Paola D’Amico, Corriere della Sera 12/05/2012, 12 maggio 2012
DICKENS SBAGLIAVA: ANCHE PESCI E PORCOSPINI BACIANO - I
porcospini si sfregano il naso e gli uccelli il becco, i criceti si mettono faccia contro faccia, le talpe lo fanno con tutto il musetto, le tartarughe si danno piccoli colpetti con la testa, gli scimpanzé si baciano a bocca aperta. Charles Dickens si sbagliava quando scrisse che «l’uomo è il solo animale che sa baciare». E aveva ragione Darwin quando ipotizzava che la tendenza al bacio, intesa in senso lato, e i comportamenti tipo bacio abbiano una base biologica e svolgano funzioni essenziali per l’adattamento.
Al bacio nel regno animale la biologa Sheril Kirshenbaum ha dedicato un intero capitolo del suo libro, «La scienza del bacio» (Cortina Editore). L’ipotesi è che le annusatine d’affetto delle creature pelose, viscide, spinose, acquatiche con cui condividiamo il pianeta potrebbero «avere radici in un’ascendenza evolutiva che abbiamo in comune con il resto della vita sulla terra».
«Il bacio e, soprattutto, i "comportamenti tipo bacio" sono diffusi in moltissime specie animali oltre all’uomo — spiega la psicobiologa Emanuela Prato Previde, docente all’Università di Milano — e vengono esibiti in una varietà di situazioni molto simili a quelle in cui li manifestiamo noi umani». Il bacio e i comportamenti «bacio simili» sono declinati in funzioni diverse negli animali come nell’uomo: «amore-passione», affetto, riconciliazione, sostegno, saluto, rispetto, amicizia. «Dai bonobo, i più simili a noi, con i quali condividiamo più del 98% del Dna fino ai roditori — continua l’esperta —, il bacio è un comportamento che ha la evidente finalità di mantenere o ristabilire la coesione sociale».
Osservate, per esempio, l’Helostoma temmincki, detto anche pesce sbaciucchione proprio per l’abitudine di «baciare», con le sue labbra sporgenti, i membri della sua specie. «Questo gesto non è ovviamente un segno di affetto, ma probabilmente una prova di forza tra rivali per accaparrarsi un territorio — precisa l’ecologo Paolo Galli, ricercatore della Bicocca —. Sempre con le labbra, raschia le alghe incrostate sulle rocce o le pareti di vetro dell’acquario. Qualche volta si attacca ai fianchi di pesci che nuotano lentamente staccandogli qualche squama».
Gli scienziati propongono la relazione tra il bacio e l’esperienza della nutrizione nella primissima infanzia (attraverso il rigurgito/pre-masticazione del cibo da parte della madre), comune ad umani e molti non umani: il bacio che dà la vita. Ma il bacio potrebbe anche essere nato dall’abitudine di annusare un altro individuo, come mezzo di riconoscimento. «È un gesto che porta a rompere l’area magica, lo spazio intimo, che c’è attorno ad ognuno dei due individui, siano umani o non umani — aggiunge Prato Previde —. Il bacio allenta la tensione, è il tramite di una relazione fra amici, fra i membri di una coppia, può essere un segno di pace tra nemici. Non può che esserci un vantaggio se così tante creature diverse l’hanno adottato».
Paola D’Amico