Andrea Mancia Cristina Missiroli, il Giornale 10/5/2012, 10 maggio 2012
Un mito sul viale del tramonto Non sogniamo più la California - U-Haul è una delle maggiori ditte che affittano camion e camioncini negli Stati Uniti
Un mito sul viale del tramonto Non sogniamo più la California - U-Haul è una delle maggiori ditte che affittano camion e camioncini negli Stati Uniti. Se vuoi fare un trasloco e avere un’idea di quanto costi, si può andare sul sito ufficiale (uhaul.com/trucks)e fare la ricerca. Scopri così che affittare un furgone da Sacramento (California) a Houston (Texas)solo andata,costa 2.300 dollari. Può sembrare bislacco, invece è solo la legge della domanda e dell’offerta. Tradotto: i viaggiatori che si muovono dalla California verso il Texas sono più del doppio di quelli che fanno la strada al contrario. Sono ormai anni che le cose vanno così. E qualcuno già comincia a parlare di Esodo. Il momento magico della California, insomma, sembra archiviato. Per più di un secolo e mezzo milioni di sognatori si sono trasferiti nel Golden State, certi che se avevano un’idea per cambiare il mondo, proprio sulla costa ovest abitava la speranza di trasformare quel progetto in realtà. Era il 1848 quando i coloni scoprirono un filone aureo a Sutter Mill, dando via alla frenetica e selvaggia stagione della corsa all’oro. Persino il governo federale si fece influenzare dalle notizie che arrivavano dal Far West e non perse tempo: spedì la marina nella Baia di San Francisco con l’ordine di abbattere la repubblica. E così nel 1850 il nuovo stato venne ammesso nell’Unione. Negli anni che seguirono, mentre a est si combatteva la Guerra Civile, a ovest di costruiva il mito della terra dove tutto è possibile. Se qualcosa era impensabile nel resto del mondo, in California poteva diventare realtà. Per molti americani la California è ancora un dono di Dio, il miglior posto dove vivere al mondo. Ma per chi ci vive davvero non è più così. Almeno non per tutti. Ha fatto scalpore l’intervista rilasciata nei giorni scorsi al Wall Street Journal da Joel Kotkin, uno dei demografi americani più conosciuti ( il New York Times ne parla come di un «uber geographer»). Kotkin ama la California, dove abita dal 1971, quando abbandonò la natia New York per andare a studiare a Berkeley. A quell’epoca il Golden State era il paradiso degli artisti hippy, ma attirava anche giovani ambiziosi con il sogno di costruire grandi imprese innovative. Accadde con Intel, Apple, Hewlett-Packard. In quegli anni la Valle di Santa Clara si andava trasformando nella Silicon Valley. Chi aveva l’ambizione di scommettere sul futuro, doveva giocoforza approdare qua. Oggi quell’euforia è sparita. E non è solo colpa della crisi. Le uniche cose che crescono, oggi in California, sono la spesa pubblica, la burocrazia statale e le tasse. Per questo le giovani famiglie, proprio come le giovani imprese, fuggono altrove. Quasi quattro milioni di residenti hanno cambiato stato negli ultimi vent’anni. Malgrado l’influsso costante di nuovi immigrati, il bilancio tra chi arriva e chi parte è costantemente in rosso. La fuga, spiega Kotkin, riguarda soprattutto «ragazzini tra i 5 e i 14 anni e adulti tra i 34 e i 45»:giovani famiglie, appunto. Vivere in California costa moltissimo. Se non sei miliardario,devi rinunciare allacosta e spostarti verso l’entroterra. E allora inizi a chiederti se vale davvero la pena di vivere in California. Meglio, allora, il Nevada o il Texas, dove le tasse sono molto più basse e le case costano davvero molto meno. Secondo Kotkin le cose non possono che peggiorare. Soprattutto con i democratici al potere e i loro piani per la «crescita intelligente» che vogliono spingere le famiglie ad abbandonare la tradizionali case monofamiliari con il giardino per andare a vivere in aree densamente abitate. «È inconcepibile spiega il demografo al Wsj - che i maggiori sponsor di questa soluzione siano persone che abitano in ville gigantesche e guidano macchine costose, e vorrebbero che tutti gli altri vivessero come mia nonna a Brooklyn negli anni ’20». Si tratta, del resto, di politiche perfettamente in linea con le leggi draconiane volute dall’amministrazione Obama sulla lottizzazione dei terreni, la spinta verso l’utilizzo dei trasporti di massa e le politiche «cap and trade». Tutto ciò, insieme alle tasse imposte da quello che Kotkin non esita a chiamare «nuovo regime», ha trascinato la California agli ultimi posti della classifica che calcola dove, negli Usa, convenga avviare un’impresa. E la fuga continuerà. Resteranno i ricchissimi che possono permettersi una fattoria in Napa Valley o una villa in West LA e i poverissimi che vivono dell’assistenza statale. Il resto, però, la classe media produttiva, sta già votando con le gambe. Abbandonando la California. A Salt Lake City stanno migrando molte high- tech company come Twitter, Adobe, eBay, Oracle. In Texas, Apple sta costruendo ad Austin una nuova sede da 304 milioni di dollari che porterà 3.600 nuovi posti di lavoro. Sempre nel Lone Star State, Facebook sta aprendo attività ed eBay pianifica altri mille posti di lavoro. Ma il tradimento più doloroso è quello di Hollywood: gli studios hanno scoperto New Orleans, dove chi gira un film gode di parecchi incentivi e dove la vita è molto meno costosa. Intanto, a ovest, il sogno californiano si sta trasformando in un incubo.