Paolo Siepi, ItaliaOggi 8/5/2012, 8 maggio 2012
Periscopio – Come sapevano gli antichi, l’aggressività non va eliminata, ma incanalata in modo da essere controllabile cosicché non superi i livelli di guardia
Periscopio – Come sapevano gli antichi, l’aggressività non va eliminata, ma incanalata in modo da essere controllabile cosicché non superi i livelli di guardia. Noi occidentali non possiamo fare più la guerra, né vera né finta (la deleghiamo alle macchine e ai robot), abbiamo perso la passione nazionale e quella delle ideologie, viviamo di numeri e fra i numeri, Iban, Cin, Pin, Cellulari, i-Phone, i-Pad, insomma nel mondo virtuale. Che ci resta? Un vecchio sano, caro cazzotto, una tantum, può essere uno sfogo salutare per evitare guai peggiori. Per me, Delio Rossi è un’icona. Un Mito. Massimo Fini. Il fatto. Dicono che sono un demagogo, imbonitore, populista. Ma il male se lo fanno da soli, io non invento nulla. Basta leggere i giornali ogni mattina. Ora Rigor Monti, o Mortis, fa politica col tè: invita i segretari di partito a prendere i pasticcini. Alfano: con quegli occhi non sai dove guardarlo, ti viene la labirintite. Casini, l’Antony Perkins delle vecchie mignotte. Quando il suo Cuffaro, presidente della Sicilia, era processato, disse: «Se lo condannano, do le dimissioni». Quello ora è in carcere e lui è ancora lì. Bersani: meglio fare le punte a un riccio. Scaroni, il capo dell’Eni, che decide la nostra politica energetica, è uno che ha patteggiato un anno e quattro mesi per le tangenti che aveva dato al Psi. Beppe Grillo, discorso in giro per l’Italia. E ci sorprendiamo se Beppe Grillo viaggia verso l’8%? Se metà degli italiani non vuol votare o non sa per chi votare? Se la fiducia nei partiti è arrivata a percentuali da prefisso telefonico? Questa non è antipolitica. Questa è solo sacrosanta indignazione. È voglia di politica pulita. Paventare l’antipolitica mi ricorda quelli che dicono: «Io non sono razzista, sono loro che sono terroni». Ma, insomma, se qualcuno dei politici ruba, la colpa è dei cittadini? Umberto Brindani. Oggi. Il Caimano è tornato quello dei tempi migliori, quando aveva ancora i capelli. Sparito il toupet catramato, sfoggiava la palla da biliardo degli anni ruggenti: un look primaverile, leggero, cabriolet: ai primi caldi, lui esce di casa senza il tettuccio, versione decapottabile. Marco Travaglio. Il Fatto. «Nulla è più difficile che leccare culi in movimento». Lo dice, mettendosi nei panni di Emilio Fede, Corrado Guzzanti nella sua ultima pièce. Viviamo in un paese che ama le etichette. Pure chi dice le cose peggiori sul conto dei partiti politici, ne ha assorbito uno dei difetti insopportabili. È quello di affibbiare una targhetta a chiunque pratichi un mestiere che lo espone al giudizio del pubblico. È un virus che conosco bene perché ha intaccato anche me e soprattutto perché ne sono una vittima. Giampaolo Pansa, Tipi sinistri. Rizzoli. Penso agli Occupy Wall Street, ai Piraten tedeschi, ai movimenti ambientalisti di mezza Europa. Tutti ne abbiamo sentito parlare, ma qualcuno ricorda il nome di un leader? No, perché il leader carismatico non esiste. La struttura interna riflette la natura libertaria del movimento. Grillo cita spesso i Piraten tedeschi, che vogliono abolire il diritto di autore, e lui stesso è padrone del suo movimento grazie a un marchio depositato in tribunale e blindato da legioni di avvocati. Curzio Maltese. il venerdì. Nella vicenda dei fondi della Lega spuntano i parenti del Senatùr. Spuntano ben 11 case di Bossi intestate a sua moglie. La donna è immobile, verrebbe da dire. Poi nella Lega arriva il tempo delle punizioni: Rosy Mauro e Belsito vengono espulsi, ma, quel che è peggio, Calderoli e Borghezio restano. Anche se, poco dopo, la procura indaga proprio sui rapporti fra Calderoli e Belsito. Immagino che il capo d’accusa possa essere zoofilia. Dario Vergassola. il venerdì. Corrado Passera è un millefoglie. Che, come lui, si gonfia e ha tanti strati. E lo puoi farcire con quello che ti pare. Perché Passera è un uomo per tutte le stagioni. Gianfranco Vissani, chef. Panorama. Mio marito Walter è liberale in ciò che concerne i problemi sociali, conservatore sui problemi economici e psicopatico sui temi politici. New Yorker. Il fotografo Oliviero Toscani è noto per aver fatto un calendario dal titolo: «È un momento di pene» dove non era difficile indovinare chi fosse il protagonista. Andrea Mercenaro. Panorama.