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 2012  maggio 17 Giovedì calendario

Spese folli in Sicilia La Regione assume i “camminatori” - Il welfare alla siciliana dà una speranza a tutti

Spese folli in Sicilia La Regione assume i “camminatori” - Il welfare alla siciliana dà una speranza a tutti. Il modello era emerso nella sua sferica perfezione poco più di un mese fa quando l’assessorato regionale ai Beni Culturali aveva deliberato l’assunzione di cinquantacinque addetti alla sorveglianza dei musei palermitani. Un numerello, effettivamente, che però andava assommato ai circa mille e seicento custodi già ingaggiati negli anni. Un numerello e per uno stipendiuccio, niente più che cinquecento euro al mese, e un arguto cronista del luogo aveva spiegato che se non altro si trattava di alimentazione della speranza. E da ieri, infatti, possono sperare anche i pretendenti a una trentina di posti da commesso di piano. In gergo meno cancelleresco, i commessi di piano sono i camminatori. Questi signori riceveranno la giusta retribuzione in cambio dell’instancabile opera delle loro gambe che li conduranno da una stanza all’altra di Palazzo d’Orleans (la sede della Regione) a trasferire documenti, cartellette, incartamenti, faldoni, pratiche, fascicoli e dossier dal mittente X al destinatario Y, poiché il mittente X e il destinatario Y hanno già il loro bel daffare. Una mansione certamente di responsabilità, ma anche piuttosto suggestiva in tempi di crisi e di internet. Le periodiche polemiche attorno alla Regione Sicilia per i suoi strabocchevoli organici hanno perlomento raggiunto il risultato di un credibile censimento secondo cui nell’amministrazione lavorano oltre sedicimila dipendenti e oltre mille e duecento dirigenti (la Lombardia ne ha in tutto tremila e qualcosa). Una quota in continuo aggiornamento poiché arrivano i trenta camminatori ma anche sessanta funzionari direttivi e venti collaboratori preferibilmente - si segnala - con esperienza acquisita nei servizi di protocollo e archivio, per un totale provvisorio di centodieci new entry. Si premette che anche stavolta, come nelle volte precedenti, dalla Regione specificheranno che a loro carico c’è una pletora di dipendenti, più o meno i due terzi del totale, che altrove sono a carico dello Stato (e qualcuno replicherà citando per esempio il caso di una scuola di formazione pubblica che si chiama Cefop e ha ottocento dipendenti, pari a quelli del comune di Varese). E rimane così inspiegabile l’infittirsi di assunzioni a ridosso delle elezioni, a meno che non le si interpreti come occasioni di assistenzialismo. E così tocca rifarsi a una recente indagine del governo (conclusa nello scorso ottobre) per raccattare qualche evidente esuberanza nella selezione del personale. In Sicilia sono in otto a occuparsi di «relazioni diplomatiche internazionali» e in ventuno che da mattina a sera si applicano alla «promozione dell’identità siciliana», mentre la signora Alessandra Russo, capo dipartimento del Lavoro, ha preso la funzione in senso estensivo e il lavoro lo dà a trentadue collaboratori. L’ufficio di presidenza onora il blasone di cui è portatore con una squadretta di centocinquantasette chauffeur. Poi ci sono certi uffici che tirano avanti con un solo dipendente (e un’imprecisabile quantità di precari) come l’Ufficio sismico regionale, il Servizio liquidazioni enti, il Servizio gestione interventi post diploma e università e il Servizio isole minori dell’assessorato alla Salute. E per tornare alla cinematografica vicenda dei cinquantacinque custodi museali e dei loro mille e seicento colleghi, nelle cronache palermitane si leggono notizie prossime alla mitologia, come quella dell’area archeologica di Ravanusa che nel 2009 contò il totale lordo di un visitatore accolto con tutti gli onori dai dieci custodi (diciamo lordo perché, narra la leggenda, l’arrivo del turista fu salutata come quella del messia, e si celebrò l’evento offrendogli ingresso gratuito); o come quella del museo archeologico di Marianopoli che 2008 ebbe trentaquattro turisti per un incasso di sessantatré euro (e quindi anche qui ci è scappato qualche portoghese). Chissà che nei pomeriggi meno impegnativi i camminatori non vadano a far due passi anche a Ravanusa e a Marianopoli.