Adriano Bonafede, Affari e finanza 15/5/2012, 15 maggio 2012
Mps, tempesta perfetta è lotta contro il tempo sui parametri dell’Eba – Roma Due sole vie d’uscita: o i Coco bonds, uno strumento finora mai usato in Italia, o la vendita pura e semplice del pacchetto di maggioranza da parte della Fondazione
Mps, tempesta perfetta è lotta contro il tempo sui parametri dell’Eba – Roma Due sole vie d’uscita: o i Coco bonds, uno strumento finora mai usato in Italia, o la vendita pura e semplice del pacchetto di maggioranza da parte della Fondazione. Mentre il Monte dei Paschi si trova in mezzo a un ciclone giudiziario di proporzioni inaudite, l’ad Fabrizio Viola e il presidente Alessandro Profumo stanno ingaggiando una corsa contro il tempo per arrivare a rispettare, entro giugno, gli stringenti parametri patrimoniali fissati dall’Eba. Per Mps si tratta di 3,23 miliardi, di cui solo metà già trovati. E ormai non c’è più spazio per le speranze di un’attenuazione del rigore. Bisogna trovare questi soldi e basta. Non ci voleva davvero quest’ennesima tegola caduta sulla testa della banca di Siena. La Guardia di Finanza, con uno spiegamento senza precedenti di 147 uomini e 38 perquisizioni, persino nelle ovattate sale di Rocca Salimbeni, ha gettato un’ombra sull’istituto. Senza contare l’antipasto servito dalla trasmissione di Milena Gabanelli domenica della scorsa settimana, con il “Monte dei Fiaschi”. E poi, risalendo indietro di qualche mese, la richiesta di Tremonti Bond per 1,9 miliardi. L’aumento di capitale da 2,12 miliardi dello scorso maggio per adeguarsi ai requisiti di Basilea 3. La sofferta decisione della Fondazione a inizio del 2012 di scendere sotto la fatidica soglia del 50% più 1 delle azioni della banca per ripagare una grossa fetta di debito creata proprio per acquisire Antonveneta. Una tale quantità di eventi così negativi non si era mai vista in un solo istituto. “Add’a passà ‘a nuttata”, hanno pensato i massimi dirigenti dell’istituto, entrambi assenti all’epoca dei fatti incriminati (l’acquisizone di Antonveneta nel 2008) che si sono affrettati a dire che comunque nulla cambia e che Mps va avanti nelle sue azioni per innalzare il Core Tier 1 al livello indicato dall’Eba. «Entro il 15 giugno prossimo - ha detto l’ad Fabrizio Viola - sarà presentato il nuovo piano industriale per renderlo coerente con le richieste dell’Eba ». Lo stesso Viola ha detto che metà circa di quei soldi è già stata trovata con operazioni di capital management e di ottimizzazione degli attivi. Per il capital management, si tratta della conversione dei due bond “fresh”, il primo per 900, il secondo per 300 milioni. Il primo dovrebbe essere conteggiato per l’80 per cento, e quindi intorno a 750 milioni. L’applicazione del “modello interno” alla valutazione dei risk weighted asset (già presente per il 70% degli asset) dovrebbe portare 500 milioni. Altri 500 milioni dovrebbero arrivare, secondo gli analisti, da utili ritenuti e da parziale deleveraging. Rimane fuori un miliardo o poco più: gli analisti stimano una forchetta tra gli 800 e i 1.200 milioni. Questa parte dovrebbe in teoria essere recuperata con le vendite di asset. Che però in questa situazione di mercato, riconosce lo stesso Viola, non sono facili (solo Biverbanca sembra cedibile), ma è poca roba, 150-200 milioni. E allora? La soluzione di un nuovo aumento di capitale è improponibile. La Fondazione non potrebbe sottoscrivere la propria quota e così scenderebbe ben sotto l’attuale soglia del 36%, di fatto dimezzandola. «A questo punto - dice una analista - sarebbe meglio per la Fondazione vendere l’intero pacchetto, beneficiando del premio di maggioranza, meglio se in denaro». Bnp Paribas sarebbe il candidato ideale. «Ma - sostiene un altro analista - bisogna vedere se l’establishment francese vedrebbe di buon occhio una quadruplicazione della presenza di Bnp in Italia». Difficilmente praticabile la vendita di asset, decisamente avversata dalla Fondazione la perdita della banca, rimane sulla carta una sola azione possibile: l’emissione di “coco bond”, ovvero di contingent convertible bond, che hanno la caratteristica di essere automaticamente convertiti se il Core Tier 1 scende sotto un certo valore (trigger). «Il trigger - spiega un analista - dovrebbe scattare, secondo un documento dell’Eba, al 7%. Ma Mps porta in bilancio un Core Tier 1 dell’8,5 per cento: la differenza tra 8,5 e 7 è troppo bassa per poter considerare il coco un semplice bond, occorrerebbe un cuscinetto almeno doppio. A queste condizioni sarebbe più equity e i sottoscrittori pretenderebbero un rendimento molto elevato». Quanto elevato? Una altro analista colloca questo valore intorno al 15%, che sembra molto alto ma in realtà i Tremonti Bond di fatto (data la loro indetraibilità) costano circa il 12%. «Difficile, ma non impossibile, trovare sottoscrittori. Poi, superato i rischi per il debito sovrano, l’Eba potrebbe autorizzare un annullamento del buffer temporaneo e la banca potrebbe ricomprare parte o tutti i coco bond». Nella foto, la Guardia di Finanza entra in Rocca Salimbeni, la storica sede del Monte dei Paschi di Siena