Claudio Plazzotta, ItaliaOggi 12/4/2012, 12 aprile 2012
La Mondadori chiude Economy – Il settimanale Panorama Economy della Mondadori chiude i battenti, e i dieci giornalisti in redazione verranno redistribuiti su Panorama (cinque) e su altre testate di Segrate (gli altri cinque)
La Mondadori chiude Economy – Il settimanale Panorama Economy della Mondadori chiude i battenti, e i dieci giornalisti in redazione verranno redistribuiti su Panorama (cinque) e su altre testate di Segrate (gli altri cinque). Per il condirettore, Giovanni Iozzia, invece, si resta in attesa di definirne esattamente il futuro. La storia di Economy è la storia di un grande equivoco che in Mondadori non hanno mai saputo risolvere. Il giornale nasce nel maggio 2003, e il mercato, di fronte alla iniziativa del più importante editore cartaceo italiano, ha enormi aspettative. Ma sin dall’inizio si capisce che la casa editrice non intende investire molto: la testata parte come spin off di Panorama, e da Panorama, però, non si distaccherà mai nonostante il logo Economy diventi sempre più evidente col passare del tempo. Si punta più agli introiti pubblicitari che alle vendite in edicola, e questo è un grave errore. Perché in questo modo il prodotto non diventa mai autonomo e autorevole, e va subito coi conti in rosso a ogni fase congiunturale in cui gli investitori chiudono i rubinetti. Nonostante la forza dell’editore, e degli abbinamenti con altri giornali del gruppo in edicola, Economy, nei suoi nove anni di vita, non scalfirà mai, neppure per un istante, le diffusioni degli altri settimanali concorrenti di economia e finanza. Resterà per sempre un incompiuto. Alla sua guida si susseguono Paolo Madron, che dopo un anno e mezzo lascia le redini a Giorgio Mulè (novembre 2004), che nel 2006 consegna la direzione a Sergio Luciano, il quale molla a inizio 2009. Di qui in poi Mondadori non ha più neppure il coraggio di nominare un direttore vero e proprio del settimanale. Che diventa feudo in tutto e per tutto di Panorama. Feudo, tuttavia, periferico e considerato non strategico. Ci sarà un intervallo di sei mesi in cui le redini sono in mano a Maurizio Belpietro (direttore di Panorama), e poi, dal settembre 2009, la direzione torna a Mulè (divenuto direttore di Panorama). Nel frattempo la redazione di Economy è guidata dal condirettore Iozzia. Negli ultimi anni molti giornalisti abbandonano Economy, approfittando di scivoli o di altre offerte professionali, e la testata perde via via vigore, fino alla chiusura (c’era il break even nel 2010, ma nel 2011 i conti sono tornati in rosso, e lo sono restati nel 2012). Un settimanale la cui debolezza è bene espressa dai numeri. Nell’ultima Ads disponibile, la media mobile da febbraio 2011 a gennaio 2012, si certifica che Panorama Economy vendeva appena 9.400 copie in edicola, e 9.600 in abbonamento. Tanto per fare un confronto, Milano Finanza vende 60.560 copie in edicola, e oltre 20 mila in abbonamento; il Mondo è a quota 24 mila copie in edicola, e a 19 mila abbonamenti. La cattiva notizia di Economy si accompagna, comunque, alla grande attesa per il debutto del nuovo Panorama del 31 maggio. Non si tratta di un restyling, ma del lancio di un vero e proprio giornale nuovo, ripensato dal direttore Mulè e dal vicedirettore Walter Mariotti, un settimanale che cambia totalmente e che sarà il lancio 2012 della Mondadori. Probabile, quindi, che slitti al 2013 il nuovo mensile femminile al quale sta lavorando Silvia Grilli (vicedirettore di Panorama) e che dovrebbe completare il portafoglio prodotti di palazzo Niemeyer dopo la cessione di Cosmopolitan a Hearst Magazine Italia e il ridimensionamento di Flair (trasformato in un trimestrale allegato a Panorama).