Nanni Delbecchi, il Fatto Quotidiano 16/5/2012 no dovrebbe essere Aldo Grasso, 16 maggio 2012
UN FILO A PIOMBO PER ROBERTO
Di un programma come Quello che (non) ho si può solo parlare bene, oppure non parlare affatto. La terza possibilità (parlarne male, o anche così così), non esiste. Come si fa a non parlar bene di un programma che ospita Carlo Petrini, Massimo Gramellini, Paolo Rossi, Erri De Luca, Ermanno Rea, Maurizio Landini, Gad Lerner e Marco Travaglio, tutti con la loro parola da riparare il loro valore da rilanciare? Quello che (non) ho ti ricatta per tre ore, senza tregua, in nome dell’impegno civile; il celebre ricatto dei contenuti di fronte a cui bisogna alzare le mani in segno di resa. Lo diciamo senza ironia, specie se si pensa che la Rai, la cui attuale coppia di punta è Antonella Clerici-Giancarlo Magalli, non ha voluto Saviano e Fazio in nome di un ricatto infinitamente peggiore, quello degli ascolti o addirittura dell’opportunità (ma forse vanno capiti; se c’è qualcuno che ti dimostra che con un programma così gli ascolti prendono il volo, poi come fai a giustificare tutto il resto?).
Al massimo, a un programma come Quello che (non) ho si può dare qualche consiglio non richiesto, perché si migliori ulteriormente. A Luciana Littizzetto, di essere un po’ meno greve nelle sue battute sul mandorlato balocco e il reparto latticini. Capiamo che è l’unica a dover sollevare il morale delle truppe (senza essere Marilyn), ma, se va avanti così, finisce che i Vanzina la scritturano per Vacanze di Natale a Pinerolo. A Fabio Fazio, al contrario, di ricordarsi quanto era più ironico e meno snob prima di diventare un santino della sinistra televisiva. A Roberto Saviano, di farsi impiantare un filo a piombo o qualsiasi altra cosa che gli impedisca di oscillare come la Costa Concordia, evitando al telespettatore il rischio labirintite. Agli autori, di stare attenti all’effetto Non ci resta che piangere, di cui tutti ricordiamo la scena più celebre. Uno accende la tv e comincia a sentirsi dire “Ricordati che c’è la crisi, ricordati che gli imprenditori si suicidano, ricordati che la camorra è infiltrata ovunque, ricordati che Napoli sta morendo, ricordati che gli assassini di Beslan sono ancora a piede libero...”.
“Ricordati, ricordati, ricordati...” Finisce che uno risponde “Va bene, mo’ me lo segno”, e se ne va a dormire.