Sette Tv, 18/5/2012, 18 maggio 2012
Personaggio, Sette Tv numero 1 [sopra quella uscita sul giornale. Sotto *** quella più lunga] Renzo Arbore non soffre di snobismo televisivo: «Nostra signora tv è l’arbiter della nostra vita
Personaggio, Sette Tv numero 1 [sopra quella uscita sul giornale. Sotto *** quella più lunga] Renzo Arbore non soffre di snobismo televisivo: «Nostra signora tv è l’arbiter della nostra vita. Quello che ci passa esiste, quello che non ci passa non esiste». Lui, che l’ha fatta per anni con passione, la guarda con altrettanto entusiasmo. In casa di televisori ne ha sette («Uno in ogni stanza. Anche nella camera degli ospiti»). Quali programmi guarda? «Seguo tutto ciò che è informazione, ma i miei canali preferiti sono quelli di storia tipo History Channel. Guardo anche quelli di viaggi, e poi Cielo, Iris... Saltabecco da un canale all’altro in cerca di un programma cult». E cosa ne pensa di questa televisione? «Io la televisione la vedo, la giudico e la leggo l’indomani sui giornali, ma non ne parlo tanto. Tutte le mattine controllo i numeri dell’Auditel e mi rendo conto che la quantità paga molto di più della qualità». In che senso? «Il problema della tv non è il trash, non sono le risse o le parolacce. La vera preoccupazione è che l’intrattenimento è sempre più cheap: piccolo e di cattivo gusto. E il cheap, me lo dice l’Auditel, paga ancora di più del trash. I telespettatori amano questa tv da salotto, a volte anche da pianerottolo. E io, che da grande voglio fare l’artista, non mi ci rispecchio. Comunque, io la tv la guardo tutta: soffro di pasqualismo televisivo». Pasqualismo? «È una vecchia scenetta, in cui Totò racconta che un giovanotto robusto lo scambia per un certo Pasquale e gli dice: “Pasquale, era un pezzo che ti cercavo. Figlio di un cane”. D’un tratto, alza la mano e gli molla uno schiaffo, poi lo sbatte contro il muro e gli dà un cazzotto in testa. E lui resta fermo impalato. Qualcuno chiede allora a Totò: “E tu, ma che facevi?”. Totò: “E... io pensavo tra me e me: chissà sto’ stupido dove vuole arrivare?”. Ecco, anch’io voglio vedere dove vogliono arrivare alcuni programmi». La sua settimana? «La domenica Report, il lunedì una buona fiction come quelle di Camilleri, il martedì Ballarò, il mercoledì non è una gran giornata, il giovedì Piazzapulita, il venerdì Ultima Parola, il sabato esco. Comunque, di solito guardo i palinsesti e scelgo». Giornalista preferito? «Mentana. Mi piace perché è vispo». · 1 Superbia «Be’, David Letterman pecca un po’ di superbia. Ha tanti autori che lo aiutano: molta della farina che usa non è del suo sacco. Fatica poco, diciamo» 2 Avarizia «Avaro... avaro... avaro... Rispondere è troppo difficile. È un vizio che non mi appartiene. Posso però dire che il più buono della tv è Carlo Conti» 3 Lussuria «Paolo Bonolis. Lui è l’uomo dalle trasmissioni lussuriose» 4 Invidia «Il più invidioso era Pippo Baudo, ma oggi non lo è più» 5 Gola «Io sono il più goloso, se mi considerate ancora un presentatore!» 6 Ira «Vittorio Sgarbi, per forza. Lui è l’inventore della televisione arrabbiata» 7 Accidia «Possiamo dire che tutte le trasmissioni del mattino sono “annoiate”» *** Renzo Arbore non soffre di snobbismo televisivo: «Nostra signora tv è l’arbiter della nostra vita. Quello che ci passa esiste, quello che non ci passa non esiste». Lui che l’ha fatta per anni con passione, la guarda con altrettanto entusiasmo. In casa ne ha sette («Una in ogni stanza. Anche nella camera degli ospiti»). [Appena rientra a casa l’accende («E poi mi rimane come sotto fondo all’americana, perché negli Stati Unti usavano fare così»)]. Quali programmi guarda? «Seguo tutto ciò che è informazione ma i miei canali preferiti sono quelli di storia tipo History Channel. La retrospettiva mi appassiona molto. Guardo spesso anche quelli di viaggi e poi Cielo, Iris saltimbecco da un canale all’altro in cerca di un bel programma, di un programma cult. Mi piace ravanare, come si dice a Milano». E cosa ne pensa di questa televisione? «Io la televisione la vedo, la giudico e soprattutto la leggo l’indomani sui giornali ma effettivamente non ne parlo tanto. Tutte le mattine controllo i numeri dell’auditel e mi rendo conto che nella tv generalista la quantità paga molto di più della qualità». In che senso? «Il problema della televisione non è il trash, non sono le risse o le parolacce. La vera preoccupazione è che l’intrattenimento è sempre più cheap (“Keap” fa lo spelling, ndr), quello piccolo e di cattivo gusto. E il cheap, me ne rendo conto leggendo l’auditel, paga ancora di più del trash. I telespettatori amano questa tv di salotto, a volte anche di pianerottolo, fatta con questo linguaggio disinvolto. E io che da grande voglio fare l’artista non mi ci rispecchio. Comunque io la tv la guardo tutta: soffro di pasqualismo televisivo». Pasqualismo? «È una vecchia barzelletta di Totò. A Studio Uno racconta che c’è un signore che lo scambia per Pasquale e prima a male parole e poi a sberle e lui sta lì fermo a prendere gli schiaffi e pugni finché l’altro non gli dice: “Ma tu che facevi perché non reagivi”. E lui gli risponde ridendo “Perché io pensavo ma questo dove vuole arrivare”. E anch’io voglio vedere dove vogliono arrivare alcuni programmi» Ma la tv straniera secondo lei migliore della nostra? No. Assolutamente no. Fatta eccezione per la Bbc e qualche canale americano non è migliore. Solo quella canadese è più attenta, cerca di fare della tv uno strumento educativo ad esempio cripta la tv trash americana come il Jerry Springer Show (talk show considerato il non plus ultra della tv spazzatura). Perché vede la tv può pure non essere educativa ma non deve essere diseducativa. E io per questo confido per nel cambio generazionale, nei cicli della storia. E la sera cosa guarda? «La domenica guardo Report, il lunedì una buona fiction come quelle di Camilleri, il martedì Ballarò, il mercoledì non è una gran giornata, il giovedì Piazza Pulita, il venerdì L’Ultima Parola il sabato esco. Comunque la sera guardo i palinsesti e scelgo prima di guardare Prima si accendeva la tv e si iniziava da RaiUno ora invece i programmi gli scelgo dal palinsesto dei giornali». Quindi lei predilige i telegiornali e i programmi di informazione chi è allora il suo giornalista televisivo preferito: «Guardo il Tg Mentana. È il più Vispo». I sette peccati capitali 1 Superbia David Letterman, ha tanti autori che lo aiutano e molta della fatica non è del suo sacco. Fatica poco. 2 Avarizia Avarizia... avaro.. avaro (passano minuti, ndr). Per me è troppo difficile. È un vizio che non mi appartiene. Posso però dire che il più buono della tv è Carlo Conti. È proprio un uomo buono 3 Lussuria Paolo Bonolis, lui è l’uomo dalle trasmissioni lussuriose 4 Invidia Era Pippo Baudo, ma oggi non lo è più. 5 Gola Io sono il più goloso se mi considerata ancora un presentatore! 6 Ira Vittorio Sgarbi, lui è l’inventore della televisione arrabbiata 7 Accidia Diciamo che tutte le trasmissioni del mattino che annoiano