Il Sole 24 Ore 17/5/2012, 17 maggio 2012
LE IRRAZIONALI VALUTAZIONI DEI BUND TEDESCHI - È
difficile dire quanto i titoli di Stato dei Paesi europei scontino le probabilità di un fallimento e quanto quelle di un ritorno alle antiche valute nazionali. Il secondo fattore sembra tuttavia preponderante adesso. E pertanto si spiegherebbe l’ampio premio dei Btp e dei Bonos spagnoli e l’altrettanto ampio sconto del Bund. Al rendimento dell’1,45%, il decennale tedesco sembra denominato in Deutsche Mark. In ogni caso, i prezzi dei Bund sono troppo alti. Si può sostenere che i titoli di Stato tedeschi fungano da bene rifugio in questa crisi dei debiti sovrani. Ma, se così fosse, non si capirebbe perché il decennale debba rendere 30 centesimi meno del Treasury americano e il titolo a 5 anni lo 0,52%, la metà del tasso Bce: quando il comparabile titolo Usa è allo 0,74%, tre volte più del tasso Fed, e, stando ai prezzi dei Cds, incorporerebbe un rischio di fallimento che è meno della metà di quello del Bund (46 punti contro 95).
I prezzi dei bond tedeschi non si giustificano nemmeno immaginando un ritorno al marco. Perché se è vero che dopo l’eventuale implosione dell’euro il Tesoro italiano rimborserebbe i suoi titoli in lire (svalutate), quello tedesco non avrebbe convenienza alcuna a rimborsarli in marchi, ma sempre in euro, o in un cambio equivalente che sarebbe comunque più basso di quello di un marco redivivo. C’è chi comincia a ragionare in questo senso e il fatto che lo spread tra Gilt e Bund e pure tra T-Bond e Bund si sia ridotto da qualche giorno è forse il segnale di un ripensamento. Se la tendenza proseguisse, dovremmo assistere anche a un indebolimento dell’euro sul dollaro: forse fino a 1,20, come stimano alcuni analisti.