Maria Novella De Luca, la Repubblica 10/5/2012, 10 maggio 2012
Mamme a diciassette anni boom dei genitori-ragazzi – A sua figlia Joanne ha messo un nome bellissimo: Anika
Mamme a diciassette anni boom dei genitori-ragazzi – A sua figlia Joanne ha messo un nome bellissimo: Anika. Joanne ha 18 anni e Anika due, mentre Niko, il padre, di anni ne ha 17. A vederli insieme li diresti adolescenti come tutti gli altri Joanne e Niko, jeans, felpa, cellulare, se non fosse per lo sguardo con cui si guardano e sorridono ad Anika, mentre alle 7 camminano veloci con il passeggino verso il nido. E lasciata Anika corrono a prendere l´autobus, perché la scuola inizia alle 8.10, ed è meglio non perdere la prima ora. Cinisello Balsamo, Milano. È qui, tra le case popolari della cintura milanese, che inizia la storia, anzi la cronaca di questi due giovanissimi amanti, diventati improvvisamente genitori, e oggi in bilico tra una vita da ragazzi e una vita da adulti. Joanne è un´italiana 2G, seconda generazione, arrivata qui dalle Filippine poco più che bambina, ed è una delle 11mila adolescenti che ogni anno diventano mamme tra i 15 e i 17 anni, con un fenomeno che cresce, entra nelle scuole, negli ospedali. Il 2,1% di tutte le gravidanze in Italia riguarda ragazzine sotto i 18 anni. «Il test l´ho ripetuto due volte, non ci volevo credere - racconta Joanne seduta sul divano del bilocale in cui vive anche con la madre Annalyn e il fratellino di 7 anni - ma Niko ed io abbiamo deciso quasi subito di tenerlo questo bambino. Per settimane però non ho avuto il coraggio di dirlo a mia mamma. Ci ha portato qui con enormi sacrifici, con la speranza che studiassimo. So che ha pianto, tanto. Adesso però, credo, è felice anche lei». Joanne non spiega perché ha scelto di diventare madre. Anika è arrivata e basta. Con l´inconsapevolezza di un gioco. Anche se oggi la vita è tutta un´altra cosa, più dura, difficile, nonostante la risata argentina di Anika. «Il tempo di studiare ormai c´è soltanto la sera, ma spero di riuscire a prendere il diploma. Mi mancano la solitudine e il silenzio. Finita la scuola andremo via, ottenere la cittadinanza qui è quasi impossibile, forse Singapore, chissà...». Storie di madri-bambine: Joanne, e poi Eyverin che è diventata madre di Ranzel a 15 anni, Giovana, che a 17 anni partorisce Dustin. Angela, di Frattamaggiore, un bambino nato quando aveva soltanto 13 anni e tornata agli studi grazie ad una preside intelligente, Giuseppina Cafasso, che crea una nursery a scuola. Ed è di ieri la storia di B. anche lei 13 anni, che ad Avellino ha dato alla luce Michela, oggi di tre mesi. Gravidanze acerbe di ragazze italiane che si intrecciano con quelle delle "nuove italiane". Ed è a loro, baby mamme 2G, che è dedicato il docu-reality "Piccole mamme crescono" di "Babel", il canale 141 di Sky, otto puntate che andranno in onda dal 13 maggio ogni domenica alle ore 21. Racconta Beatrice Coletti, autrice del programma: «L´idea è ispirata al rapporto di "Save the children" sulle madri adolescenti. Abbiamo scelto Milano perché qui sono più attivi i servizi sociali, e per dimostrare che la scelta di queste adolescenti non è frutto di condizionamenti "ambientali", ma davvero una scelta individuale. Ragazze che hanno accettato di farsi riprendere nelle loro giornate divise tra la cura dei figli e il tentativo, difficile, di costruirsi un futuro. Per molte di loro, che oggi hanno bimbi di 2 o 3 anni, non è stato facile aprirsi, per pudore, ma anche perché dietro queste gravidanze acerbe ci sono spesso famiglie problematiche». E se Joanne è saldamente ancorata al suo Niko, in buona parte dei casi i partner-ragazzini mollano e se ne vanno. Eyverin ha soltanto 14 anni quando si innamora di David, a 15 resta incinta, e dopo nove mesi nasce Ranzel, bello e bruno. A differenza di Joanne, Eyverin lascia tutto e si occupa soltanto di Ranzel, lei e il bambino, il bambino e lei…. «Tutti mi consigliavano di abortire, ma non ho voluto, il figlio è mio, lo alleverò io». Oggi Ranzel ha 3 anni e Eyverin fa la "piccola mamma", cucina, gestisce la casa e si occupa anche dei suoi tre fratelli più piccoli. Con David è finita. Eyverin dice che va bene così, eppure si vede che il cerchio domestico in cui si è chiusa ha qualcosa di soffocante, come di sogni abbandonati in un cassetto. Cristina Riva Crugnola, docente di Psicologia, fa parte del gruppo di lavoro dell´ospedale San Paolo di Milano sulle madri adolescenti. «Cerchiamo di responsabilizzare le madri e creare tra loro e il bambino un vero attaccamento. Queste ragazze infatti spesso cercano la gravidanza per darsi un´identità, sperando di ottenere attraverso il figlio un ruolo che non trovano. Accade invece che di fronte alle esigenze di un neonato vadano in crisi, e molte di loro entrano, purtroppo, in depressione».