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 2012  maggio 17 Giovedì calendario

“Risanamento dei conti l’Italia modello per l’Ue” - Promossa, almeno per quest’anno. L’Italia supera l’esame del Fondo monetario internazionale che definisce «notevoli» i progressi compiuti negli ultimi mesi sebbene si tratti solo dell’inizio di un cammino da proseguire sul doppio binario di crescita e riforme

“Risanamento dei conti l’Italia modello per l’Ue” - Promossa, almeno per quest’anno. L’Italia supera l’esame del Fondo monetario internazionale che definisce «notevoli» i progressi compiuti negli ultimi mesi sebbene si tratti solo dell’inizio di un cammino da proseguire sul doppio binario di crescita e riforme. Il Paese «è a un buon punto», dice Reza Moghadan, direttore del dipartimento europeo, illustrando a Roma le conclusioni della missione annuale. Una quindicina i delegati hanno avuto colloqui con molte decine di persone, tra governo, banche, agenzie di rating e sindacati, stilando al termine una pagella senza voti in rosso. Questo dimostra che «l’Italia ha fatto ciò che doveva per mettere i conti pubblici su basi sicure e avviare riforme incisive», commenta in conferenza stampa il premier Mario Monti. Toni morbidi quelli del Fondo, che parla di «modello di stabilizzazione dei conti pubblici e di modulazione delle riforme rivolta alla crescita» per il resto d’Europa. Questa la premessa, poi le note dolenti: «È attesa una contrazione per quest’anno dovuta a manovre di consolidamento, difficili condizioni finanziarie, e rallentamento globale». Monti concorda: «L’emergenza è lontana dall’essere finita e per l’Italia e l’Europa le prossime settimane saranno decisive. Non è il momento di allentare la presa». Anche perché, secondo il Fmi, nel 2013 ci sarà una ripresa ma bisognerà tener conto del rischio di nuove turbolenze, della crescita globale e della volatile fiducia dei mercati. Pesa inoltre «la capacità di creare un’unione monetaria più organica». Il baricentro della crescita sta comunque nelle riforme grazie alle quali, spiega Moghadan: «il livello di Pil potrebbe essere più elevato del 6%. Di buono c’è che queste verranno presto attuate». In particolare quella del lavoro che il Fmi esorta ad «approvare rapidamente perché creerà nuove posizioni. Prima sarà attuata più rapida sarà la ripresa». In questo contesto è necessario «colmare la lacuna tra lavoratori temporanei e permanenti, favorendo l’impiego di giovani e donne». E per farlo occorre da una parte «procedere al graduale rafforzamento delle garanzie del lavoratore attraverso la concessione di diritti». Dall’altra «ridurre la pressione fiscale sulle famiglie in cui sia marito che moglie, per sostenere il livello di impiego delle donne, uno dei più bassi in ambito Ocse». Un’indicazione arriva sul sostegno alle Pmi «con l’allocazione di risorse verso nuovi ambiti di crescita». Così, una volta raggiunta la stabilità di bilancio grazie alle «appropriate» manovre per il 2012-2013 messe a punto dal governo - «bisogna proseguire col rilancio della crescita». Come? Tagliando sulle spese pubbliche, rivedendo il sistema di agevolazioni fiscali, e combattendo l’evasione». Ma anche procedendo alla dismissione dei beni dello Stato, «attraverso privatizzazioni o altre forme transattive». Per l’austerity non c’è spazio secondo il Fondo, e per Monti questo era chiaro sin dall’inizio: «Non ho mai, dico mai, usato la parola austerità. Non era il nostro obiettivo». Il profilo del Paese delineato dalla «task force» di Washington pone un accento particolare sul ruolo strategico dell’autorità per il controllo delle politiche di bilancio «che – sottolinea - deve essere organizzato secondo il principio di «piena indipendenza». Mentre sugli accordi di Basilea, l’Fmi esorta Bankitalia a incoraggiare ulteriormente i grandi istituti a rafforzare le dotazioni di capitali e i livelli di liquidità adeguandosi ai requisiti fissati dall’European Banking Authority.