Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2012  maggio 14 Lunedì calendario

I PADRONI (MALEDUCATI) DEI CANI E L’INSOFFERENZA VERSO GLI ANIMALI —

In tema di animali non c’è più spazio per gli indifferenti, o si è pro o si è contro (soprattutto contro la maleducazione dei padroni). E in nome o contro gli animali si finisce dietro le sbarre: i militanti anti Green Hill qualche settimane fa, a Montichiari, per liberare cuccioli di beagle; il titolare di un bar, sabato pomeriggio, a Vallecrosia, borgo in provincia di Imperia. L’uomo, Salvatore Trinchera, 66 anni, alla vista di un cane che faceva pipì davanti al suo bar, ha perso ogni controllo: è uscito, ha insultato il giovane proprietario, un sedicenne di Ventimiglia, poi ha estratto un coltello a serramanico e l’ha colpito alla schiena. Grave l’adolescente, ricoverato all’ospedale Santa Corona di Pietra Ligure, in carcere con l’accusa di tentato omicidio Trinchera. La vicenda drammatica rimbalza sui blog. Da Nord a Sud, i sindaci, alle prese con problemi giganteschi, dai bilanci bloccati ai calcoli dell’Imu, spiegano che quella sulle deiezioni canine sui marciapiedi «è in testa alle lamentele dei cittadini». La percentuale di gestione corretta del proprio animale che abita le città diventa così un termometro del senso civico. «Il caso di Imperia è sconvolgente — dice Luigi Spagnolli, sindaco di Bolzano, dove più del 90% dei proprietari di cani rispetta l’obbligo di raccolta delle deiezioni e dove i proprietari di cani si sono riuniti in Associazione —. Vero che il messaggio dato alla popolazione per educarla è: se il cane sporca la colpa è del proprietario. Qui però siamo ben oltre». Siamo di fronte a un «caso emblematico di mancanza di tolleranza, perché viviamo in un perenne conflitto sociale, urlato, strillato — dice l’avvocato Fiorenza Resta, consigliere dalla Capitale dell’associazione animalista Frida —. Non c’è la capacità di far convivere diritti diversi dialetticamente, di chi ha il cane e di chi difende il suo portone, ma non ci sono neppure le tutele delle forze dell’ordine e giudiziaria».
A Napoli s’annuncia intanto un inasprimento delle ordinanze in tema di deiezioni. Tommaso Sodano, vicesindaco e assessore all’Ambiente della giunta De Magistris, spiega: «Per evitare lo scontro tra chi ama gli animali e chi no è necessario informare ma anche reprimere. Le sanzioni vanno da 50 a 500 euro. Poiché è difficile cogliere in flagrante chi non rispetta le regole, stiamo anche studiando un progetto con la facoltà di Veterinaria per risalire attraverso l’analisi delle feci canine al proprietario, ovviamente se il cane è stato microchippato».
La questione va «inquadrata in un ambito più vasto di educazione civica — insiste anche Gianluca Felicetti, presidente nazionale Lav —. L’obbligo di raccolta delle deiezioni è trasgredito al Nord come al Sud. Il contatto con l’escremento canino viene considerato una cosa avulsa dai doveri nei confronti dell’animale da chi considera il cane al pari di un soprammobile da mostrare».
Gli animalisti denunciano una «crescente zoointolleranza». Edgar Meyer, autore di «Quattrozampe in Tribunale», ricorda l’esempio di Trento che nel ’92, 20 anni fa, fu il primo comune d’Italia ad installare distributori gratuiti nei parchi di sacchetti e palette. «I risultati furono immediati». È tolleranza zero a Varese. Il sindaco Attilio Fontana non si perde in analisi sociologiche: «Chi prende un cane deve pensare che è come un figlio. La differenza è tra persone intelligenti e mascalzoni». Tutti pagano per la maleducazione di pochi: «In generale c’è una crescita della violenza interpersonale — conclude lo psichiatra Claudio Mencacci —. I conflitti vengono risolti non con la dialettica ma con l’aggressività. Il caso di Imperia rientra in questo quadro».
Il tema animali divide in modo netto chi li ama e chi no. «Lo scarso senso civico di chi non rispetta le regole aumenta il senso di rifiuto nei confronti degli animali. Ma qui siamo nel campo più vasto della non percezione degli altri, un problema enorme della nostra società», aggiunge Emanuela Prato Previde, studiosa del comportamento umano/animale.
Paola D’Amico