Salvatore Garzillo e Irene Elisei, Libero 15/5/2012, 15 maggio 2012
IL FURTO PERFETTO
Un colpo da professionisti. Forse studiato per mesi per evitare intoppi e che, per ora, è filato liscio. Due auto, un piccolo tamponamento come diversivo, e nelle mani della banda finiscono 10 milioni di euro in gioielli. La vittima è illustre: Rosa Maria Buccellati, moglie di Gianmaria, presidente di una società-dinastia di gioiellieri tra le più famose d’Italia.
Alle 21 di domenica scorsa la signora Buccellati sta rientrando a casa dopo una fiera di gioielli antichi alla quale aveva partecipato come espositrice. È alla guida di una bella Bmw e sta attraversando via Durini, pieno centro di Milano. Sul sedile accanto al suo c’è un trolley apparentemente normale, che però custodisce preziosi che farebbero la gioia di chiunque. A pochi metri da casa, un’auto la tampona e subito dopo scende una donna, descritta come sudamericana, che inizia uno show di scuse che confonde la vittima al punto da non accorgersi che un altro uomo si sta avvicinando alla portiera della sua Bmw. Tantomeno lo vede afferrare il trolley e scappare in direzione di San Babila, dove un complice lo aspetta col motore acceso. La signora Buccellati si gira appena per seguire con lo sguardo la fuga dello sconosciuto, mentre anche la prima auto sparisce nel nulla. Colpo perfetto, chirurgico.
Agli investigatori della Squadra mobile, che in queste ore stanno visionando i filmati delle telecamere della zona in cerca di un dettaglio, parla di gioielli per 10 milioni di euro, ma successivamente ridimensiona il valore riducendolo di un quinto. Dunque, 2 milioni e mezzo di euro, e un piccolo mistero. La cosa sarebbe in parte confermata dal comunicato stampa diffuso nel pomeriggio dall’azienda, in cui si dice che «dopo le verifiche si informa che il danno subìto è enormemente inferiore a quanto riportato fino ad ora». Inoltre si chiarisce che «le relative pratiche legali e assicurative sono già state avviate». Il dubbio che non è stato ancora dissipato resta: se assicuro gioielli per milioni di euro, li porto bellamente in un semplice trolley senza dotarmi di sicurezza e, sfortunatamente me li rubano, mi rimborsano? Non lo sappiamo, ma di certo la riconoscibilità dei preziosi di Buccellati, dovrebbe rendere difficile la collocazione sul mercato nero. Per questo si sospetta che possa trattarsi di un furto su commissione, anche se il capo della Squadra Mobile, Alessandro Giuliano, non ne è del tutto convinto. «Questo tipo di furti è frequentissimo a Milano. La modalità del colpo, con un diversivo per distrarre la vittima, non è una novità né lascia pensare che possa trattarsi di un piano studiato appositamente. Fa notizia perché in questo caso c’è il nome di un’azienda famosa e un bottino ingente». Eppure i gioielli rubati sono molto facilmente identificabili.
«Certo, ma abbiamo detto la stessa cosa per i preziosi di Scavia sottratti nel febbraio del 2011 (in quell’occasione i rapinatori assaltarono la gioielleria in via Montenapoleone portando via 5 milioni di euro tra diamanti, rubini, smeraldi, e oro, ndr). Chi commette abitualmente reati di questo tipo ha di partenza canali per vendere la merce».
L’azienda milanese è nata nel 1919 con Mario Buccellati e i suoi tre figli. Da allora, è iniziata una storia di successi accompagnati da aneddoti curiosi, come quando nel 1924 Gabriele D’Annunzio mandò come regalo di Pasqua uno dei sacchetti tricolore da sganciare su Zara. Nella lettera che lo accompagnava scrisse: «Mio caro Mario, ti mando un cimelio di guerra che ritrovo fra altre reliquie: uno dei miei messaggi aerei, lanciato dalla mia prua che fendeva le nuvole e sfidava gli scoppii. Buona Pasqua!».
Salvatore Garzillo e Irene Elisei