Marco Gasperetti, Corriere della Sera 16/5/2012, 16 maggio 2012
E se fosse proprio la Bellezza a salvare l’Italia? Tra le mura nobili della Fortezza da Basso di Antonio da Sangallo, nella Firenze a due velocità che si muove inquieta tra i fasti di Santa Maria Novella e il traffico dei Viali di Circonvallazione, l’eco della domanda fatidica rimbomberà da venerdì a domenica ad Art&Tourism, la prima grande fiera dedicata al turismo culturale
E se fosse proprio la Bellezza a salvare l’Italia? Tra le mura nobili della Fortezza da Basso di Antonio da Sangallo, nella Firenze a due velocità che si muove inquieta tra i fasti di Santa Maria Novella e il traffico dei Viali di Circonvallazione, l’eco della domanda fatidica rimbomberà da venerdì a domenica ad Art&Tourism, la prima grande fiera dedicata al turismo culturale. Non è solo una kermesse di settore, dove si attendono almeno 25 mila visitatori da tutto il mondo ma un evento. Capace, forse, di dare quella spinta propulsiva al nostro «bene massimo», quello del turismo dell’arte (in tutte le sue accezioni) e della cultura. Un tesoro che si proietta principalmente nell’anima ma che è anche un enorme business ancora inesplorato e colpevolmente trascurato. Proprio come sostiene Pier Luigi Sacco, professore di Economia della Cultura allo Iuav di Venezia: «Abbiamo ancora un’idea di cultura e turismo preindustriale e purtroppo abbiamo decisamente sottovalutato questo volano di crescita». Peccato. Perché i dati «dei tempi della crisi» sono atipicamente beneauguranti e in controtendenza. Con i suoi 330 milioni di viaggiatori, il turismo culturale raggiunge il 30% del fatturato globale del settore. Secondo l’Organizzazione mondiale del turismo l’Italia è la quinta al mondo nella classifica degli arrivi del turismo internazionale. E, come testimoniano le cifre del ministero per i Beni culturali, il trend è in continua crescita: + 9,6% nel primo semestre del 2011 il numero dei visitatori dei siti culturali, con oltre 20 milioni di visite. Un virus positivo che infetta non solo gli stranieri ma pure noi italiani. Secondo l’Osservatorio nazionale del turismo, nei primi sei mesi dello scorso anno dei 15,6 milioni di italiani in viaggio, almeno il 38,6% ha scelto località di interesse storico artistico. L’Italia, insomma, è una grande Penisola del Tesoro in attesa (incredibilmente, ancora) d’essere scoperta perché, come scrivono Gian Antonio Stella e Sergio Rizzo, il patrimonio culturale «dovrebbe essere il nostro petrolio, dovrebbe essere il nostro gas, i nostri diamanti. La nostra materia prima sono queste meraviglie che abbiamo in eredità». E invece... Ottimismo, prego. Che come grande megafono avrà proprio l’icona della Bellezza, Firenze e Art&Tourism, organizzato da Ttg Italia (la società del gruppo Rimini Fiera) con la collaborazione dell’assessorato alla Cultura della Regione Toscana durante i convegni, le tavole rotonde, i laboratori, gli eventi sui nuovi modelli di viaggio e su quel modo d’intendere il territorio e le sue risorse con le lenti d’ingrandimento della cultura e dell’arte. Come l’appuntamento di sabato (ore 12) dedicato al futuro dei musei internazionali cui parteciperanno, tra gli altri, Suzanne Shenton del Metropolitan Museum of Art di New York e Marion Wolff del Van Gogh Museum di Amsterdam e Evelio Acevedo, direttore generale del Thyssen Bornemisza di Madrid. Oppure come «E io non ci vado» dell’Associazione Civita, un osservatorio puntato sui motivi della disaffezione degli italiani nei confronti di mostre e musei (nonostante la richiesta di arte e cultura), oppure come i cinque incontri internazionali sul rapporto tra arte e impresa, il turismo europeo sostenibile (se ne discuterà alla decima edizione di Euromeeting), i centri urbani come volano di sviluppo sociale. E infine il grande tema delle Smart Cities, ovvero quelle città nelle quali lo sviluppo economico è riuscito a coniugarsi perfettamente (e in alcuni casi a sorpresa) con la qualità della vita, l’ambiente e ovviamente l’arte e la cultura. Incontri ai quali parteciperanno nomi illustri della cultura: da Juan Manuel Sevillano della Fondazione Gaia-Salvador Dalì all’economista Pier Luigi Sacco, dall’architetto Cameron Rashti al pittore e scultore Dani Karavan. E ancora gli scrittori Cristiano Cavina, Flavio Soriga, i giornalisti Sergio Rizzo e Gian Antonio Stella, l’economista Emilio Becheri. Dice Paolo Audino, amministratore delegato di Ttg Italia: «Abbiamo organizzato la prima fiera al mondo dedicata a un settore, quello del turismo culturale, di cui tutti parlano ma che fino ad oggi non ha mai avuto una sede di business come altri segmenti di questo mercato». «Le istituzioni non devono guardare solo alle ricadute economiche del turismo — afferma Cristina Scaletti, assessore regionale alla cultura e al turismo — ma devono apprezzarne anche lo straordinario scambio culturale». È un evento particolare, Art&Tourism, anche nella sua organizzazione. Dopo la prima giornata riservata agli addetti ai lavori, quella di venerdì, con workshop (sono già più di mille gli appuntamenti predeterminati) e durante i quali i tour operator potranno incontrare musei, gallerie, festival e decidere gli eventi da inserire nei loro cataloghi, la fiera aprirà le porte al pubblico. E sarà un grande spettacolo della Bellezza. Pronta a salvare il mondo, come diceva Dostoevskij, partendo dall’Italia dove il Bello ovunque risplende, ammalia e può diventare un grade volano per sconfiggere la crisi. Marco Gasperetti