Nicol Degli Innocenti, Nòva24 13/5/2012, 13 maggio 2012
LA MISURA DEL TEMPO PERFETTO
Noi comuni mortali pensiamo in termini di giorni, ore, al massimo minuti e siamo abituati all’approssimazione. Peter Hürzeler invece è tutta una vita che ragiona in termini di centesimi e millesimi di secondo e insegue la precisione assoluta. Il responsabile del cronometraggio olimpico di Omega è alla sua sedicesima Olimpiade, tra estive e invernali, e ha accumulato un’esperienza unica al mondo in tutte le discipline olimpiche e paraolimpiche.
A Londra 2012 Hürzeler coordina un team di 450 esperti e 800 volontari e gestisce l’uso di strumenti che pesano 420 tonnellate, collegati da 180 km di cavi, con 390 cartelloni luminosi che indicano i risultati. Questo mago della tecnologia – cittadino svizzero di lingua tedesca ma di madre italiana, ci tiene a precisare – fa sembrare facile uno dei compiti più complicati al mondo. «L’importante è cercare sempre di migliorare – afferma in un’intervista a Nòva24 al Parco olimpico di Londra ancora in fase di rodaggio –. Quest’anno abbiamo oltre 20 novità tecnologiche nei nostri sistemi». Il cronometraggio olimpico è stato affidato a Omega per la prima volta ai Giochi di Los Angeles del 1932, quando, grazie ai 30 cronografi ad alta precisione, i risultati ufficiali furono registrati al quinto e decimo di secondo. Da allora sono passati ottant’anni di continue innovazioni e miglioramenti. A Londra 2012 Omega utilizzerà il nuovo Quantum Timer, che ha una risoluzione potenziata di un milionesimo di secondo, 100 volte superiore a quella dei dispositivi usati finora. Secondo Huerzeler non ci sono sport più complicati di altri da cronometrare perché l’obiettivo è sempre e comunque la perfezione. «Ogni sport ha le sue difficoltà, per eliminare il margine di errore abbiamo sempre laboratori anche in loco – spiega –. A Londra abbiamo sei persone fisse già da due anni oltre al nostro team in Svizzera. Tutto il software deve essere testato, e quando il sistema funziona bene in laboratorio lo usiamo come back-up per un paio di anni e poi quando tutto è perfetto può essere usato per le Olimpiadi». Tutti gli sport sono importanti, ma alcune gare spiccano nell’immaginario collettivo e saranno seguite con particolare attenzione. Per i 100 metri, ad esempio, Omega mette in campo diverse innovazioni, dalla pistola elettronica con flash a nuovi blocchi studiati per minimizzare la possibilità di false partenze, «messi a punto – dice Huerzeler – in collaborazione con i migliori atleti negli ultimi 7 anni. Un sistema nuovo e importante anche per gli allenatori perché misura sia la velocità che la forza esercitata dagli atleti. L’arrivo della gara, segnalato da due sensori a raggi infrarossi, viene filmato da due telecamere ai lati della pista che fanno duemila scatti al secondo per controllare le posizioni di arrivo. Entro 10 secondi il sistema ha verificato i tempi e i risultati ufficiali sono sugli schermi».
Secondo Huerzeler solo una cosa è più importante degli strumenti: la componente umana. «L’apparecchio fa il 30% e la persona che ci lavora fa il 70% – afferma –. I nostri ingegneri devono conoscere benissimo gli strumenti, il loro funzionamento e tutti i possibili problemi, ma anche le regole dello sport. Ovviamente ci tuteliamo con una serie di controlli incrociati e di back-up. Fare un errore è impossibile». Per Huerzeler il momento più bello «è quando l’Olimpiade finisce e tutto è andato bene – dice –. Allora dimentico i problemi e restano solo le soddisfazioni, il grande piacere che tutto abbia funzionato a dovere». Anche in quel momento, però, non è possibile rilassarsi: «Subito dopo Londra ognuno fa un rapporto, ci riuniamo per discuterne e poi pianifichiamo subito il lavoro dei prossimi quattro anni – spiega –. Dobbiamo sempre puntare all’impossibile». Per il mago del cronometraggio di Omega il tempo, durante e dopo le Olimpiadi, è sempre tiranno. Nicol Degli Innocenti • DA MILLESIMO A MILIONESIMO DI SECONDO - Tutte le gare olimpiche sono importanti, ma quella dei cento metri è speciale. Per i pochi secondi di durata della corsa il mondo si ferma e poi guarda i risultati nell’attesa di un nuovo record. Quest’anno a Londra nuove tecnologie renderanno ancora più preciso il cronometraggio e faciliteranno lo scatto degli atleti, riducendo la possibilità di false partenze. La capitale britannica ha avuto un ruolo importante nella storia del cronometraggio olimpico. Ai Giochi di Londra del 1948 infatti furono introdotte le cellule fotoelettriche e la prima macchina fotofinish, il cosiddetto "Occhio Magico", che segnarono l’inizio del cronometraggio sportivo moderno. I risultati ufficiali furono registrati al millesimo di secondo.
Alle Olimpiadi di Londra quest’anno i risultati verranno rilevati dal nuovo Quantum Timer di Omega che ha una risoluzione potenziata di un milionesimo di secondo, di cento volte superiore a quella dei dispositivi utilizzati finora. Il sistema di back-up ha 16 orologi indipendenti che comunicano altrettanti tempi di corsa distinti per garantire un cronometraggio perfetto.
A Londra il revolver da film western che segnava la partenza sarà sostituito da una futuristica pistola elettronica. Appena premuto il grilletto il dispositivo suona, emette un flash luminoso e attiva i cronometri. Altoparlanti installati vicino a ogni concorrente riproducono il suono per farlo sentire a tutti gli atleti nello stesso istante.
Nel 1948 a Londra furono introdotti anche i blocchi di partenza per garantire condizioni identiche a tutti i concorrenti, che prima di allora dovevano scavarsi da soli un buco per terra. Dopo molte revisioni e miglioramenti, quest’anno Omega userà una versione nuova dei blocchi, che misura i tempi di reazione dei velocisti rilevando non il movimento ma la forza esercitata sul blocco posteriore. La barra centrale è stata assottigliata e il poggiapiedi è stato ampliato per permettere diverse posizioni di partenza. (n.d.i)