei? «Molto, molto meno». Michele Santoro e Carlo Freccero si sono proposti come direttore generale e presidente della Rai. Se lo diventassero lavorerebbe per loro? «Perché no? Non ho mai avuto niente contro la Rai: semplicemente, nessuno mi ha mai offerto qualcosa. Solo durante il mio primo anno di Tv in assoluto, quando facevo Amici il sabato pomeriggio (era la prima versione del programma, un talk sui temi giovanili, con la De Filippi autrice e, solo dalla seconda edizione, quella del 1992-1993, conduttrice al posto di Lella Costa; nel 2001 iniziò il talent, che solo per il primo anno si chiamò Saranno famosi, ndr), mi proposero un programma su Raiuno, e Mixer giovani con Minoli. Con lui stavo per firmare, ma intervenne Confalonieri». E a La7 andrebbe? «Non mi piace l’aria snob che c’è lì. Mi vedono come l’Anticristo, perché dovrei andare e sperare che cambino idea? Su di me ci sono troppi pregiudizi». Per esempio? «Non capisco perché i ragazzi di X Factor passino per fenomeni e quelli di Amici per coglioni, quando i dati delle vendite dimostrano che sono tutto fuorché cretini. Se da domani trasformassi Uomini e donne e lo facessi identico a In mezz’ora di Lucia Annunziata, tutti continuerebbero a scrivere di tronisti. Ho avuto Vecchioni e Fassino ad Amici, sono stati sommersi di critiche per aver accettato: perché? E perché invece Travaglio, che fa anche spettacoli teatrali e avrebbe potuto benissimo giudicare i ragazzi, ha detto no al mio invito? Io non ho pregiudizi, gli altri forse». Che cosa sconta? «L’appartenenza a Mediaset, e il fatto di fare programmi nazionalpopolari». Proprio su La7, Sabina Guzzanti l’ha presa di mira con uno sketch su Gesù – criticato da Avvenire – per spiegare, sue testuali parole, «che Maria De Filippi è in grado di rendere squallida qualunque storia, è una donna che rappresenta il simbolo dell’involuzione della specie». «Maurizio conosce Sabina: in Ovidio, una sit-com, erano padre e figlia, e anni fa le ha anche prodotto uno spettacolo. Siccome con lei è acritico, faccio lo stesso anch’io. Ho saputo che fa corsi di satira dove mi attacca ferocemente, e dice che per essere efficaci bisogna trovare qualcuno da odiare. Dica quello che vuole: io non la odio. Ai tempi di Avanzi, mi faceva anche ridere». Come va a casa con Costanzo? Adesso è diventato il «marito di». «Sa farmi incazzare come poche persone al mondo, ma fra noi nulla è cambiato: il capo è sempre lui. Fa meno Tv, ma si dedica ad altre cose con lo stesso entusiasmo. Spero di arrivare all’età di Maurizio con il suo equilibrio». In Tv che cosa guardate? «Lui tutti i talk, e Santoro lo guardiamo insieme, io Grey’s Anatomy e i film». Anche per lei un certo tipo di esposizione potrebbe finire. «Ho visto come è cambiata la sua esistenza, come lui l’ha saputa riorganizzare. È anche grazie a Maurizio se cerco di fare una vita normale». Ci riesce? «Ci provo. Il mio lavoro, che è bellissimo, può isolarti, farti “sbroccare”, e io non voglio che accada. Per questo frequento sempre i vecchi amici. I rapporti nati sul lavoro sono diversi». Quando ha saputo che dietro le quinte di Amici era iniziata una storia tra Belén Rodriguez e Stefano De Martino? «Le voci giravano da qualche giorno. Quando ho visto un insolito movimento di fotografi, sono andata da Stefano. Lo conosco da quando aveva 19 anni, siamo in confidenza, mi ha detto subito la verità». Che idea si è fatta di Belén? «È una professionista scrupolosa, non punta solo sulla bellezza. Simpatica, intelligente, capace di scelte coraggiose, o spudorate, dipende dai punti di vista. Certo, fa una vita assurda: sempre braccata da fotografi e giornalisti. Per me è da marziani, per lei normale». La storia ha fatto bene ai vostri ascolti. «Amici è un programma di successo e i dati lo confermano, nonostante la collocazione del sabato sera. Nell’ultima stagione ha vinto con tutti i competitor di Raiuno, e credo che questo sia avvenuto indipendentemente dall’apparizione di Belén, che dura al massimo tre minuti su tre ore di diretta. E poi, se pensassi solo agli ascolti avrei potuto specularci, cosa che non ho fatto». Il ministro Fornero si è detta offesa, come donna, nel vedere Belén in Tv con lo spacco e la farfallina. «Una dichiarazione esagerata: credo sia meglio che il ministro si occupi di altro. Non mi sembra che le donne in Tv siano rappresentate dalla farfallina di Belén». E di Monti e il posto fisso noioso, che pensa? Lei dopo la laurea in Giurisprudenza provò a entrare in magistratura. «Che possa essere noioso è vero, che possa essere una soluzione di vita concreta, anche. Per me lo sarebbe stato. Non ho superato il concorso, però». Fra le sue tante creature, di chi è più orgogliosa? «Alessandra, Emma, Annalisa, Pierdavide, Marco: sono in tanti. Mi è spiaciuto che ad Amici Valerio e Virginio siano stati eliminati». Con questi giovani è diventata la donna più potente della discografia italiana. «Ho visto i discografici lavorare così male con i ragazzi che alla fine mi sono imposta di seguirli io, personalmente. Li prendevano, li usavano per un paio di mesi e poi li mandavano a casa con un calcio nel culo». Come successe nel 2001 a Dennis Fantina. «Sui giornali mi dipinsero come la stronza che crea illusioni. Lui stesso poi mi ha dato la colpa del suo fallimento, ma io non mi sono sentita in colpa: semplicemente, mi sono detta che la storia non doveva ripetersi. Ecco perché oggi cerco di dare ai ragazzi buoni consigli, anche contro la volontà delle loro case discografiche. E loro, sapendo che non ho interessi economici, si fidano di me». Vuole dire che li segue gratuitamente? «Certo. Non prendo un euro dai loro prodotti discografici e, finché lo vorranno, io per loro ci sarò. Per me è troppo importante che non finiscano male: non voglio più leggere che li ho mollati». Suo padre è morto nel 1995: che cosa avrebbe detto dei suoi programmi di oggi? «Uomini e donne non gli sarebbe piaciuto, è quello che non va giù neanche a mia madre. Invece avrebbe apprezzato C’è posta per te e Italia’s Got Talent». Era un fascista: oggi per chi voterebbe? «Di sicuro non per il Pd». E lei? Mi risulta che negli anni abbia votato liberale, repubblicano, socialista e Rifondazione. «Credo che oggi mi asterrei». Berlusconi lo ha mai votato? «Mai. Ma va anche detto che negli ultimi anni mi sono astenuta». Grillo lo voterebbe? «Dipende da che cosa farà». Nel 1995, Rutelli celebrò il suo matrimonio. A Roma, nel 2008, ha votato per lui o per Alemanno? «Per nessuno dei due». È vero che da giovane era scapestrata? «Sì, ne ho combinate davvero tante. Se uscivo con gli amici, per smollare i freni inibitori bevevo tantissimo. I miei weekend a Cervinia erano pieni di Negroni, vodka lemon e tequila boom boom. Oggi sono astemia. Smisi quando un giorno, al bar delle guide dove andavo ogni sera, ordinai un caffè. Il barista mi chiese se volevo la correzione: erano le 11 di mattina». Le è capitato di guidare da ubriaca? «Ho fatto tutto quello che oggi, a mio figlio Gabriele (21 anni, ndr), dico di non fare. Tranne fumare una canna, ma solo perché non me l’hanno mai offerta. Altrimenti l’avrei accettata». Scapestrata anche dal punto di vista sessuale? «No. Baciavo molto, mi divertivo, facevo la cretina, ma non andavo mai oltre, se non volevo. Sono stata educata in maniera severa, mio padre era un bacchettone. Da piccola volevo addirittura fare la suora, pregavo sempre. Poi mi passò». Oggi crede ancora? «Sì. Ma non posso andare in chiesa perché sono sposata con un uomo divorziato. Al matrimonio di mio fratello, dopo avermi confessata, il prete mi negò il permesso di fare la comunione. È una cosa che patisco molto». Pietro, l’otorino di Pavia con cui è stata fidanzata sette anni, l’ha mai tradito? «Sì, e forse anche lui l’ha fatto. Già dopo un paio di anni avevo capito di non essere innamorata, ma ci abbiamo messo tanto per lasciarci: in provincia i tempi sono più lunghi». L’ultimo uomo che l’ha corteggiata? «Italiani, nessuno. Avranno paura». E stranieri? «Quando Dustin Hoffman è venuto ad Amici, mi ha riempita di complimenti. Mi ha fatto piacere, ovvio. Ma giuro che nessuno ci prova da anni. Si vede che non piaccio». Con tutta la carne che le gira intorno, non le è mai venuta voglia di un ragazzo-giocattolo? «Gli occhi per guardare ce li abbiamo tutti, ma sono giovanissimi. Anche se mi viene in mente, mi passa dopo un secondo: ho cinquant’anni». Appunto, non ottanta. «Lo so, ma loro ne hanno venti. E mio figlio ne ha ventuno. Ogni volta che incontro Gabriel Garko penso di non aver mai visto un uomo più bello, ma non è che vada a letto pensando a lui». A cinquant’anni il sesso fa parte della sua vita? «In modo normale, senza pensieri perversi. Alla mia età penso di aver raggiunto un equilibrio. Quando entrerò in menopausa, cosa che ancora non è successa, spero di non avere gli scompensi di certe coetanee». Eppure c’è chi è convinto che lei abbia una passione per il sadomaso. «Nella vita o a letto?». Nella vita e a letto. «Nella vita, e sul lavoro, sono più masochista che sadica. Mi faccio sempre un gran culo. Sessualmente sono una pippa, tutt’altro che una virago. Normalissima, direi basica». Anche perché suo marito ha 23 anni più di lei. «Guardi che Maurizio non è decrepito. E poi fisicamente non è cambiato granché. Quando l’ho conosciuto avevo 28 anni, e lui non è che avesse gli addominali scolpiti. Semmai mi sono inflaccidita io». Sembra in forma, però. «Maschero bene. Gioco a tennis. Purtroppo, anche se mangio bene, produco tanto colesterolo. A 50 anni i cambiamenti sono tremendi: la pelle si trasforma». Sta pensando a un ritocchino? «Nulla in contrario, ma ho paura di svegliarmi con una faccia diversa. Se avessi la certezza di migliorare senza cambiare connotati, farei subito qualcosa. Ma se quello sbaglia e non mi riconosco più?». Lei è mamma adottiva di Gabriele. Perché non ha avuto figli naturali? «Non sono rimasta incinta: Maurizio aveva gli spermatozoi lenti. Per un po’ abbiamo pensato all’inseminazione, ma alla fine ho cambiato idea, non mi andava di forzare la natura. E abbiamo adottato». Sarebbe favorevole a una legge che permettesse alle coppie gay di adottare? «Certo. Di sposarsi, anche. E vorrei che potessero adottare i single». Il difetto che non è riuscita a correggere? «Cammino malissimo. Se potessi cambierei la mia voce, che è orribile: mia madre ce l’ha identica. E imparerei l’inglese. Non so una parola». Quando smetterà di fare Tv? «Quando sarà il pubblico a volerlo, e sicuramente ci sarà un momento in cui lo vorrà. Spero che, a quel punto, non andrò in giro a pietire di lasciarmi continuare». Prima, che cosa le piacerebbe fare? «Andare a New York. Non ci sono mai stata perché ho paura di volare, mi prende la tachicardia. In generale non mi piace partire, penso sempre: se poi c’è bisogno di me e non ci sono, che cosa succede? In questi anni ho sviluppato paure di ogni tipo: in auto ho il terrore dei ponti, e dei camion». Guida lo stesso? «Mi sforzo. Ma solo accompagnata: conosco i miei limiti. Se adesso, per esempio, dovessi andare da Roma a Milano da sola, non ce la farei mai». Costanzo era amico di Giovanni Falcone. Nel maggio del 1993, un anno dopo la morte del magistrato a Capaci, anche a lui venne teso un attentato, a Roma, in via Fauro. In auto eravate seduti insieme. Come ha superato quell’esperienza? «Con un lungo periodo di ipnosi. Avevo paura di tutto. A un certo punto mi feci promettere da Maurizio che non avrebbe mai più parlato dell’argomento». Che cosa deve dimostrare a se stessa? «Tutto, sempre. Non c’è cosa che io faccia, neanche la più ripetitiva, che non mi faccia venire l’ansia. Viene il personaggio importante? Temo di sembrare deficiente con le domande che faccio. Sono una secchiona molto agitata». L’equivoco più brutto sul suo conto? «Mi fa male sapere che qualcuno mi giudichi cinica. Io penso di aver rispetto per la gente». Il progetto di fare con Bonolis l’edizione italiana dei Grammy diventerà mai realtà? «Mi piacerebbe, ma è praticamente impossibile. In Italia un cantante o è premiato o non partecipa. Se invito Vasco e Ligabue, e premio Vasco, se la immagina la scena? E non voglio che diventi come i Wind Awards, dove tutti prendono qualcosa». All’Arena di Verona lavorerà con Gianmarco Mazzi, ex direttore artistico di Sanremo. Prenderebbe il suo posto? Condurrebbe il Festival? «D’istinto direi no: mi fa paura. Ma non si sa mai». Dopo la sua trionfale rielezione a sindaco di Verona, FlavioTosi ha detto che chiederà a Maroni di suonare l’organo all’Arena durante la finale di Amici. «Non succederà mai. E sa una cosa? Maurizio mi ha detto che sarò distratta dal pubblico e finirò per pensare meno a quelli che stanno a casa. Che urlerò, e diventerò fastidiosa. Temo che abbia ragione». Pensa mai a quando suo marito, fra cent’anni, non ci sarà più? «No. Perché per me sarà veramente un disastro, come quando è morto mio padre. Da questo punto di vista non sono molto cresciuta. Maurizio è più realista, spesso ne parla, e mi fa diventare matta. Non lo voglio sentire. Lui è un malinconico di natura, gli piace esserlo, e così si diverte a dire cose come “quando non ci sarò più”, oppure “tu sarai la persona che mi terrà la mano fino all’ultimo momento”. Sarà terribile. Non voglio pensarci». Andrea Scarpa