VARIE 12/5/2012, 12 maggio 2012
APPUNTI PER GAZZETTA. L’ASSALTO A EQUITALIA
LIVORNO - Due bottiglie molotov sono state scagliate contro l’ingresso della sede livornese di Equitalia. Le fiamme hanno danneggiato l’esterno della sede che si trova al piano terra di un edificio in via Indipendenza, nel pieno centro della città toscana. È accaduto attorno alle 4.30 di oggi. Per le indagini, sono intervenuti gli uomini della Digos di Livorno. Una delle due molotov non è esplosa ed è stata recuperata dagli investigatori. Entrambe le molotov, secondo quanto appreso, sono state realizzate utilizzando bottiglie di birra e sono state lanciate attraverso la saracinesca a maglie dell’ingresso della sede di Equitalia. Secondo alcune indiscrezioni a mettere a segno il raid notturno sarebbe stato un commando di 7-8 persone. Secondo gli investigatori, che parlano di "atto grave", hanno in effetti agito almeno tre persone. Tra l’altro avrebbero anche tentato di appiccare un incendio e lanciato un petardo, di quelli che si trovano regolarmente in commercio.
Danni alla porta di ingresso, annerita la stessa saracinesca e i muri. I primi ad intervenire sul posto sono stati i carabinieri che hanno allertato i vigili del fuoco. Sulla facciata del palazzo, proprio sotto le finestre della sede di Equitalia, compaiono anche scritte come ’ladri’: sarebbero però vecchie e ricorrenti. C’è poi una scritta in rosso, ’’lotta continua’’, che sarebbe invece nuova.
Il sindaco Cosimi è preoccupato, dice: "Siamo davanti a un salto di qualità non banale. E’ necessario tenere alta l’attenzione su questi temi. Livorno è una città con fortissime radici democratiche, abbiamo gli anticorpi per reagire a queste situazioni. Ma sarebbe un grave errore sottovalutare questi episodi".
A Livorno, il 5 gennaio scorso, si era già verificato un altro episodio contro la sede di Equitalia: era stata recapitata una lettera con un proiettile calibro 7.65. Nella missiva che l’accompagnava l’autore specificava di non avere nulla a che fare con le ideologie anarchiche e l’ipotesi degli investigatori fu che si fosse trattato di un gesto isolato. E sempre ai primi di quest’anno, ma l’episodio emerse solo il 26 gennaio, era stata scoperta una busta con un meccanismo a orologeria a carica manuale indirizzata all’Agenzia delle entrate di Livorno. Al momento comunque non verrebbe ipotizzato alcun collegamento con quanto avvenuto stamani.
(12 maggio 2012)
REPUBBLICA.IT SCONTRI A NAPOLI DELL’11 MAGGIO
Sette persone, al momento, sono state Identificate dalla digos partenopea per i violenti episodi verificatisi davanti agli uffici di Equitalia al corso Meridionale, dove un gruppo di circa duecento persone ha effettuato un presidio senza averne richiesto l’autorizzazione e successivamente ha iniziato a lanciare uova, vernice, sanpietrini, petardi, bottiglie e sacchetti della spazzatura all’indirizzo delle forze dell’ordine poste dinanzi alla sede di Equitalia.
Un gruppo di manifestanti ha anche utilizzato i cassonetti dell’immondizia come ariete contro i poliziotti e per effettuare un blocco stradale. Al vaglio dei poliziotti numerosi filmati "dai quali si evincono - spiega la Digos - le responsabilità di altri manifestanti in corso di identificazione".
Le sette persone identificate saranno denunciate all’autorità giudiziaria per i reati di resistenza, lesioni aggravate, danneggiamento e blocco stradale. Dodici i poliziotti contusi con prognosi che vanno dai sette ai dieci giorni.
Al vaglio dei poliziotti ora vi sono numerosi filmati dai quali si evincono le responsabilità di altri manifestanti in corso di identificazione. Le sette persone identificate saranno denunciate all’Autorità giudiziaria per i reati di resistenza, lesioni aggravate, danneggiamento e blocco stradale. Dodici i poliziotti contusi con prognosi che vanno dai sette ai dieci giorni.
La polizia ha caricato manifestanti anti-Equitalia che stavano presidiando la sede di corso Meridionale a Napoli. Contro gli uffici dell’agenzia erano state lanciate uova piene di vernice rossa ed esplosi due petardi. Poi, bottiglie e sassi sono partiti contro gli agenti del Reparto Mobile schierati davanti gli uffici. La polizia ha risposto caricando i manifestanti e lanciando alcuni lacrimogeni. Almeno uno dei manifestanti è rimasto ferito nel corpo a corpo.
La manifestazione era stata organizzata da ambienti dei centri sociali, riuniti nella sigla "Realtà di movimento napoletane contro Equitalia". Dopo i sette suicidi registrati in Campania a causa della crisi, circa 200 persone si sono date appuntamento in corso Meridionale. Un pullman è stato messo di traverso per bloccare il traffico sull’arteria.
Uno striscione, affisso al muro davanti all’ingresso principale della sede, recita: "Chiudere Equitalia subito". Manifesti, "Fermiamoli, ora basta!", "Pignoriamo Equitalia", tappezzano le facciate dei palazzi vicini. I manifestanti hanno trascinato cassonetti al centro della strada urlando "Assassini".
Tra le richieste avanzate, quella di chiudere gli uffici di Equitalia oggi per rispetto di chi si è suicidato. Proprio ieri un piccolo imprenditore di Vico Equense si è tolto la vita nel parcheggio del santuario di Pompei dopo aver lasciato una lettera di accuse contro l’agenzia di riscossione.
Dopo gli incidenti l’agenzia è stata chiusa, ed è protetta da quattro blindati della polizia. E’ stato riaperto al traffico in corso Meridionale rimuovendo i contenitori della nettezza urbana collocati dai manifestanti. La tensione resta forte e un elicottero della polizia sta sorvolando la zona per controllare gli spostamenti dei manifestanti, che a gruppi si sono spostati in alcune strade vicine. .
Secondo i promotori della protesta, gli incidenti sarebbero scoppiati proprio per il rifiuto dei responsabili di Equitalia di chiudere gli uffici in segno di lutto.
"Attraversiamo un momento delicato, che ci amareggia e addolora profondamente. Ma siamo sicuri di svolgere quotidianamente al meglio il nostro lavoro, con la massima professionalità". E’ il commento di Enrico Sangermano, direttore dell’Agenzia delle Entrate della Campania. "E’ un periodo particolare a livello nazionale, l’Agenzia delle Entrate si è messa in discussione senza timori e posso garantire che ha sempre gestito le pratiche che interessano i contribuenti con il massimo equilibrio e la massima cautela, e così continuerà a fare in futuro".
(11 maggio 2012)
REPUBBLICA.IT - MARADONA
NAPOLI - L’appuntamento tra il fisco e Diego Maradona per una vertenza da 40 milioni di euro è previsto per il 17 maggio, quando l’ex pibe de oro dovrà presentarsi in commissione tributaria. E nel frattempo con il suo avvocato, Angelo Pisani, ha deciso di ripercorrere i "25 anni durante i quali sono stato trattato come un criminale, la mia dignità è stata violentata e la mia immagine sportiva calpestata", ha detto.
"Da 25 anni mi sento perseguitato dal fisco italiano ma nei momenti più difficili, anche nei più duri, sono andato sempre avanti lottando per cercare di vincere la mia battaglia contro Equitalia. Sono solidale con i familiari di chi si è tolto la vita ma a tutti gli italiani che cadono in uno stato depressivo a causa delle cosiddette cartelle pazze dico che è preferibile lottare per cercare di vincere come sto facendo io", ha detto conversando al telefono da Abu Dhabi.
Il suo legale ha confermato la disperazione di quegli anni, quando il calciatore aveva pensato a togliersi la vita. "Non nego che negli anni bui e con la finanza abbia rischiato di fare gesti estremi contro me stesso per l’ossessione e la disperazione che mi provocava l’ingiustizia subita. Il pensiero mi tornava ogni qualvolta tentassi di tornare in Italia. Ma ho avuto la forza di resistere. Lo stesso, posso capire chi non ce la fa, so cosa si prova dentro. Oggi voglio vincere questa battaglia soprattutto per le vittime di Equitalia. Io - ha spiegato Maradona - anche se più
famoso di loro l’ho pagata sulla mia pelle senza avere nessuna colpa".
Il pensiero del campione argentino sui suicidi causati dalla crisi che si stanno verificando da nord a sud del Paese è solidale, fermo, il suo è un appello affinché si fermino le tragedie. Di recente Maradona ha chiesto una conciliazione che martedì mattina potrebbe addirittura farlo tornare di nuovo a Napoli.
Maradona è "preoccupato del clima e della confusione" che vede in Italia e, rivolgendosi a Pietro Paganelli, l’imprenditore napoletano che ha tentato il suicidio e che da giorni è ricoverato in coma al Loreto Mare, ha detto: "Chi più di me sa cosa si prova a essere un perseguitato dalle istituzioni, che invece dovrebbero tutelare i cittadini onesti". "Ora l’opinione pubblica sa tutto, è più vicina ai tartassati - ha spiegato - e alle vittime del fisco e delle banche. Io per 25 anni sono stato solo, abbandonato, perseguitato e considerato colpevole senza neanche essere giudicato dai giudici delle tasse. Mi hanno trattato come un criminale, violentando la mia dignità umana e la mia immagine sportiva".
Ora, ha concluso Maradona, "grazie al mio avvocato, che ha riaperto il caso per farmi finalmente giustizia, il mondo intero ha saputo che fin dal 1994 non esiste alcuna violazione fiscale addebitabile a me". Poi l’ex ct dell’Argentina si è lasciato andare a qualche recriminazione: "Purtroppo c’è chi si vanta di avermi perseguitato ed espropriato dei miei beni, ma io do un ’calcio’ anche a questa cartella falsa, che è una brutta pagina per la democrazia italiana. Spero che le istituzioni italiane salvino i cittadini e chiedano scusa anche all’Argentina".
(12 maggio 2012)