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 2012  maggio 11 Venerdì calendario

BEFERA IN VISITA DAL PREMIER. PRESTO MONTI DAGLI ISPETTORI — A

Termini Imerese la sede di Equitalia è ancora occupata dagli operai Fiat. A Mestre l’ufficio è "presidiato" dai centri sociali, quello di Genova due giorni fa è stato chiuso per un allarme bomba, mentre davanti a quello di Imperia hanno impiccato i manichini. Sono solo gli ultimi episodi di una serie impressionante di intimidazioni che hanno colpito l’Agenzia delle entrate e la sua controllata Equitalia, motore e braccio operativo della riscossione fiscale, intorno alle quali, ormai, la tensione si è fatta incandescente, insopportabile. Tanto che ieri il direttore dell’Agenzia, Attilio Befera, ha varcato il portone di Palazzo Chigi per affrontare il problema direttamente con il premier, Mario Monti.
Voleva un segnale, Befera, e lo ha ottenuto. Non di solidarietà, perché non era quello che cercava, ma di sostegno e di condivisione di responsabilità. Il governo appoggia senza riserve l’attività degli agenti del Fisco e presto lo dimostrerà con i fatti lo stesso presidente del Consiglio. La prossima settimana potrebbe recarsi in visita presso la sede dell’Agenzia delle entrate, a Roma, per testimoniare il suo sostegno. E non è tutto. Perché d’accordo con Befera che le sollecita da tempo, l’ultima volta due giorni fa a Genova, il governo è pronto a intervenire per rendere la riscossione un po’ più umana. Più a misura della crisi anche se questo, sottolineano a Palazzo Chigi, non vuol dire affatto che il governo è pronto ad alzare bandiera bianca davanti agli evasori.
Anzi. Monti, come Befera, è convinto che il minimo cedimento, adesso, rischierebbe di far fallire l’intera campagna contro l’evasione avviata da un paio d’anni e che comincia proprio ora a produrre risultati importanti. Anche se molto costosi, in termini di sostenibilità politica. Il bilancio dell’attività di riscossione dell’ultimo anno è la fotografia fedele di una situazione quasi paradossale: 12 miliardi di tasse recuperate all’evasione e 270 atti di vandalismo e violenza contro l’Agenzia. Pacchi bomba ai dirigenti, funzionari sequestrati, uffici presi d’assalto, una drammatica sequenza di gesti disperati di cittadini. Spesso collegati a problemi con la riscossione delle imposte, anche quando non lo sono.
«Noi non facciamo altro che applicare le leggi dello Stato» ha ripetuto Befera anche l’altro giorno a Genova. Come dire che l’Agenzia è solo lo strumento, che è lo Stato che si è messo a fare sul serio per debellare l’evasione. E lo Stato, oggi, sembra pronto a far sentire la sua voce. Con il pieno appoggio all’Agenzia e a Equitalia, ma anche con qualche aggiustamento della normativa. Tanto per cominciare la compensazione tra i debiti commerciali delle imprese e i debiti fiscali iscritti a ruolo. Un credito con la Asl potrà essere "pagato" girando all’azienda sanitaria, che diverrebbe debitrice del Fisco, una cartella esattoriale. Poi con la riduzione dell’aggio riconosciuto a Equitalia sulle somme recuperate all’evasione.
Dal primo gennaio del 2013, il tasso attuale del 9% verrà ridotto, anche se non di molto, per riflettere i minori costi effettivi della gestione delle riscossioni coatte. Poi, con uno dei decreti attuativi della delega fiscale, ci sarà la riduzione degli oneri per i contribuenti che vanno in contenzioso con il Fisco. Prima del ricorso si pagherà solo un terzo della pretesa tributaria, ma non più le sanzioni e gli interessi. Certo, restano sul tavolo ancora problemi pesanti da risolvere, come il rimborso dei crediti Iva che i contribuenti sollecitano all’Agenzia, ma che il Tesoro non autorizza per mancanza di fondi. E resta da sistemare, tra l’altro, anche la questione della riscossione per conto dei Comuni, che secondo l’Agenzia è stata una delle cause principali del fortissimo malumore montato contro gli esattori (basti pensare al caos delle multe pagate o annullate, e ugualmente mandate in riscossione). L’accordo è stato disdetto dal 2012, ma il governo l’ha prorogato di un anno. E molti sindaci, dopo aver sparato ad alzo zero contro i sistemi di Equitalia, ora vorrebbero un’altra proroga...
Mario Sensini