Davide Vecchi, il Fatto Quotidiano 17/5/2012, 17 maggio 2012
BARBARI AL POTERE DI UN CARROCCIO AZZERATO
Nessun complotto ma la magistratura sia rapida”. In serata è Roberto Maroni a commentare la sorte che, dopo il Cerchio Magico, è toccata anche a Umberto Bossi. Il Capo è stato presidente onorario per un giorno, la parabola del clan di Gemonio si è completata, ma per quanto l’ex titolare del Viminale possa sentirsi sicuro di essere ormai il futuro capo del Carroccio, deve preoccuparsi di cosa rimarrà nella sua Lega: al primo turno delle amministrative ha vinto solamente Flavio Tosi a Verona e domenica al ballottaggio degli oltre cento ex comuni leghisti pochi rimarranno in mano al Carroccio. A Cantù, ad esempio, è già considerato un miracolo che Nicola Molteni sia arrivato al secondo turno. Mentre nella Genova di Francesco Belsito il partito invita a disertare le urne. Maroni deve aspettare la riunione di lunedì e valutare su cosa assemblare la nuova Lega. Il presidente onorario Umberto Bossi è durato in carica appena un giorno. Anche lui colpito dagli avvisi di garanzia, “trascinato dalle persone di cui si fidava” per dirla con Matteo Salvini.
I BARBARI Sognanti ieri hanno esultato. A Radio Padania alle 15.30 è passata persino “Vaffanculo” di Marco Masini, poco dopo il notiziario che annunciava gli avvisi di garanzia. E anche la Padania, che fino a un mese fa non metteva neanche gli appuntamenti pubblici di Maroni, ora è totalmente schierata con l’ex titolare del Viminale. I colonnelli sul territorio esultano ma senza mostrarsi troppo, perché ancora non è finita. E soprattutto perché ieri è stato il giorno della necessaria difesa del padre fondatore del movimento e mai prima d’ora i messaggi di solidarietà sono suonati come addii. “Conosco Bossi da una vita e sono certo, ultracerto della sua buona fede, ha commentato Maroni. “Ho visto dare da Bossi alla Lega tutta la sua intelligenza, tutto il suo genio politico, tutte quelle che erano le sue risorse, anche economiche, tutte le sue energie, al punto di essere arrivato ad un passo dalla morte, e nulla potrà modificare la stima e l’affetto che provo per lui”, ha concesso Roberto Calderoli. Insomma Bossi ha dato tutto. Del movimento qualcuno ha speso anche i fondi e per le procure che indagano sulla gestione allegra dell’ex amministratore, Bossi sapeva che dal movimento i soldi andavano anche alla sua famiglia, The Family. In particolare alla moglie Manuela Marrone per la scuola Bosina e poi ai figli Riccardo (di primo letto), che a Belsito mandava la lista della spesa tra noleggi auto e svariate multe, e Renzo il Trota, laureato in tempi record in Albania tra mille altre impegni. Oggi, ad esempio l’erede del Senatùr è in Marocco. È passato da Londra a Marrakech in pochi giorni, con tappa a Milano lunedì per il cambio valigie. Martedi mattina è partito da Malpensa assieme alla fidanzata, all’amico Alessandro Uggeri, compagno dell’ex assessore regionale allo sport Monica Rizzi, badante del Trota durante la campagna elettorale del 2010, e anche lei indagata (ma dalla Procura di Brescia) per una presunta laurea falsa e ora a Marrakech. Renzo fa sapere che ora “finalmente potrò difendermi”, mentre l’amico Uggeri via sms commenta: “Finirà tutto in nulla, penso sia una montatura”.
MA QUESTI sono gli ultimi vagiti di un partito ormai morto, quasi completamente estinto per autodistruzione. Maroni sta tentando di far rinascere da qui una “Lega 2.0”, anche se l’intento sembra impossibile. Poche ore prima della notifica degli avvisi, il Barbaro Sognante Bobo rinnovava su facebook la volontà di ripulire il Carroccio. “Per faccendieri, ladri e ciarlatani non c’è posto nella Lega del futuro”. Ma lo aveva già detto ai suoi lunedì scorso a Verona, appena incassata la vittoria di Flavio Tosi al primo turno: “Le indagini non sono ancora concluse, dobbiamo aspettare”. Certo il Cerchio magico sembra essere sparito nel nulla. Rosi Mauro non si fa vedere più per Gemonio ed evita anche la casa romana che il Senato le aveva dato in uso in via dei Chiavari. Marco Reguzzoni, l’ex capogruppo a Montecitorio e acerrimo nemico di Maroni, veleggia distante persino dalla sua abitazione di Busto Arsizio alle porte di Varese, diventata ombelico della nuova Lega. Manuela Marrone è sparita anche dalla Bosina e l’ultima intervista rimane quella del 2001, quando raccontava di aiutare “Umberto crescendo i bambini”. Renzo è in vacanza. A chi gli chiede se al suo ritorno verrà espulso, Roberto Maroni risponde: “Non lo so”.