Maurizio Crosetti, la Repubblica 14/5/2012, 14 maggio 2012
Del Piero, addio con gol e lacrime Alessandro Del Piero li ha salutati tutti con un piccolo inchino a centrocampo, mentre i tifosi piangevano
Del Piero, addio con gol e lacrime Alessandro Del Piero li ha salutati tutti con un piccolo inchino a centrocampo, mentre i tifosi piangevano. Ha fatto ciao con la mano, ha baciato moglie e bimbi, e la sua mamma in tribuna, e suo fratello. Una famiglia allargata di quattordici milioni di persone. Ha raccolto le sciarpe che intanto volavano sul prato come farfalle: non poteva lasciare a terra la sua storia. «E ho inghiottito due volte le lacrime, ho finto di allacciarmi le scarpe così loro sono tornate indietro». Dentro la festa della Juve c´è l´addio di Del Piero, amore e simbolica morte insieme, come nelle grandi tragedie e nelle passioni vere. Si sapeva, si aspettava, ma nessuno lo immaginava così. Perché non si era mai visto un campione uscire dal campo dopo quasi un´ora, e intanto la partita spegnersi pur continuando: chi la guardava più? Eppure Alessandro aveva già fatto tanto, tutto: un colpo al ginocchio dopo un minuto e mezzo, ma lui resiste ed eccolo segnare nell´angolino al 28´, è la rete del 2-0, tutta la Juve copre il capitano come una cupola, come una coperta quando fa freddo. Poi, all´inizio del secondo tempo, quel tempo scade. La gente si alza in piedi, piange, canta, espone scritte tipo "Alex, parlerò di te ai miei figli", lui manda baci, solleva le braccia, s´inchina come un grande artista dopo l´ultimo bis, va verso la panchina, si mette in piedi sul bordo per raccogliere tutto quel calore, lo chiamano sotto la curva e lui ci va. Come se tutto fosse finito: perché lo è. «Io sono nato per giocare al calcio, ho tutta la vita per fare il dirigente. Il futuro è adesso, posso solo dire grazie, anche se c´è un forte velo di tristezza». Il sorriso era quasi diventato smorfia, in campo. Buffon, guardandolo, piangeva: «Sono molto triste, Ale ha passato qui metà della sua vita, si sta male quando i legami si spezzano». La stima non è dovuta, è conquistata. Abete: «Del Piero è un grande nel gioco e nello stile». In tribuna, Boniperti agita una bandierina e l´imperdibile Lapo è vestito da calciatore, con un giubbotto bianconero sopra la maglia e occhiali psichedelici. Suo cugino Andrea Agnelli prende il microfono, alla fine, per dire: «Grazie ad Alessandro Del Piero che sarà sempre il nostro capitano, come pochi nella vita». John Elkann, il più alto in grado nella famiglia, immagina il prossimo epilogo: «Per come lo conosco, il miglior finale per lui sarebbe sollevare anche la Coppa Italia». Un drappo lo raffigura nelle vesti di Gesù, la santificazione si completa quando nel suo sito internet compare un caldo messaggio ai tifosi: "Grazie, avete realizzato il mio sogno. Più di questo, niente". Poi, la processione sul pullman scoperto come quando i cosmonauti tornavano dalla Luna. Non una sbavatura, se non l´assurdità di doversene andare così. «Alessandro è una leggenda, oggi mi sono emozionato» dice Conte, al quale il capitano dedica un abbraccio, è giusto essere generosi. Poi si presenta alle telecamere, pesto di gioia e con gli occhi lucidi: «Mai vista una cosa del genere, direi che la gente ha vinto il trentunesimo scudetto... Sono orgoglioso di avere vissuto questo giorno davanti a mia mamma e alla mamma dei miei bambini. Ho visto lo sguardo della gente, vale più di tutto. Finché sto bene giocherò a pallone». Gli domandano se andrà in Inghilterra, magari all´Arsenal: «Gli inglesi vivono il calcio in modo fantastico, però da 19 anni non mi occupo di trasferimenti, sono un po´ fuori dal giro». La festa è perfetta e malinconica, è sempre così alla fine. Persino l´arbitro Gava di Conegliano è un amico d´infanzia di Alessandro, giocavano a pallone nella stessa squadretta. C´è anche Scirea, nel senso di Riccardo che lavora alla Juve, identico a suo padre Gaetano: il tempo è solo una giostra, poi si scende. Quando Alessandro solleva il trofeo dello scudetto, socchiude gli occhi. Non c´è nessun bisogno di aprirli per vedere tutto, per sentire e capire tutto.