Francesca Russi, la Repubblica 11/5/2012, 11 maggio 2012
"Mettiamo una bomba a Repubblica magari finiamo tutti in galera ma almeno quello lo uccidiamo" – BARI - Guai a criticare i tre capi ultrà
"Mettiamo una bomba a Repubblica magari finiamo tutti in galera ma almeno quello lo uccidiamo" – BARI - Guai a criticare i tre capi ultrà. Così i leader della curva nord dello stadio San Nicola meditavano la vendetta. «Bordello, bombe, mazzate». Contro i giornalisti che avevano osato commentare, e in particolare i cronisti di "Repubblica" Giuliano Foschini e Marco Mensurati, autori degli articoli sullo scandalo del calcioscommesse. «La carica di violenza e intimidazione che contraddistingue la condotta dei tre indagati - scrive il gip del tribunale di Bari Giovanni Abbattista nell´ordinanza di custodia cautelare - appare direttamente orientata nei confronti di alcuni giornalisti come Enzo Magistà, direttore responsabile dei servizi di informazione giornalistica dell´emittente televisiva privata "Telenorba" di Conversano e Giuliano Foschini, redattore della sede di Bari del quotidiano "La Repubblica" e delle rispettive testate in quanto ritenuti responsabili di aver censurato, nell´esercizio delle proprie funzioni professionali e in un Paese tuttora ispirato al principio costituzionale della libertà di stampa, l´operato dei tre capi ultras nei loro commenti e articoli». LE MINACCE A REPUBBLICA A provare quelle che il gip definisce "intenzioni sinistre e bellicose" ci sono le conversazioni telefoniche. È in un´intercettazione del 3 aprile scorso che Roberto Sblendorio e Raffaele Loiacono affrontano la questione "giornalisti". Dice Sblendorio: «Magistà si è tolto la titina (lo sfizio, ndr), ci sta buttando la merda in faccia, quegli ultrà che si accordavano le partite... oh, Lello in altri tempi avremmo spaccato tutte cose, bombe a Repubblica, mazzate a Magistà avessimo dato... in altri tempi avremmo fatto il bordello... cioè secondo me io tu ed Alberto ci dobbiamo vedere... quello che dice quello, dormite e statevi buoni... oh, vuoi sentire? Che cazzo me ne frega a me, perché mi devo stare zitto... io non c´entro niente in mezzo a questa cosa perché mi devo stare zitto... io non mi voglio stare più zitto basta, io non me le sono vendute le partite del Bari... il derby non me lo sono venduto!». Sblendorio «non usa mezzi termini - riporta il gip - neppure sul conto di Foschini». Nella stessa conversazione telefonica dice a Loiacono: «Foschini chi è? Conosci Foschini? bh, bh, bh, bh, bh... lo mandiamo all´ospedale... che dobbiamo fare Lello, che ne dobbiamo fare... ma almeno tu sai che vai in galera e alla persona l´hai uccisa... "perché sei andato in galera?" Ho menato ai giornalisti, ho menato a tutti quanti». Poi si va a Repubblica: «Che cos´è a voi?... come abbiamo fatto in passato... io a Foschini lo sarei andato a prendere a corso Vittorio Emanuele, gli metterei i c... in bocca al cornuto... hai capito il ragionamento?». LA SPEDIZIONE PUNITIVA CONTRO GILLET I tre capi ultrà hanno giurato vendetta anche all´ex capitano del Bari, il portiere Jean Francois Gillet in questa stagione al Bologna, che li ha accusati davanti ai magistrati baresi. «Io voglio parlare con Gillet, io devo andare a Bologna - dice Sblendorio al telefono - devo fare qualche cosa "ma tu perché hai fatto una cosa del genere?... ma chi ti ha contattato a te... a te sono venuto a chiedere? Uè infamone e cornuto, quando mai, quando mai...». E ancora. «Quando hanno preso gli schiaffi, neanche a lui - riferito a Gillet - abbiamo messo in mezzo... se sapevo gli davo mazzate pure a lui quel figlio di...». L´OMERTÀ SULLE PARTITE VENDUTE C´è poi un´altra conversazione telefonica inserita tra le pagine del provvedimento. Proverebbe, secondo il gip, l´atteggiamento "omertoso". Gli ultrà hanno un «bagaglio conoscitivo scottante» che riguarda proprio l´inchiesta sul calcioscommesse. È l´8 aprile. Savarese parla al telefono con Sblendorio. Se io mi metto a dire le cose della serie B di due anni fa a Laudati gli viene il mal di testa. Deve prendersi un momendol di quelli brutti. Si, perché le voci di queste cose stavano dalle ultime partite di serie B. Cioè il giorno di San Nicola che vendevamo le magliette, c´era gente che diceva "Alberto, lo sai che Bari-Treviso è così..." - No, che cosa dici, il Bari deve vincere, noi dobbiamo festeggiare. Il Bari ha perso con il Treviso in casa, e la gente mi diceva "Alberto, che così deve andare a finire". Ouh, è andata a finire così». "GLI ULTRÀ SONO PERICOLOSI" I tre capi ultrà sono soggetti "pericolosi". «Non si limitano a porre in essere condotte minacciose e violente nei confronti dei calciatori del Bari per indurli a perdere alcuni incontri di calcio in modo da consentire ai predetti di lucrare la relativa vincita pecuniaria in sede di scommesse su eventi calcistici, ma tramano manifestazioni di pura violenza nei confronti degli ultrà del Foggia, con i quali sono pronti ad instaurare una "guerra"». IL TERRORE NEGLI SPOGLIATOI Riescono così ad instaurare negli spogliatoi dello stadio un "clima di terrore". A seguito delle minacce infatti la squadra era sprofondata in uno «stato d´animo di ulteriore angoscia e turbamento». La conseguenza è «la tenuta agonistica non irresistibile e "remissiva" dei calciatori in occasione di detti incontri (terminati con la sconfitta del Bari), disputati sotto il peso psicologico della coazione dei capi-ultrà». Non irrilevante - a giudizio del magistrato - è «il perdurante difetto di adeguata "protezione" istituzionale o societaria dei calciatori e la loro sensazione di impotenza dinanzi agli eventi».