Stefano Caselli, il Fatto Quotidiano 12/5/2012, 12 maggio 2012
GRILLO FINISCE SUL “TIME” MA SOTT’ACCUSA È LA POLITICA ITALIANA
Titolo: “Beppe Grillo sul Time”, sottotitolo, “la stampa internazionale sta seguendo con grande attenzione la crescita del Movimento 5 Stelle”. La coppia Grillo-Casa-leggio era ieri giustamente fiera di pubblicare sul blog dell’ex comico genovese “parte” dell’articolo comparso sull’ultimo numero di Time Magazine, prestigioso settimanale Usa. Evidentemente, a New York, la regola dei media sempre pilotati e dei giornalisti tutti al servizio di qualche partito non vale. Non si tratta della cover story ma di un commento interno a firma Stephan Faris intitolato Filding with Rome burns (il riferimento è a Nerone che suona la cetra mentre Roma brucia), sottotitolo “i politici italiani falliti si avvitano al potere anche se il Paese continua a soffrire”.
A ILLUSTRARE l’articolo, una grande foto di Beppe Grillo dal palco di un comizio: “La dice lunga per la politica italiana Faris – che la figura più potente dopo l’ex primo ministro Silvio Berlusconi, travolto dagli scandali, sia un comico brizzolato ed esplosivo di nome Beppe Grillo, noto per aver organizzato i V-Day (Go F Yourself-Day) giornate di protesta nazionale contro la corruzione al governo. Un desiderio di cambiamento attraversa l’elettorato europeo, gli italiani vogliono avere una possibilità di scelta e, con l’eccezione di Beppe Grillo, l’Italia non ha un solo leader nazionale che non fosse già in politica nel 1994, l’anno in cui Berlusconi prese il potere”. Il commento prosegue poi senza più alcun riferimento al leader del Movimento 5 Stelle (se non nel paragrafo finale) e si concentra sulla disastrata politica italiana: “Le elezioni municipali del 6 maggio sono l’ultimo concreto test politico prima delle consultazioni nazionali del prossimo anno. Se i sondaggi sono corretti, i politici italiani prenderanno la stessa lezione dei tiranni della Primavera Araba. La soppressione del cambiamento provoca sollevazioni popolari”.
Il governo Monti è considerato “la prova dell’incapacità della democrazia italiana di produrre un’alternativa migliore”; Pier Ferdinando Casini l’emblema del motivo per cui i giornali italiani da 18 anni sono uguali a quelli di oggi (“nel resto del mondo – scrive il Time citando Matteo Renzi – i partiti rimangono gli stessi e cambiano i leader, in Italia il contrario”); Alfano e Maroni “sottotenenti scelti con cura” da Berlusconi e Bossi (leader di un partito “xenofobo”), la sinistra “impegnata a scandagliare le gerarchie di partito per una serie di burocrati poco stimolanti”.
IL TUTTO per dimostrare che “l’attuale generazione di politici ha governato come se fosse determinata a prosciugare il Paese prima di morire”, fino all’invito finale: “Per coloro che vogliono che i loro partiti sopravvivano, il messaggio non dovrebbe essere ‘abbottonarsi’ ma ‘aprirsi’. In caso contrario non dovrebbero sorprendersi se gli elettori prenderanno in prestito una citazione di Beppe Grillo per dire loro cosa fare di se stessi”. Un’analisi spietata, non dissimile da quella che l’ex comico genovese (che ieri ha rilasciato un’intervista anche a Bloomberg, ribadendo la necessità che l’Italia esca dall’euro) fa da anni. Tuttavia la traduzione dell’articolo (come in effetti si dichiara) non è integrale. Non è stata tradotta la parte in cui si dà notizia che, secondo i sondaggi, oltre la metà degli italiani in questo momento non saprebbe chi votare e – soprattutto – il paragrafo è introdotto dalla frase There is another way, “c’è un’altra via”. Secondo il Time una svolta nella politica italiana è arrivata con “l’introduzione delle primarie per le elezioni municipali (che) ha consentito l’emergere di facce nuove, a livello locale. Candidati sindaco indipendenti a Milano e Firenze hanno sfidato le gerarchie dei loro partiti, vincendo”. Leggere di Renzi e Pisapia come “facce nuove” portatrici di alternative sul suo blog deve essere sembrato troppo a Grillo. Meglio non tradurre.