Dagospia 12/5/2012, 12 maggio 2012
Caro Direttore, nel corso del programma di Michele Santoro «Servizio pubblico», Marco Travaglio ha ricordato in modo impreciso la copertura giornalistica che il Tg1 Rai, allora da me diretto, offrì agli ascoltatori in occasione del V Day di Beppe Grillo
Caro Direttore, nel corso del programma di Michele Santoro «Servizio pubblico», Marco Travaglio ha ricordato in modo impreciso la copertura giornalistica che il Tg1 Rai, allora da me diretto, offrì agli ascoltatori in occasione del V Day di Beppe Grillo. Il Tg 1 presentò la manifestazione cosiddetta V Day in un servizio nell’edizione principale in prime time delle ore 20. Io stesso dedicai poi alla vicenda un mio editoriale, sempre in prime time. Chiedemmo a più riprese, tramite i colleghi David Sassoli, vicedirettore, e Bruno Luverà, inviato, un’intervista a Grillo, garantendogli pieno contraddittorio. Non ricevemmo mai risposta. Bruno Luverà girò quindi un lungo approfondimento per Tv 7 sulle manifestazioni di Grillo e, di nuovo, un suo servizio fu lanciato alle ore 20, edizioni principale prime time. Luverà fu costretto a filmare con una telecamerina perché il servizio d’ordine di Grillo aveva impedito l’ingresso alla sua troupe. Per la stessa ragione, il giorno del V Day, le immagini provenivano anche da operatori non del servizio pubblico. Alla manifestazione di Grillo e al suo movimento il Tg 1 dedicò dunque due servizi in prime time, un commento e uno speciale di approfondimento. Come censura mi sembra strana, ricordo che l’ascolto del Tg superava il 30% di audience, raggiungendo quindi milioni di telespettatori, una cifra che comprende l’intera tiratura della nostra stampa. Davvero un bel «lancio» per Grillo. CARLO ROSSELLA GIANNI RIOTTACARLO ROSSELLA GIANNI RIOTTA riotta_twitterriotta_twitter Travaglio ironizza poi sui servizi dedicati alla morte del tenore Pavarotti, ma tutti i quotidiani, compreso il Corriere, diedero naturalmente ampio spazio alla fine del grande artista. Non saprei come commentare invece le «smorfie» che il giornalista attribuisce al conduttore del Tg 1 di quella sera, Attilio Romita: mi limito a ricordare che la stampa di destra sempre, volendo criticare i nostri servizi, attaccava la collega Maria Luisa Busi proprio per le «smorfie». È una accusa assurda, che nessuno può provare, ma serve a fare confusione. Difesi allora Maria Luisa, cui mi legano stima e affetto, anche in Commissione di Vigilanza Rai dagli attacchi diretti di un senatore di Forza Italia. Difendo oggi Attilio. BEPPE GRILLO AD UN COMIZIOBEPPE GRILLO AD UN COMIZIO Travaglio ha tutto il diritto di non trovare buoni quei servizi e pessimo il mio commento, anche se la storia professionale di Sassoli e Luverà non mi sembra li assegni al campo dei conservatori più biechi. Non avrei abusato della tua cortesia se non si trattasse, invece, di un falso totale. Attendo dalle teche Rai i link dei servizi, li metteremo online e ciascuno dei tuoi lettori potrà farsene un’idea. VIGNETTA DI BENNY - BEPPE GRILLO BOMBAROLOVIGNETTA DI BENNY - BEPPE GRILLO BOMBAROLO Spiace l’accanimento di Travaglio contro il lavoro di tanti colleghi perbene. Da tempo è anche lui un giornalista tv, a lungo della Rai, ma insiste a fare il critico tv. Non si può purtroppo essere giocatore e arbitro, non si può tirare fuori il cartellino rosso professionale contro chiunque non la pensi come noi. Il grande Aldo Grasso commenta, ma non lavora a programmi tv, in palese conflitto di interessi. Ricordo con che toni accorati il compianto collega de La Repubblica Giuseppe d’Avanzo ammonì Travaglio sulla sfortunata vicenda delle vacanze da lui trascorse nel 2003, con varie ipotesi su chi abbia poi effettivamente pagato il conto, in compagnia di un personaggio condannato per mafia, l’ex maresciallo della Guardia di Finanza Ciuro. BEPPE GRILLOBEPPE GRILLOdavanzodavanzo Travaglio - scrisse saggiamente d’Avanzo - non farti eterno giudice di chi dissente da te, o rischi che, per esempio sulla vicenda vacanze con Ciuro, la condanna senza processo colpisca te. Peppe non c’è più e ci manca: spiace che, neppure adesso, Travaglio ascolti la sua lezione. Grazie per lo spazio, buon lavoro. 3- LA CONTROREPLICA DI MARCO TRAVAGLIO di Marco Travaglio per Il Fatto.it Non avendo di meglio da fare, una combriccola di buontemponi della penna si dà convegno ogni giovedì sera su twitter per sparlare di Servizio Pubblico, dando vita a una sorta di Dopofestival o di Processo del Lunedì, ma di livello nettamente inferiore. Si tratta di Pigi Battista, Stefano Menichini, Gianni Riotta e altri noti desertificatori di giornali e di ascolti. L’altra sera le allegre comari erano tutte sdegnate perché avevo appena ricordato quando il Tg1 di Riotta, la sera del primo V-Day di Beppe Grillo, l’8 settembre 2007, riuscì a non inserire l’evento nei titoli di testa e a relegarlo in un annuncetto di 29 secondi netti, affogato fra notizione memorabili: i subacquei sott’acqua (mica sopra: sotto), le nozze di Marco Baldini con Fiorello testimone, gl’immancabili sviluppi del caso Garlasco, la prostituzione a Milano (ma prima del caso Ruby, s’intende). ATTILIO ROMITAATTILIO ROMITA Riotta avrebbe potuto mettere online quella memorabile edizione, o almeno pubblicarne la scaletta. Ma siccome era esattamente come l’avevo raccontata, ha preso a cinguettare farfugliando: "Per chi insiste su bugie, Tg1 e Grillo ho fede nei tribunali". Tribunali? Le immagini, Riotta, bastano le immagini. E poi via, in un groviglio di twittate e ritwittate (anche di Sassoli, direttamente dal Parlamento europeo): "i calunniatori", "le menzogne", "Riotta smentisce", "li portiamo in tribunale così si rinfrescano la memoria", "li portiamo tutti in giudizio", "la vedranno gli avvocati", "grazie David vecchio mio", "manipolatori insopportabili", "fai bene a reagire", "il Tg1 approfondì", "le bugie hanno le gambe corte", "guardate le teche Rai", "bravo cantajele chiare a sto busciardo" (Battista, testuale). Sono andati avanti così per tutta la notte: forse non hanno neppure dormito, poveretti. Abbiamo atteso trepidanti per tutto il giorno le famose "teche", cioè il filmato dei formidabili "approfondimenti" del Tg1 dell’8 settembre 2007 sul V-Day. Ma invano. Così ce lo siamo procurato noi: i lettori possono goderselo su ilfattoquotidiano.it e serviziopubblico.it Indovinate chi è il "busciardo"? grillo travaglio abbraccio lapgrillo travaglio abbraccio lap Ieri Riotta ha voluto dare ulteriore sfoggio di sé con una lettera al sito del Corriere. Mi ha dato dell’"impreciso" a proposito del "servizio" del suo Tg1 sul V-Day, ma purtroppo quella sera non vi fu alcun "servizio": solo uno striminzito "strillo" di Romita (al minuto 14) da studio, e senza immagini originali, visto che in piazza Maggiore a Bologna non c’erano né inviati né telecamere del Tg1. MARCO TRAVAGLIOMARCO TRAVAGLIO Poi Riotta ha cominciato a divagare, che è la cosa che gli riesce meglio: "Alla vicenda dedicai poi un mio editoriale". Certo, "poi": non la sera dell’evento, ma nei giorni successivi, quando tutti i giornali ne avevano parlato così tanto da costringere persino lui ad accorgersene. Riotta si fa scudo del Tv7 (7 giorni dopo), ma l’ho citato anch’io. Dice che il suo inviato "fu costretto a filmare con una telecamerina perché il servizio d’ordine di Grillo aveva impedito l’ingresso alla troupe": ma quello non era il V-Day, era uno show di sei giorni dopo per il pubblico pagante. MICHELE SANTORO MARCO TRAVAGLIOMICHELE SANTORO MARCO TRAVAGLIO Riotta mi accusa pure di "conflitto d’interessi" perché collaboro con un programma tv e critico altri programmi tv: forse confonde la libertà d’informazione con l’omertà. Infine s’avventura pericolosamente nelle mie ferie in Sicilia del 2003, di cui stento a comprendere l’attinenza col Tg1 e Grillo: le definisce "sfortunate" e parla di "varie ipotesi su chi abbia poi effettivamente pagato il conto". Spiacente di deluderlo, ma quelle vacanze furono fortunatissime e il conto lo pagai io, come ho dimostrato pubblicando i bonifici e gli assegni (a proposito: contrariamente a quanto scrive il disinformato Riotta, il maresciallo Ciuro presente nello villaggio in cui soggiornavo non è mai stato "condannato per mafia"). Però fa bene Riotta a invocare, con le allegre comari, i tribunali: infatti ci vediamo lì.