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 2012  maggio 11 Venerdì calendario

La pelle a granetti di Elisa Isoardi – Il Servizio pubblico potrebbe fare qualcosa di più per aiutare il Paese a uscire da questa crisi? Non si chiedono, ovviamente, soluzioni, né dibattiti per trovare soluzioni (quelli, purtroppo, ci sono già)

La pelle a granetti di Elisa Isoardi – Il Servizio pubblico potrebbe fare qualcosa di più per aiutare il Paese a uscire da questa crisi? Non si chiedono, ovviamente, soluzioni, né dibattiti per trovare soluzioni (quelli, purtroppo, ci sono già). Si chiede qualcosa di più impalpabile, un refolo di intelligenza, una ventata di freschezza, un battito di ali che faccia volgere lo sguardo in avanti. Niente, niente, niente. Il Servizio pubblico è un carrozzone che mira solo alla sua autoconservazione, costi quel che costi. Solo così si può spiegare l’ennesimo, inutile programma, «Punto su di te», condotto da Claudio Lippi e Elisa Isoardi e scritto (scrivo i nomi perché restino a futura memoria di tanta insipienza) da Massimo Cinque, Vincenzo Galluzzo, Domenico Liggeri, Zap Mangusta, Marco Salvati, Massimo Santoro, diretto da Stefano Gigli (Rai1, mercoledì, ore 21.21). Siamo dalle parti di «Campanile sera», città contro città, esibizione contro esibizione: una manciata di nomi noti (sempre i soliti, tra cui Ricky Tognazzi, Maria Grazia Cucinotta, Biagio Izzo e altri) a fare da padrini, una sfilata di «talenti sconosciuti», di artisti al primo applauso. Alla fine, è il pubblico in studio a decretare il vincitore e di conseguenza il paese che si aggiudicherà la puntata. Ci volevano sei autori (uno per località?), due presentatori, due o tre «inviati» per questa rimasticatura! C’era anche Toto Cutugno che ha cantato «L’italiano» («Buongiorno Italia gli spaghetti al dente, un partigiano come presidente…») e così Lippi, dopo aver affermato che Vincenzo Nibali sta correndo il Giro d’Italia (non è vero, almeno leggere i giornali) ha potuto urlare: «Non stiamo passando un bel momento, ma gli italiani ce la fanno, ce la fanno». Fanno cosa? A un certo punto, Isoardi ha detto che aveva la pelle a granetti (sarebbe la pelle d’oca). A Cuneo e nelle sue valli noi diciamo così: perdonata.