Elisa Calessi, Libero 16/5/2012, 16 maggio 2012
«REPUBBLICA» RILANCIA LA LISTA SAVIANO
L’identikit tracciato domenica da Eugenio Scalfari, nella lenzuolata domenicale, ha fatto sobbalzare i più avvertiti. Scrive il Fondatore che se si votasse con il Porcellum, ipotesi da lui stesso considerata molto probabile, «sarebbe molto opportuna la formazione di una lista civica apparentata con il Pd e rappresentativa del principio di legalità». Un concetto, continua, di cui «c’è urgente bisogno e che interpella la società civile prima ancora dei partiti politici». E declinava il sopracitato «principio» parlando di «etica pubblica da rispettare», ma anche di «lotta alle mafie e alle oligarchie corporative », oltre che di «legalità fiscale e costituzionale». Il giorno dopo debuttava su La7 Quello che (non) ho, il nuovo programma della ditta Fazio-Saviano. Tre giorni con l’autore di Gomorra a portare in tv le sue battaglie civili e per la legalità, contro la mafia e i mali di questo Paese. Abilmente affiancato dall’anchorman più amato dai salotti progressisti. Una sequenza casuale?
IL PALASHARP È PRONTO
Non proprio, a sentire quello che, ieri, si diceva nel Partito democratico. Dove l’editoriale di Scalfaro non è passato affatto inosservato. Ed è stato letto come un endorsement cifrato a una lista Saviano. Un soggetto civico e nazionale, alleato del Pd alle elezioni politiche. Chi è pronto a sostenere questa operazione è presto detto. Intanto, si dice, il mondo di Libertà e Giustizia, quel popolo del Palasharp che lo scorso anno si riunì a Milano attorno a Gustavo Zagrebelskye Paul Ginsborg per celebrare la prossima fine di Silvio Berlusconi. Poi una leva di giovani fuori dai partiti, ma pronti a dare il loro contributo civile «in difesa della legalità». Infine, perché no, Concita De Gregorio, la battagliera ex direttora dell’Unità, presenza assidua alle iniziative di Libertà e Giustizia, da tempo pronta, si dice, a fare il salto in politica. Chissà che non sia arrivato il suo momento. Il tutto, sempre secondo questi boatos, sotto l’egida di Roberto Saviano, lo scrittore dell’impegno civile. Insomma, una specie di Girotondi 2.0.
SCALFARI: VASTO NON BASTA
Dicono che il pressing del gruppo l’Espresso, e in particolare di Carlo De Benedetti e Eugenio Scalfari, sia partito da tempo sui vertici del Pd. Ma il terremoto registrato dal primo turno delle elezioni amministrative ha confermato le analisi e rafforzato il progetto. Come ha scritto Scalfari con chiarezza cristallina, la coalizione di Vasto da sola non basta. Può anche riuscire a vincere. E Bersani può anche guidarla, nulla in contrario da parte del Fondatore. Ma sarebbe bene che ci fosse qualcosa in più. Una «lista civica », appunto, «rappresentativa del principio di legalità». Sarebbe una risposta ai grillini, il cui successo muove proprio dall’intercettare la voglia di rottura con la politica attuale. E guidata da Saviano darebbe un’autorevolezza difficilmente paragonabile. Del resto non è la prima volta che Repubblica indica il leader del centrosinistra. In questo caso, non sarebbe il leader. Ma un valoroso aiutante.
L’autore di Gomorra, del resto, ha già un profilo politico. E l’idea di “arruolarlo” nel centrosinistra circola da tempo. Le sue presentazioni in giro per l’Italia diventano ogni volta iniziative che attirano gran parte del popolo di centrosinistra. Perché, allora, non chiedergli di dare una mano sul serio? Bersani, che è cresciuto nel partito, è restio. Tanto più se l’operazione è promossa da certi salotti progressisti che non lo hanno mai particolarmente amato. Ma capisce che questa fase richiede facce nuove. Per non essere travolti dall’antipolitica montante bisogna dare dei segnali di rottura. Non a caso, da un po’ di tempo, alla domanda su quali alleanze farà il Pd alle elezioni politiche, risponde sempre che intende chiedere aiuto alle «energie civiche», alla «società civile».
UNA RISPOSTA A GRILLO
Quale risposta migliore se non una lista guidata da Saviano? Oltretutto l’autore di Gomorra ha il vantaggio di essere già molto popolare. Quindi, si ragiona tra i Democratici, se si presentasse alle elezioni non avrebbe il problema di far conoscere il suo nome.
Nei corridoi del Palazzo la lista Saviano è già quotata a un 10%. «Prenderebbe voti a Grillo e a Di Pietro e magari raccoglierebbe anche qualche deluso del Pdl», si dice. Favorevole al progetto sarebbe anche Walter Veltroni, amico personale di Saviano e, da vicepresidente della Commissione Antimafia, molto impegnato nei temi della lotta contro la criminalità organizzata. Oltretutto una lista Saviano toglierebbe visibilità a Bersani, relegandolo al ruolo di “usato sicuro”, ma pur sempre “usato”.
Insomma, le condizioni ci sono tutte. Salotti buoni, gruppi economici e mediatici, sponsor politici. Bisogna solo convincere Saviano. Ma da qui al 2013 il tempo non manca.
Elisa Calessi