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 2012  aprile 12 Giovedì calendario

Di una nuova Dc non parla più nessuno, nemmeno Pierferdi – Se continua a difendere le misure più impopolari del governo, come del resto è tenuto a fare se non vuole che il Caro Leader si faccia prestare la scopa da Bobo Maroni e gliel’abbatta sulla schiena, Corrado Passera rinunci al sogno di guidare, in futuro, un nuova release del partito cattolico: la Dc 2

Di una nuova Dc non parla più nessuno, nemmeno Pierferdi – Se continua a difendere le misure più impopolari del governo, come del resto è tenuto a fare se non vuole che il Caro Leader si faccia prestare la scopa da Bobo Maroni e gliel’abbatta sulla schiena, Corrado Passera rinunci al sogno di guidare, in futuro, un nuova release del partito cattolico: la Dc 2.0. * * * D’una nuova Dc, d’altra parte, non parla più nessuno. Dopo la botta elettorale incassata dal Terzo polo, tre volte rinnegato dal suo stesso padre fondatore prima che cantasse il gallo la mattina del martedì successivo alle elezioni, non ne parla più nemmeno Pierferdinando Casini, benchè aspirasse al ruolo degasperiano del leader clericoliberale, per metà statalismo e Padre Pio, per metà mano invisibile e riforme di struttura bocconiane, un po’ crescita e un po’ rigore. Gianfranco Fini e i suoi futuristi sono irritatissimi, e non lo nascondono. Idem, ma senza darlo a vedere, Francesco Rutelli e i suoi tesorieri. * * * Uscito di scena il Terzo polo, mentre c’è già chi ipotizza una nuova allenza tra Udc e Pdl, per Corrado Passera non ci sono dunque più speranze. Ma se non può diventare il leader d’un partito neocattolico può sempre aspirare al ruolo d’uomo immagine per qualche lozione di ricrescita dei capelli (così com’è, è perfetto per il «prima della cura», con un parrucchino per il «dopo la cura»). * * * «È noto che l’identità personale risiede nella memoria, e che l’annullamento di questa facoltà comporta l’idiozia. Lo stesso si può pensare dell’universo. Senza un’eternità, senza uno specchio delicato e segreto di ciò che accade nelle anime, la storia universale è tempo perso, e con essa la nostra storia personale, il che ci rende fastidiosamente spettrali» (Jorge Luis Borges, Storia dell’eternità, Adelphi 1997). * * * «Hanno causato tragedie umane», dove «tragedia umana» è un eufemismo, che sta per suicidio da panico fiscale. Accusa che rimbalza vuoi come una pallina nel flipper da una parete all’altra del Palazzo, vuoi come una palla da tennis da una metà campo all’altra metà campo delle istituzioni repubblicane. Alla battuta l’esecutivo tecnico, ribatte il partito dell’amore, scambio veloce, mentre i giocatori, dopo ogni rilancio, nascondono mano e racchetta. * * * «Quando parla l’accusato, sui volti dei giurati si disegna qualcosa di duro, freddo come il marmo. Nei tuoi confronti siamo tutt’orecchi e tutta mente, niente di più_ dicono queste maschere. Noi siamo i giudici. Capisci quel che significa? La facoltà dei giudici infrange la fraternità tra gli uomini» (Alfred Pogar, Processo per assassinio, in A. Pogar, Piccole storie senza morale, Adelphi 1994). * * * Ricapitolando: prima ha dato dell’assassino alla Buonanima e ai suoi ministri, ai quali andrebbe la responsabilità della crisi e dunque anche dei suicidi che oggi, quando al Caro Leader tocca l’ingrato compito di rimediare ai loro errori, funestano la nazione. Lo dice, ma poi ci ripensa. Non solo la Buonanima è privo di colpe, e non soltanto sono innocenti come bambini pure i ministri del suo governo, ma è stato proprio il Cavaliere a varare, gliene sia reso merito, «le prime riforme strutturali». Parole gentili, retromarcia addirittura un po’ salameleccosa, però imboccata più col loden svolazzante che col cuore sincero. Non sono frutto, cioè, d’una ferma convinzione (Silvio Buonanima, oltre che senza colpa, mi è pure simpatico) ma delle buone maniere bocconiane. Si è capito benissimo, infatti, che all’andata il Caro Leader ha detto quel che pensava, senza ambasce diplomatiche, e che al ritorno invece mentiva per educazione. * * * In Grecia (dove non si riesce a mettere insieme un governo dopo le elezioni di domenica scorsa, che hanno alimentato il caos istituzionale) si tornerà presto a votare. Così funzionano le cose nel paese che ha dato un nome alla democrazia. Molto più avanzati di loro, noi abbiamo superato la democrazia: il Caro Leader è tale per decreto celeste, ha un mandato divino, e comunque vadano le elezioni lui resta lì dov’è, a insolentire i politici eletti. * * * «Gli americani volevano alcool di contrabbando, e io gliel’ho dato. Nessuno voleva il proibizionismo! Chicago lo respinse, sei contro uno. Qualcuno doveva pur dare da bere a chi aveva sete! Perché allora mi chiamano nemico pubblico? Un ladro è un ladro, e c’è qualcosa di sano nella sua sincerità. Ma chi pretende di far rispettare le leggi e ruba approfittando della propria posizione è un verme schifoso!Il peggior tipo del genere è l’autorevole uomo politico che sciupa metà del suo tempo a tener nascosto agli altri che in realtà è un ladro. Un criminale può comprarne dozzine di quei fringuelli, ma in cuor suo li detesta» (Al Capone, cit. in Kenneth Allsop, L’impero dei gangster. L’era del proibizionismo da Al Capone a Frank Nitti, Odoya 2012).