Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2012  maggio 16 Mercoledì calendario

L’Europa trova l’intesa e “allenta” Basilea 3 - È un mistero buffer», scherza una fonte europea che conosce bene l’Italia, giocando col termine inglese che indica il cuscinetto finanziario che gli stati dell’Ue potranno imporre d’ora in poi sotto forma di patrimonio extra alle loro banche

L’Europa trova l’intesa e “allenta” Basilea 3 - È un mistero buffer», scherza una fonte europea che conosce bene l’Italia, giocando col termine inglese che indica il cuscinetto finanziario che gli stati dell’Ue potranno imporre d’ora in poi sotto forma di patrimonio extra alle loro banche. E’ che «agli inglesi sarebbe convenuto accettare il compromesso di due settimane fa», assicura l’alto funzionario, invece che arrivare ad una mediazione «in cui hanno dovuto rinunciare a molto». Il Consiglio Ecofin avrebbe voluto chiudere il pacchetto Basilea III il 2 maggio, la Londra s’è imputata, ha tenuto tutti sino a notte fonda solo per avere una fumata nera. Ieri si è passati/ al bianco, e adesso si potrà vigilare meglio sulla solidità del sistema creditizio, uno degli imputati principali della grande crisi post 2007. Si tratta di una soluzione che «non soddisfa completamente nessuno e quindi appare equa», ha riassunto il commissario Ue per il mercato interno, Michel Barnier. L’oggetto del contendere è il modo in cui l’Europa deve affrontare le nuove regole di supervisione sulle banche, l’impianto detto di Basilea III, e farlo in modo che le norme possano cominciare a entrare in vigore col 2013. E’ l’insieme di provvedimenti approvati dal Comitato di Basilea per la vigilanza bancaria in conseguenza della crisi finanziaria del 2007-08. Essi puntano a perfezionare la preesistente regolamentazione prudenziale del settore bancario (Basilea 2), l’efficacia dell’azione di vigilanza e la capacità degli intermediari di gestire i rischi che assumono. La presidenza danese ha mediato con pazienza e la decisione è importante, anche dal punto di vista simbolico, visto che arriva nel giorno del grande downgrading degli istituti di credito italiani. Tra le novità cruciali del nuovo testo, una riguarda l’equilibrio tra le autorità di vigilanza nazionali e la supervisione europea a proposito della possibilità di rafforzare i requisiti di capitale in caso di rischio sistemico. L’accordo prevede che gli stati possano applicare un cuscinetto finanziario (il «buffer») a tutte le esposizioni dell’azienda di credito, ma qualora lo fissi in misura inferiore al 3% sulla base delle esposizioni in altri stati membri, «il "buffer" deve essere determinato egualmente su tutte le esposizioni nel resto dell’Unione». E’ un modo per garantire i gruppi transfrontalieri. Nuova anche la possibilità per le capitali di elevare la ponderazione per il rischio fino al 25% per le esposizioni sugli asset nel settore immobiliare residenziale e commerciale, e restringere i limiti per le grandi esposizioni fino al 15% del patrimonio. L’obiettivo di Ecofin e Commissione è chiudere l’accordo con il Parlamento entro giugno. E’ uno scenario che i più definiscono ottimistico, visto che gli eurodeputati hanno sinora chiesta sempre criteri più restrittivi. La trattativa sarà complessa.