Michelle Goldberg, Vanity Fair n. 20 23/5/2012, 23 maggio 2012
Dal giorno in cui 12 anni fa Melinda Gates e suo marito Bill hanno creato la Gates Foundation, la più grande organizzazione filantropica al mondo, Melinda ha viaggiato moltissimo
Dal giorno in cui 12 anni fa Melinda Gates e suo marito Bill hanno creato la Gates Foundation, la più grande organizzazione filantropica al mondo, Melinda ha viaggiato moltissimo. «La si può incontrare in mezzo a un campo con un gruppo di donne, seduta su una stuoia, sotto un albero o in una capanna, ma si ha sempre l’impressione che si trovi nel suo elemento, a suo agio», dice Gary Darmstadt, direttore del settore della salute familiare per il programma di salute globale della fondazione. In occasione di una visita di verifica dei programmi di vaccinazione nelle più sperdute cliniche dell’Africa subsahariana, a Melinda Gates è capitato spesso di chiedere alle donne che incontrava di che altro avessero bisogno. Molto spesso, dice, il succo dei loro discorsi è la contraccezione. «Mi è capitato di incontrare una ventina di donne sedute su una panchina, e tutte insieme hanno subito cominciato a parlare dicendomi: “Come vorrei che mi rifacessero l’iniezione. Tre mesi fa, proprio in questa clinica, mi hanno fatto un’iniezione. Sono tornata la settimana scorsa, purtroppo l’iniezione non c’era, ma ci riprovo oggi”». Le donne stavano parlando del Depo-Provera, un farmaco molto popolare in numerosi Paesi poveri perché la somministrazione avviene solo quattro volte all’anno e perché, se necessario, l’assunzione può avvenire di nascosto da mariti poco collaborativi. Melinda Gates ha scoperto che molto spesso l’iniezione contraccettiva, proprio come altre forme di controllo delle nascite, si esaurisce in fretta nelle cliniche dei Paesi in via di sviluppo per mancanza di finanziamenti e per problemi di fornitura. Queste donne le raccontano di aver lasciato le loro fattorie e di aver camminato per ore, a volte con i figli piccoli al seguito, spesso all’insaputa dei mariti, nella vana ricerca dell’iniezione miracolosa. «Sono rimasta scioccata dall’impeto con cui cercavano ciò che desideravano». 120 MILIONI DI DONNE In seguito a quegli incontri, Melinda Gates ha preso una decisione che potrebbe lasciare il segno in tutto il mondo: «Il mio obiettivo è mettere la pianificazione familiare all’ordine del giorno a livello globale», spiega seduta in un ufficio della Gates Foundation, il quartier generale (oltre 80 mila metri quadri) nel centro di Seattle, due ariosi edifici a forma di boomerang illuminati da luce naturale. È stato proprio qui, verso la fine dell’anno scorso, che ha annunciato, tra gli applausi entusiasti di tutto lo staff presente, il nuovo programma sulla contraccezione. Ora la fondazione, il cui valore ammonta a quasi 34 miliardi di dollari, sta passando all’azione. A luglio è prevista una collaborazione con il governo britannico per co-finanziare un summit mondiale di leader a Londra e avviare la raccolta di 4 miliardi di dollari, la somma prevista per consentire a 120 milioni di donne di accedere alla contraccezione entro il 2020. Con una mossa che potrebbe interessare da vicino anche le donne americane, la fondazione destinerà finanziamenti alla ricerca sulla contraccezione, in modo da favorire l’individuazione di metodi contraccettivi innovativi. In ultima analisi, Melinda Gates nutre la speranza di spronare la formazione di un movimento globale. SFIDA ALLA FEDE Nonostante la profonda motivazione, la decisione di scendere in campo non è stata semplice. In primis, l’ex manager della Microsoft si è sempre tenuta lontana dalla ribalta. La prima volta che ha accettato la pubblicazione di un suo profilo su una rivista è stato nel 2008, 14 anni dopo il matrimonio, quando ha parlato del lavoro svolto alla fondazione con Fortune. «Prima ero restia a raccontare dei programmi della fondazione, perché i figli erano ancora piccoli e desideravo proteggere la mia vita familiare». Ma tutto il suo lavoro si basa soprattutto su una profonda fede cattolica, fede che ha sempre animato il suo lavoro. «Abbiamo deciso che, in veste di fondazione, non avremmo mai dato supporto all’aborto perché non riteniamo opportuno finanziarlo», dice. Da sempre è in disaccordo con la posizione assunta dalla Chiesa sulla contraccezione. Tuttavia, dopo uno scrupoloso esame di coscienza, alla fine si è decisa a sostenere la causa in prima persona. «Ho dovuto lottare non poco contro il mio stesso credo personale», spiega. La sfida agli insegnamenti della Chiesa, aggiunge, è stata difficile, anche se a suo avviso è stata moralmente necessaria. «Altrimenti non perseguiamo affatto l’altra missione insita nel messaggio cattolico, ovvero la giustizia sociale». Melinda Gates ritiene che, concentrandosi sulla vita di donne e bambini e dando importanza al fatto che il programma non prevede un controllo coercitivo della popolazione né l’aborto, tutte le polemiche sui programmi internazionali di pianificazione familiare potranno essere minimizzate. Le cifre parlano chiaro. Ogni anno 100 mila donne muoiono di parto dopo una gravidanza indesiderata, mentre 600 mila bambini nati in seguito a gravidanze non volute muoiono nei primi mesi di vita. «È convinta del fatto che si tratti di un’emergenza sanitaria», afferma Melanne Verveer, ambasciatrice itinerante degli Stati Uniti per le problematiche femminili globali. «Spera, e io con lei, che le persone di diversi schieramenti politici riusciranno a trovare un accordo comune su questo problema». SENZA ORMONI Non sarà facile. Il suo primo discorso alla conferenza TEDxChange, a Berlino agli inizi di aprile, è stato stroncato dalla stampa cattolica di destra e sui vari blog di cattolici conservatori. «Melinda Gates promuove l’aborto e attacca i cattolici», recita un titolo su LifeNews.com. Sulla rivista britannica Catholic Herald, Francis Phillips ha avuto toni più moderati: «È sempre una delusione quando un personaggio pubblico, pur proclamando fedeltà ai principi della Chiesa cattolica, dichiara gli insegnamenti della stessa Chiesa sbagliati per questioni morali». Un tempo l’iniziativa volta all’accesso al controllo delle nascite era trasversale a tutte le forze politiche, un argomento preso in serissima considerazione ai massimi livelli del governo americano. Ma ciò accadeva prima che la politica americana subisse profonde trasformazioni in seguito a 30 anni di conflitti ideologici su sesso e riproduzione. Questa politicizzazione ha messo in crisi la leadership americana nell’ambito della pianificazione familiare, peraltro mai sostituita in toto da nessun altro Paese. Durante i suoi viaggi Melinda Gates ha scoperto ciò che definisce un «clamoroso buco: per quanto riguarda la contraccezione, nessuno sta davvero operando in modo collaborativo». Parte di ciò che Melinda Gates spera di ottenere è ricreare l’ampio consenso di un tempo attorno alla pianificazione familiare globale, ma in un modo che sia imperniato sulle esigenze delle donne piuttosto che sui semplici dati demografici. «Il discorso verte tutto sulla possibilità di dare alle donne il pieno accesso alle informazioni, in modo da consentire loro di operare decisioni consapevoli», afferma con forza. «E se uno guarda a quanto accade dal punto di vista demografico come conseguenza di tale scelta, è evidente che si otterranno proprio i risultati sperati». Attualmente la fondazione sta finanziando una ricerca su contraccettivi che le donne possono iniettarsi da sole, evitando così viaggi onerosi per raggiungere le cliniche. Consapevole del fatto che numerose donne rifiutano l’assunzione orale delle pillole contraccettive a causa degli effetti collaterali, la fondazione sta investendo molto in una ricerca che ha come oggetto un contraccettivo senza ormoni. Una delle tante «idee pazze che popolano i nostri sogni», afferma, «è la possibilità di creare un dispositivo impiantabile controllato in tutta autonomia dalla donna stessa. Un qualcosa in grado di durare per l’intera vita riproduttiva». In altre parole, un dispositivo che la donna possa attivare e disattivare a piacere, e che non necessiti di essere rimosso. BENEDETTA DALLE SUORE Per i più conservatori, questa è certo una prospettiva terrificante. Ma Melinda Gates si consola con il fatto che anche se la gerarchia ecclesiastica e le frange più tradizionaliste non sostengono il suo operato, molti cattolici comuni lo fanno. Durante il suo intervento al TEDxChange, ricordando il liceo cattolico di Dallas che ha frequentato, ha parlato delle suore Orsoline sue insegnanti come di persone che «hanno fatto del servizio e della giustizia sociale una loro priorità». Grazie al lavoro svolto con la fondazione «sono convinta di mettere in pratica la lezione che mi hanno impartito con il loro esempio». Dopo nemmeno un’ora dal suo rientro in albergo, racconta di aver ricevuto un loro messaggio. «È stato fantastico», prosegue con voce commossa. «Mi hanno detto: “Siamo tutte con te. Sappiamo che è stato un argomento spinoso da trattare, ma siamo convinte che quanto fai è conforme ai valori cattolici”. È difficile, per me, spiegare quanto sono state importanti queste parole». Michelle Goldberg