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 2012  maggio 10 Giovedì calendario

LA STRETTA DEL CREDITO TORNA A SALIRE

Si ferma a marzo il credito alle imprese e frenano i prestiti alle famiglie. Il tasso di crescita per le famiglie sui dodici mesi si è attestato al+ 2,2% contro un +2,7% tendenziale a febbraio; per quello dei prestiti alle società non finanziarie, invece, la crescita tendenziale è pari a zero contro un incremento pari a 0,9% fatto registrare a febbraio. La dinamica dei prestiti al cosiddetto "settore privato" (nel quale rientrano, oltre alle famiglie e alle imprese le aziende assicurative, i fondi pensione e le altre istituzioni finanziarie) è stata invece pari ad un più 1,2% tendenziale contro l’1,3% fatto registrare in febbraio. I calcoli sono della Banca d’Italia: la stima realizzata dagli esperti della banca centrale calcola i tassi di crescita includendovi anche i prestiti non rilevati nei bilanci bancari perchè cartolarizzati e li valuta al netto di variazioni dovute a fluttuazioni del cambio o a riclassificazioni. I dati "grezzi" del Bollettino, peraltro, segnalano una nuova flessione in valore assoluto: si passa dagli 895 miliardi e 561 milioni concessi alle imprese in febbraio agli 884 miliardi e 753 milioni del mese di marzo.
Di certo, però, anche quella sorta di elettroencefalogramma "piatto" registrato attraverso le variazioni percentuali dei prestiti specificamente indirizzati alle imprese non è bello. Nel suo ultimo rapporto sulla stabilità finanziaria la Banca d’Italia, dopo aver messo in evidenza che i connotati più rudi della stretta creditizia (registrati all’inizio di dicembre 2011) sono in via di attenuazione, come è stato segnalato anche dalla più recente Lending survey condotta nell’ambito dell’Eurosistema, non manca di mettere in evidenza il fatto che ci vorrà del tempo (se tutto va bene verso la fine del 2012) prima di tornare a vedere un incremento dell’attività di credito alle imprese, anche perché oltre ai fattori derivanti dall’offerta bisogna tener conto della domanda di credito, che una recessione più dura del previsto sta rendendo particolarmente esangue.
Spiega infatti via Nazionale: i miglioramenti delle condizioni di offerta potranno certamente, in futuro, riflettersi positivamente sulla dinamica effettiva del credito ma la normalizzazione delle condizioni di offerta sarà possibile a condizione che il calo dei tassi sui titoli sovrani e il miglioramento della situazione dei mercati dei capitali si confermino nei mesi a venire( tutti aspetti che, purtroppo, nelle ultime settimane sono tornati difficili, invece di appianarsi). Inoltre, aggiungono gli economisti di Palazzo Koch, questo processo sarà necessariamente graduale, per effetto della congiuntura debole e delle spinte all’aumento dei coefficienti patrimoniali delle banche provenienti dal contesto internazionale. «Nostre stime coerenti con l’evoluzione attesa delle principali variabili macroeconomiche – conclude Bankitalia – indicano che il credito alle società non finanziarie continuerebbe a decelerare per larga parte del 2012, per l’effetto ritardato del deterioramento delle condizioni di offerta osservato alla fine dello scorso anno e del rallentamento degli investimenti». Tornando ai dati diffusi ieri, a marzo il tasso di crescita sui dodici mesi delle sofferenze è diminuito al 14,6% rispetto al 16,6% del mese precedente. Sempre a marzo il tasso di crescita annuale dei depositi del settore privato - emerge dall’analisi condotta da Via Nazionale - è cresciuto al 2,4% rispetto allo 0,5% registrato a febbraio. Il tasso di crescita sui dodici mesi della raccolta obbligazionaria è stato pari al 15,3% (era pari 17,7% nel mese precedente). Nello stesso periodo preso in considerazione Bankitalia segnala poi che i tassi d’interesse sui nuovi prestiti erogati alle società non finanziarie sono diminuiti al 3,59% dal 3,79% segnato a febbraio. I tassi d’interesse sui mutui erogati nel mese di marzo alle famiglie sono scesi al 4,54 dal 4,61% del mese precedente mentre quelli sulle nuove erogazioni di credito al consumo sono scesi al 9,99 dal 10,10% di febbraio. I tassi passivi sul complesso dei depositi in essere sono stati pari all’1,24% (1,19% a febbraio).