Ivo Caizzi, Corriere della Sera 10/05/2012, 10 maggio 2012
LO SPETTRO DELLA DRACMA SULLA GRECIA —
Il governo di Berlino ha scelto il giorno della celebrazione della Festa dell’Europa per ammonire Atene sul rispetto delle misure di austerità. «Se la Grecia vuole rimanere nella zona euro non c’è miglior soluzione che il percorso già intrapreso — ha detto il ministro tedesco delle Finanze ed esponente del centrodestra Wolfgang Schäuble, a Bruxelles, dove ha incontrato il presidente socialdemocratico dell’Europarlamento e suo connazionale Martin Schulz —. Deve formare un governo stabile e rispettare strettamente gli impegni. Nello stesso modo noi rispetteremo i nostri obblighi verso la Grecia».
Schäuble, ricordando che il salvataggio Ue/Fmi è arrivato in cambio di un piano di austerità, ha rimarcato che «non possiamo avere l’uno senza l’altro». Il ministro tedesco degli Esteri, il liberale Guido Westerwelle, ha aggiunto che «la Germania vorrebbe tenere la Grecia nella zona euro, ma se rimarrà dipende dalla Grecia stessa». Il direttivo del fondo salva Stati dell’Eurozona ha prudentemente dato il via libera solo a 4,2 miliardi di euro del prestito atteso oggi ad Atene (per evitare l’insolvenza) e ha bloccato un miliardo rinviando alla riunione dei ministri finanziari dell’Eurogruppo di lunedì prossimo.
Ma la vittoria elettorale degli estremisti greci di sinistra e di destra, che sono schierati proprio contro le misure di austerità concordate con l’Ue in cambio del salvataggio, ha aperto una riflessione nelle capitali e nei Palazzi di Bruxelles, dove l’imminente insediamento del neo-presidente socialista francese François Hollande ha già trasformato in prioritari gli interventi per la crescita e l’occupazione riequilibrativi della linea del rigore. Schulz ha esortato a non trasformare l’euro da elemento aggregante in «un simbolo di egoismi nazionali e di divisioni». I socialdemocratici tedeschi, rinvigoriti dall’ascesa di Hollande, hanno apertamente preso le distanze dal governo di Berlino. Il loro presidente, Sigmar Gabriel, ha accusato la cancelliera Angela Merkel di aver provocato l’avanzata degli estremismi ad Atene con le sue misure di austerità. Dissensi sulla rigidità della Merkel stanno emergendo perfino in partiti alleati nel gruppo dei popolari europei, come il Pdl.
Il leader della sinistra radicale greca Alexis Tsipras, che aveva irritato Berlino chiedendo di annullare gli impegni collegati ai prestiti Ue/Fmi per dare respiro a una popolazione in grande difficoltà, ha comunque rinunciato al difficile tentativo di formare il governo. Ora ci proverà il leader socialista Evangelos Venizelos a evitare il sempre più probabile ritorno alle urne. Hollande ha già capito che la Grecia e il problema della crescita costituiscono due emergenze nell’Ue. Ha così convocato a Parigi ieri il presidente stabile del Consiglio Ue, il belga Herman Van Rompuy, e oggi il presidente dell’Eurogruppo, il lussemburghese Jean-Claude Juncker.
Ivo Caizzi