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 2012  maggio 16 Mercoledì calendario

«MEIN KAMPF» IN LIBRERIA DIVIETO SCONFITTO DALLA RETE

Dal 2016 il Mein Kampf sarà libro di testo in tutte le scuole tedesche, poiché, a fine 2015, il ministero delle Finanze tedesco perderà tutti i diritti su questo testo. Sembra che il ministro Soeder, voglia diffondere un testo commentato per evitare il proliferare dei libri commerciali. Vorrebbe naturalmente far capire a quali conseguenze catastrofiche ha condotto questa ideologia e quali assurdità sono contenute in questo testo. Apprezzerei molto una sua cortese risposta a due semplici domande, la prima: da chi fu ispirato il Führer, quanto alla formulazione del concetto di nazione, dell’antisemitismo e dell’apologia della guerra e della violenza come culto della forza? La seconda: come arrivò a quello che fu il pensiero politico e lo sviluppo del programma del partito?
Salvatore D’Acri
salvatoredacri.dc6@libero.it
Caro D’Acri, è possibile che la pubblicazione del libro, nell’edizione proposta dalle autorità bavaresi, serva per l’appunto a dare una risposta alle sue domande. Parecchi anni fa un editore italiano mi chiese se vi fossero testi politici del XX secolo che sarebbe stato utile ripubblicare. Risposi suggerendo Mein Kampf. Naturalmente occorreva una introduzione per ricordare al lettore quale importanza il delirante libro di Hitler abbia avuto nella storia mondiale. E occorreva smontarlo, un pezzo alla volta, per comprendere dove Hitler fosse andato a cercare gli ingredienti delle sue teorie sulla razza e sulla «missione» del Reich tedesco. L’editore sorrise, mi ringraziò per il consiglio e, beninteso, non ne fece nulla.
Per più di mezzo secolo Mein Kampf è stato dannato e bandito. Lo Stato della Baviera, proprietario dei diritti del libro dal giorno in cui, dopo la fine della guerra, aveva confiscato la sua casa editrice (Eher-Verlag), si è battuto tenacemente per evitarne la ristampa e la circolazione. Alcuni Paesi, come la Francia, hanno promulgato una legge che prevede un’azione penale contro l’eventuale editore o stampatore.
Il guaio, caro D’Acri, è che questo libro proibito ha avuto nel corso degli ultimi decenni parecchie centinaia di edizioni più o meno clandestine. Più recentemente è apparso sulla rete e può essere letto o scaricato da parecchi siti. Per molti aspetti la vicenda di Mein Kampf conferma il potere di Internet e dimostra quanto sia difficile porre limiti alla sua straordinaria capacità di trasmettere notizie, informazioni, sentimenti. Il fenomeno è preoccupante quando la rete è usata da pedofili, criminali, truffatori. Ma si è rivelato utilissimo per i dissidenti dei regimi autoritari o totalitari.
Anche prima di Internet, comunque, qualcuno pensava che la lettura di Mein Kampf fosse utile. Come è stato ricordato recentemente dal Wall Street Journal, Churchill, nella sua storia della Seconda guerra mondiale, scrisse che il libro permetteva di meglio comprendere le strategie naziste, e aggiunse: «È un nuovo Corano, fatto di fede e di guerra, ampolloso, verboso, informe, ma impregnato del suo messaggio». Non credo che l’uomo di Stato britannico manifestasse con la parola Corano un pregiudizio antimusulmano. Nella prefazione all’edizione americana del libro, apparsa nel 1939, Mein Kampf veniva definito il «Vangelo nazista». In ambedue i casi Corano e Vangelo erano espressioni «scorrette», ma metafore utili per mettere in evidenza il fanatismo religioso da cui il libro di Hitler è permeato.
Sergio Romano