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 2012  maggio 08 Martedì calendario

Al via finalmente il sarcofago di Chernobyl Il 15 marzo scorso una nave caricata a Venezia con un migliaio di tonnellate di travi metalliche è arrivata a Odessa, in Ucraina

Al via finalmente il sarcofago di Chernobyl Il 15 marzo scorso una nave caricata a Venezia con un migliaio di tonnellate di travi metalliche è arrivata a Odessa, in Ucraina. Destinazione: Chernobyl, 600 chilometri a Nord. Un convoglio di una sessantina di camion ha fatto arrivare nella città teatro nel 1986 della più grande catastrofe nucleare della storia i primi elementi dell’arco che deve ricoprire il reattore danneggiato. Fino al giugno 2013, ben 23 mila tonnellate di strutture in acciaio e alluminio, l’equivalente di tre Torri Eiffel, attraverseranno l’Europa. Firmato nel 2007, l’accordo per la costruzione di un sarcofago attorno al famigerato reattore n. 4 finalmente si concretizza, sebbene il progetto abbia accumulato ormai tre anni di ritardo. Il sarcofago gigante, che doveva essere inaugurato quest’anno, non sarà pronto prima dell’autunno 2015, nella migliore delle ipotesi. Anche i costi sono dilatati. Inizialmente fissato a 930 milioni di euro, il budget dell’operazione è stato portato l’anno scorso a 1,54 miliardi, finanziati principalmente dai paesi europei. Solo l’arcata, la cui realizzazione è stata affidata a Novarka, un consorzio paritetico fra le francesi Bouygues e Vinci, dovrebbe costare 971 milioni di euro, contro i 430 milioni previsti inizialmente. La sfida in effetti è smisurata. Per arginare le radiazioni che fuoriescono dal sarcofago costruito dai russi in tutta fretta e oggi danneggiato, Novarka costruirà la più grande arcata mai realizzata al mondo: alta 108 metri, lunga 162, dotata di una doppia copertura di 12 metri di spessore, dovrà impedire che la radioattività fuoriesca per almeno un secolo (tale è infatti la durata garantita nel contratto). Gli ingegneri hanno tenuto in conto tutte le eventualità (sismi, corrosione delle parti metalliche ecc.) . Ma quello che essi temono di più è un incendio. La struttura è concepita per resistere a una temperatura di 700 gradi. Per permettere ai suoi operai di lavorare in condizioni di sicurezza accettabili, il consorzio ha dovuto decontaminare 9 ettari di terreno. Una volta installata l’arcata, si dovrà smantellare la centrale, dove si trovano ancora centinaia di tonnellate di scorie radioattive. Ma questa è un’altra storia.