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 2012  maggio 10 Giovedì calendario

Periscopio –- Ho strappato Ezio Mauro alla direzione della Stampa per portarlo alla direzione di Repubblica

Periscopio –- Ho strappato Ezio Mauro alla direzione della Stampa per portarlo alla direzione di Repubblica. È la cosa per cui Gianni Agnelli me ne ha voluto di più. Perché è rimasto senza direttore per tre giorni, e poi si è dovuto ciucciare Carlo Rossella. Cesare Romiti, a un certo punto, ha trovato, nelle sue frequentazioni romane, che l’unico direttore della Stampa, in quel momento, era Rossella. Quindi Agnelli si è trovato senza direttore e, per giunta, con Rossella. Insomma, non era il massimo per l’Avvocato, no. Carlo De Benedetti al programma di Rai2 Fratelli d’Italia. Annalena si domanda perché le giornaliste della tv francese sono più fiche delle nostre. Forse perché non vanno vestite come se dovessero cantare nella Carmen. Giuseppe Soriente. Il Foglio. La Germania realizzerà l’Europa in un paese solo. L’Italia invece va male. Fossi in Monti, venderei. Massimo Bucchi. il venerdì. Dimagrendo, a Hollande gli è crollata la pelle sotto il mento, come succede a chi fa la dieta Dukan. Ha l’aria di un gallinaceo. Il Foglio. Il Trota è finito nell’occhio del ciclone. Prima perché è risultato che parte dei soldi del Carroccio sono stati utilizzati per farlo studiare (mai denaro fu così mal speso), poi perché un video girato di nascosto dal suo autista mostrava Bossi jr che intascava centinaia di euro della Lega per pagarsi la benzina. Di fronte a tutto questo, Umberto non ha saputo più tirarsi indietro e si è dimesso: togliendosi finalmente da Maroni. E davanti al Popolo padano, con le lacrime agli occhi, ha dichiarato: «Ho sbagliato a mescolare la politica con i figli». Parafrasando Jane Austen: «Regione e sentimento». Dario Vergassola. il venerdì. L’erede al trono padano, al secondo tentativo da privatista al collegio Bentivoglio di Varese, aveva presentato una dotta tesina su Carlo Cattaneo, l’incolpevole pensatore federalista usato dalla Lega per dare una pennellata di cultura alla secessione e alla devolution. Ma il corpo docente, insensibile alle istanze indipendentiste, lo bocciò con la banale motivazione che «ha mostrato gravi lacune di preparazione in tutte le materie». Ma il Senatur, impegnato nel governo B. a ripristinare la meritocrazia, spiegò che dietro quel giudizio impietoso c’era ben altro: i professori terroni. Anche se la commissione era formata da nove professori tutti del Nord. Marco Travaglio. Il Fatto. I nuovi partiti italiani nati dall’antipolitica sono ancora più padronali dei vecchi. Ancora più arcaici e tribali. Per dire, quante donne ricoprono ruoli importanti nell’Idv o nel movimento grillino? Curzio Maltese. il venerdì. «Se lei non mi corrompe la denuncio». «Ma questa è una concussione bella e buona!». Altan. l’Espresso. Nulla è più triste di una manifestazione di popolo con poco popolo. Edmondo Berselli: Post italiani. Mondadori. Qualcuno propone che i partiti rinuncino almeno a un fetta di contributi pubblici. Ma è saltato subito su il tesoriere del Pd che ha detto: «Siete pazzi? Questi soldi ce li siamo già mangiati». Perché quelli, ancor prima di prendere i soldi, se li fanno scontare in banca. Provate voi ad andare in banca a farvi scontare qualcosa. Beppe Grillo, discorso in giro per l’Italia. La maggioranza delle grandi scoperte viene fatta da pochissime persone, in pochi istituti. Le immense organizzazioni di ricerca che coinvolgono migliaia di ricercatori, spesso producono poco, mentre la scoperta rivoluzionaria la fa, magari, un oscuro personaggio in un modesto laboratorio. Francesco Alberoni. Il Giornale. Venerdì mattina era ancora buio. Qualche luce nelle case; nessuna nel cielo, nuvoloso. Nell’aria, anziché il canto del gallo, si levarono gli echi dei primi colpi di mazze e picconi. Andrea Vitali: Galeotto fu il collier. Garzanti. Una volta don Lorenzo Milani, il famoso parroco di Barbiana, rimproverò un ragazzo perché lo aveva apostrofato «testa di cazzo» e il discepolo si difendeva dicendo che non era vero perchè gli aveva detto soltanto «Va’ a fa’n culo». Adele Corradi, insegnante a Barbiana. l’Espresso.