Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2012  maggio 11 Venerdì calendario

Intervista a Paolo del Debbio «Prendono schiaffoni ma in tv sono arroganti L’eredità del Cavaliere non resterà a vita»– MILANO — Era stato uno degli estensori del programma di Forza Italia e aveva molto creduto al progetto

Intervista a Paolo del Debbio «Prendono schiaffoni ma in tv sono arroganti L’eredità del Cavaliere non resterà a vita»– MILANO — Era stato uno degli estensori del programma di Forza Italia e aveva molto creduto al progetto. Oggi, il filosofo Paolo Del Debbio ammette: «Mi troverei a disagio nella mia vecchia casa politica». E attacca «quelli che vanno in tivù a fare gli arroganti, dopo questo schiaffo: come se lo schiaffo lo avesse preso davvero Monti o qualcun altro...». Pdl allo sbando? «Il Pdl è un po’ come Spencer Tracy nel Vecchio e il Mare: hanno tra le mani un grande pesce ma non lo tirano in barca. E se non lo tiri in barca, a poco a poco te lo mangiucchiano e resti con la lisca in mano». Dove il pesce è il consenso? «Esattamente. Il consenso che si sono trovati fra le mani, regalato da Berlusconi». Come si spiega questo risultato elettorale? «Sicuramente ha pesato l’assenza del Cavaliere». Quindi, il Pdl è Berlusconi? «No. Ma se non c’è il Cavaliere, tu ti devi inventare qualcosa: mentre l’impressione è che pensino che quell’eredità rimarrà a vita. Devi dare l’idea di una Italia diversa, parlare di riforme, dirmi come affronti la crisi economica». Cosa che non succede? «A dire la verità, vedo solo della nebbia. La carenza di contenuti è abbastanza importante e la carica propulsiva messa all’inizio si va perdendo». Invece, Grillo? «Grillo va in giro per l’Italia e fa il discorsone. Ma i suoi candidati dicono cose concrete, parlano di cosa vorrebbero fare». Cosa pensa della crisi della Lega? «Guardi, mi sembra l’anacoreta che predica sobrietà e poi si volta e lo scopri che si sta mangiando una bella fiorentina. La Lega non può permettersi i pasticci che ha fatto: il popolo leghista ha creduto al messaggio di Bossi, ma rendersi conto che poi si sono omologati ai comportamenti "degli altri" ha un effetto devastante sul loro elettorato». Il centrosinistra vive un momento di gloria? «È come quello che vince il Giro camminando, ma intanto gli altri hanno forato o sono scoppiati. Camminano piano, ma vincono». Tornando al Pdl, ha letto le considerazioni di Berlusconi? «Sì e gli arroganti che vanno in tivù dovrebbero prendere esempio dalla sua posizione. Le sue dichiarazioni sono abbastanza sofferte e non è il suo stile: almeno si pone delle questioni di fondo sul consenso e sull’Italia». Crede che il Pdl abbia pagato l’effetto Monti? «Ma sì, ci sarà anche questo. Ma tu per avere il mio voto devi convincermi di avere alternative a Monti, non ti posso seguire solo perché contesti le tasse di Monti. Devi presentarmi un’ alternativa che rispetti due condizioni: convincere i mercati e avere un effetto immediato sui conti pubblici. Altrimenti non ti segue più nessuno, neppure la sciura Maria». Sta descrivendo un Pdl-ameba, si rende conto? «Io osservo che in America, quando c’è un momento di crisi, le fondazioni dei partiti all’opposizione sfornano un documento al giorno. Ma qui? Se togli ogni tanto una uscita della fondazione di Brunetta, le altre, che pure sono tante, cosa fanno? Giocano a bridge?». Di Angelino Alfano segretario cosa pensa? «Ho l’impressione che magari avrebbe anche in mente di fare di più, ma vive nel partito fra mille lacci e lacciuoli, a partire dai tre tenori che ha intorno». Scusi, Del Debbio, ma lei è ancora nel partito? «Io ormai faccio altro e sono molto contento di essere fuori. Molto». Elisabetta Soglio