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 2012  maggio 16 Mercoledì calendario

«INDAGATO? VOGLIONO FERMARE UN GUERRIERO» —

«INDAGATO? VOGLIONO FERMARE UN GUERRIERO» — Proprio lei.
«Proprio io cosa?».
Proprio lei: il moralizzatore, il deputato dell’Idv che a Montecitorio sta sempre con il dito indice alzato per indicare il bene e il male...
«Eh... Che devo dirle? Sì, sono finito dentro uno schifo di storia, una storiaccia falsa che puzza di trappolone, okay, d’accordo... ma era inevitabile, no? Era inevitabile che qualcuno, prima o poi, cercasse di eliminare Francesco Barbato...».
Scusi, Barbato: chi è che vorrebbe eliminarla?
«Come chi? Lo diceva lei prima: io sono quello che denuncia le malefatte della casta, che racconta ciò che accade in questa fogna che è diventato il Parlamento italiano, io sono il guerriero e...».
Senta: secondo quanto racconta ai magistrati napoletani l’imprenditore Paolo Viscione, lei avrebbe chiesto 20 mila euro per svolgere una consulenza che, in qualche modo, avrebbe dovuto addomesticare l’Isvap, l’istituto che vigila sulle imprese assicurative.
«Baaah... Ma lei vuol andare dietro a questa roba qui? Queste sono accuse "pezzottate"!».
Posso chiederle la cortesia di parlare in italiano?
«In dialetto napoletano, una cosa è "pezzottata" quando è falsa, artefatta, inventata».
Viscione è il grande accusatore di Marco Milanese, il suo collega del Pdl, e viene ritenuto dagli inquirenti un testimone assai attendibile.
«Guardi, io proprio per questo voglio essere ascoltato al più presto dai magistrati, e proprio per questo mi sono autosospeso dall’incarico di deputato».
Della sua sospensione, piuttosto atipica, magari parliamo dopo. Ora risponda a questa domanda: lei, quella consulenza, l’ha chiesta, sì o no?
«No».
Lei conosce l’imprenditore Viscione?
«No... Cioè, sì. Ma fu lui a chiedermi di incontrarci».
Viscione racconta anche che sua moglie, Barbato, ha ottenuto un mandato da agente di una società assicurativa. È vero, sì o no?
«Sì... ma tutto è accaduto con una tempistica particolare, diversa, che spiegherò ai giudici. Anzi, guardi, mi permetta di non risponderle più. Non vorrei anticipare i tempi».
Aspetti: quindi sua moglie ha ottenuto qualcosa da Viscione?
«Nooo... chi l’ha detto?».
Lei, un secondo fa.
«Io?».
Sì, lei.
«Uff!... Guardi, mi creda...».
Clic.
(La linea, improvvisamente, cade. Il cellulare dell’onorevole Barbato resta spento per venti minuti. Poi, torna a squillare).
«Pronto? Chi è? Ah! Beh... Le chiedo scusa per prima, ma mi si è improvvisamente scaricato il telefonino e...».
Lei dov’è, adesso, onorevole?
«Sono nel mio ufficio, nei pressi di piazza San Silvestro. Come noto, infatti, mi sono autosospeso per dare un segno di discontinuità con altri miei colleghi. Pur non essendo indagato, infatti, mi piace essere considerato un deputato d’onore!».
Il deputato del Pd Roberto Giachetti, che ha studiato dai radicali, e certe cose sa annusarle prima di altri, dice che uno o lavora in aula, o si dimette. Se no, finisce nella categoria dei furbetti.
«Ma chi se ne importa di Giachetti! Io, non mettendo piede in aula, rinuncio a oltre 200 euro di diaria al giorno. Le sembra poco?».
Però il resto dello stipendio, e sappiamo che stipendio, rimane intatto. Con il rispetto dovuto, mi sembra che lei cerchi molta pubblicità spendendo poco.
«Vedremo a fine mese quanto ci avrò rimesso, accidenti!».
(A metà mattinata, Francesco Barbato ha incontrato il suo gran capo, Antonio Di Pietro. E Di Pietro è stato, come sempre, sbrigativo: «Francé, io non lo so se hai torto o ragione. Ma lo vuoi un consiglio? Dammi retta, vola a Napoli da Woodcock».).
Fabrizio Roncone