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 2012  maggio 14 Lunedì calendario

APPUNTI PER GAZZETTA. LA BORSA CALA, EFFETTO DELLA BATOSTA SUBITA DALLA MERKEL IN NORDRENO-WESTFALIA, DELL’INCERTEZZA GRECA E DELLA PERDITA DI DUE MILIARDI DI JP MORGAN. OBAMA DICE CHE VUOLE RIFORMARE WALL STREET


CORRIERE.IT
MILANO - Le borse europee chiudono in forte calo una seduta influenzata dall’incerta situazione politica in Grecia e dalla sconfitta incassata dalla Cdu di Angela Merkel nel Nordreno-Vestfalia, il land più popoloso della Germania. Maglia nera a Milano, dove l’Ftse Mib cede il 2,74% a 13.660,87 punti. Pesante anche Madrid, con l’Ibex giù del 2,66% a 6.809,4 punti. L’Ftse 100 di Londra segna -1,97% a 5.465,52 punti, il Dax di Francoforte arretra dell’1,94% a 6.451,97 punti. Il Cac 40 di Parigi perde il 2,29% a 3.057,99 punti. Sprofonda Atene, a -4,27%.
WALL STREET - Avvio di seduta in calo anche a Wall Street, mentre in Europa le Borse sono tornate a calare marcatamente tra timori sulla Grecia e sulla crisi debitoria dell’area euro, assieme ad inquietudini anche sul rallentamento della crescita economica in Cina. Intanto oltre Atlantico continua a tenere banco il tema delle maxi perdite alla banca d’affari JPMorgan su alcune operazioni di trading andate male - il capo della divisione investimenti si è dimesso - così come i preparativi per lo sbarco in Borsa di Facebook. Alle prima battute l’indice Dow Jones cede 97,9 punti, pari al meno 0,76 per cento, il Nasdaq cala di 25,87 punti, meno 0,88 per cento, lo Standard & Poor’s 500 cede 11,98 punti, meno 0,89 per cento.

CORRIERE.IT - LA PERDITA DI JP MORGAN
MILANO - È uno dei buchi più clamorosi della storia della finanza. Non capita tutti i giorni infatti di perdere almeno due miliardi di dollari (ma indiscrezioni sulle ultime stime parlano di quasi 3 miliardi) con un’attività legata a investimenti sui derivati. Ed è anche una perdita che ha segnato la fine della luminosa carriera di una delle donne più note e meglio pagate dell’alta finanza mondiale, Ina Drew, chief investment officer di JPMorgan Chase e braccio destro del capo della banca d’affari, Jamie Dimon. La Drew si è infatti dimessa a seguito dello scandalo. La banca americana ha confermato le voci che la davano già da qualche giorno fuori dell’azienda. Oltre alla Drew lasciano anche Achilles Macris, responsabile del desk londinese e Javier Martin-Artajo, direttore generale della squadra di Macris.

DIMISSIONI - La Drew era uno dei più importanti top manager di JPMorgan, sicuramente uno dei meglio pagati. È stato però proprio l’ufficio della Drew a causare la maxi-perdita. Nelle scorse settimane la dirigente aveva ripetutamente offerto le sue dimissioni, che il gruppo ha poi formalmente accettato. A sostituirla, fa sapere JPMorgan, sarà Matt Zames, codirettore della divisione global fixed income.
Jp Morgan trema, perdite per 2 miliardi Jp Morgan trema, perdite per 2 miliardi Jp Morgan trema, perdite per 2 miliardi Jp Morgan trema, perdite per 2 miliardi Jp Morgan trema, perdite per 2 miliardi Jp Morgan trema, perdite per 2 miliardi
«LORD VOLDEMORT» - Con la Drew ha lasciato anche Bruno Iksil soprannominato «Lord Voldemort», l’operatore responsabile del clamoroso buco. La Drew conclude così in maniera ingloriosa una carriera straordinaria che l’aveva portata ad amministrare fondi per 360 miliardi di dollari. Per questa sua importante compito Ina Drew l’anno scorso ha ricevuto emolumenti per 15,5 milioni di dollari, mentre nel 2010 aveva guadagnato quasi 16 milioni, diventando una delle dirigenti in assoluto più pagate alla JPMorgan e della finanza mondiale, l’ottava donna meglio pagata nel 2011 secondo la rivista Fortune.
CASA BIANCA - Il caso JPMorgan potrebbe portare a cambiamenti nel mondo finanziario che andranno oltre la stretta cronaca della vicenda. I fatti di JPMorgan, «non fanno altro che sottolineare la ragione per la quale è stato importante far adottare la riforma di Wall Street, e perchè è fondamentale che questa riforma sia attuata in maniera completa», ha affermato infatti il portavoce della Casa Bianca Jay Carney. Ora il mondo della finanza americana teme un ulteriore giro di vite della Volcker Rule, la norma che prende il nome dall’ex presidente della Federal Reserve Paul Volcker che l’ha proposta e che regolamenta il trading bancario.
Marco Letizia

LA SCONFITTA DELLA MERKEL
MILANO - In caduta libera il partito di maggioranza in Germania. La Cdu di Angela Merkel alle elezioni del Nord Reno Wesfalia, il land più grande del Paese, sfiora il tracollo. Secondo i primi due exit poll, il partito cristiano democratico è rimasto fermo al 26% dei voti. In testa con il 39% c’è la Spd, i Verdi hanno raggiunto il 12, mentre i liberali dell’Fdp potrebbero contare sull’8,5%. Infine i Pirati, che con il 7,5% dei consensi entrano nel quarto parlamento regionale. Fuori invece la Linke con il 2,5%.
IL CROLLO - Alle precedenti elezioni del 2010, la Cdu ottenne il 34,6% con un lieve vantaggio sulla Spd che ebbe invece il 34,5% dei voti. I risultati di questo voto ribaltano l’esito di due anni fa, e soprattutto rappresentano per il partito cattolico il peggior risultato di sempre nel principale land del Paese. Per la cancelliera il risultato appare estremamente inquietante, poiché gli elettori hanno umiliato il suo beniamino e ministro dell’Ambiente, Norbert Roettgen, che ha regalato alla Cdu il risultato peggiore dal 1947. Appena conosciuto il risultato Roettgen si è dimesso da capo del partito nell’Nrw, parlando di «una chiara e completa sconfitta che fa davvero male».
Hannelore Kraft: dopo il trionfo «in casa» potrebbe essere la nuova sfidante della Merkel per Berlino (Reuters)Hannelore Kraft: dopo il trionfo «in casa» potrebbe essere la nuova sfidante della Merkel per Berlino (Reuters)
IL GOVERNO USCENTE - Alle scorse elezioni i Verdi ottennero il 12,1%, l’Fdp il 6,7%, la Linke il 5,6% e i Pirati l’1,6%. Dalla precedente tornata elettorale in Reno Nord Westfalia nacque un governo di minoranza rosso-verde, che adesso invece consolida un risultato di maggioranza assoluta all’interno del parlamento regionale. A fronte del crollo Cdu, la Spd registra un incremento di consensi di circa il 4%.
SFIDA AL FEMMINILE - Il risultato del voto potrebbe profilare una sfida tra donne alle elezioni federali per la Cancelleria di Berlino del settembre 2013. Il grandioso successo riportato dal governatore socialdemocratico uscente, Hannelore Kraft, dovrebbe darle la forza per superare i tre concorrenti del suo partito che aspirano a sfidare Angela Merkel. Tutti i sondaggi concordano infatti sul fatto che il cancelliere batterebbe oggi a mani basse sia l’ex ministro delle Finanze, Peer Steibrueck, che il capogruppo Spd al Bundestag, Frank-Walter Steinmeier, come pure il presidente del partito, Sigmar Gabriel. Alla fine la Germania potrebbe ritrovarsi fra un anno con una sfida tra donne, poichè anche se la Kraft continua a ripetere di voler rimanere a Dusseldorf per i prossimi cinque anni, se i sondaggi dei prossimi mesi le metteranno le ali ai piedi difficilmente potrà sottrarsi alla chiamata di un partito che senza di lei non ha al momento alcuna chance di tornare alla Cancelleria.
Redazione Online

PEZZO DI FRATTINI AGGIORNATO
ATENE - A mezzogiorno ha incontrato il presidente e gli altri due capi dei principali partiti greci, un colloquio per evitare di tornare a votare fra un mese. Al tramonto Alexis Tsipras è già in campagna elettorale. Visita il quartiere di Nikaia, zona del porto, qui la sinistra è sempre stata forte. Il giovane leader di Syriza ha risposto no a qualunque tentativo di coinvolgerlo in una coalizione. «Quelli che hanno governato negli ultimi anni non riescono ad accettare il messaggio arrivato dalle urne e continuano con i ricatti. Non saremo complici dei loro crimini».
LE PROPOSTE - I bersagli dell’attacco lo accusano di essere «arrogante» e di mettere in pericolo il Paese. Il conservatore Antonis Samaras e il socialista Evangelos Venizelos sono favorevoli alla proposta del presidente Karolos Papoulias, un governo di unità nazionale che resti in carica per due anni e cerchi di rinegoziare l’accordo stipulato con la troika. Entro la fine di giugno Atene deve realizzare altri tagli per 11,5 miliardi di euro in cambio degli aiuti promessi da Unione Europea, Banca centrale europea, Fondo monetario internazionale.
«Abbiamo proposto a Tsipras di garantire almeno la fiducia al governo - commenta Samaras - e ha rifiutato. Non capisco a che cosa stia puntando».
SENZA SYRIZA - Punta a vincere le prossime elezioni - i sondaggi danno il suo partito al 23 per cento - e a scassinare la concorrenza semi interna: nel pomeriggio di ieri l’ingegnere di 37 anni ha lasciato intendere che il fondatore di Sinistra radicale, nato da una scissione da Syriza, sarebbe stato pronto a sostenere la coalizione. È stato smentito: «Abbiamo già chiarito la nostra posizione - spiega un dirigente della formazione -. Un governo senza Syriza mancherebbe di legittimità popolare e potrebbe causare disordini nelle strade».
IL VOTO - La maggioranza dei greci ha votato domenica scorsa contro le misure di austerità e l’intesa definita dal Pasok e Nuova democrazia con la comunità internazionale. Il 78 per cento dichiara però di voler rimanere nella zona euro. Syriza ha tolto elettori a tutti e due i partiti che hanno dominato per trentotto anni la politica nazionale.
LA MEDIAZIONE - Il presidente greco ha visto anche i leader degli altri gruppi entrati in Parlamento e continua oggi la mediazione. Aleka Papariga, alla guida dei comunisti, ha annunciato che proporrà di cancellare il piano di salvataggio concordato con la troika e ha proclamato nuove manifestazioni ad Atene. Il dramma dei negoziati ne contiene uno personale: Papoulias, 82 anni, è un eroe della resistenza contro i nazisti. Nella notte ha dovuto ricevere Nikos Michaloliakos, il leader di Alba d’oro, che ha conquistato ventuno seggi e due anni fa si è presentato al Consiglio comunale di Atene con un saluto a braccio teso. L’incontro c’è stato, i sorrisi no.
MERKEL: BISOGNA SALVARE LA GRECIA - «La solidarietà per l’euro può finire solo se la Grecia dice semplicemente: non manteniamo l’impegno», ha detto Angela Merkel a Berlino, in un incontro con degli studenti. «Io però presumo che questo non accadrà», ha aggiunto. «Dobbiamo fare di tutto per aiutare la Grecia - ha sottolineato Merkel -, per impedire che esca dall’Euro e per ottenere la crescita».
Davide FrattIni

INSTANBLOG SULLA GRECIA
17.30 La coalizione della sinistra radicale, Syriza, non parteciperà alla riunione con Nea Demokratia,Pasok e sinistra democratica,convocata dal presidente Papoulias nell’estremo tentativo di formare un governo ed evitare le elezioni. Il leader Tsipras fa sapere di essere diponibile,invece,per un incontro privato o per un vertice con tutti i partiti con l’eccezione della formazione di estrema destra. Il Pasok accusa Tsipras: "Ha paura di prendersi responsabilità di governo",il ricorso alle urne sarebbe "disastrosto" per il Paese.