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 2012  maggio 10 Giovedì calendario

CANTONI, UN MENEGHINO ALLA BNL

Gli storici che affronteranno il trentennio della storia politico-finanziaria dominato in Italia dalle figure di Bettino Craxi e Silvio Berlusconi, il nome di Giampiero Cantoni ricorrerà più di quanto sia possibile immaginare ora: all’indomani dell’improvvisa scomparsa del 73enne senatore, in carica per il Pdl come presidente della commissione Difesa di Palazzo Madama.
Imprenditore ed economista, banchiere, politico, opinionista sempre combattivo: Cantoni, milanesissimo, laureato e poi docente alla Bocconi (ma poi anche all’Università San Pio V di Roma), fonda un’azienda elettromeccanica già negli anni ’60, ma da subito non rinuncia all’impegno politico nelle file del Psi. Nell’82 è un "tecnico di area" alla presidenza dell’Ibi, controllata meneghina della Cariplo. Ma già nell’89, quando la Bnl di Nerio Nesi inciampa nell’affaire dei crediti erogati all’Irak dalla filiale di Atlanta, è Cantoni che gli subentra alla presidenza della maggiore banca italiana dell’epoca: banchiere collaudato, ormai, nella scuderia socialista, ma non privo della stima di Guido Carli, l’ex Governatore che allora presidia il Tesoro.
Con Cantoni sulla delicata tolda di comando, la Bnl affronta il risanamento ed entra nei mesi più tesi di Tangentopoli. Un periodo che non risparmia il banchiere, peraltro mai coinvolto in vicende di corruzione. È invece costretto a lasciare la guida dell’istituto di Via Veneto dopo un’ispezione della Vigilanza che individua profili di conflitto d’interesse nei crediti erogati al gruppo Mandelli. La successiva inchiesta sul crack del polo meccanico piacentino gli costa inizialmente un patteggiamento, cancellato però più tardi da una dichiarazione di estinzione del reato. Dal 2001 inizia la sua avventura in politica: senatore per tre legislature, sempre molto attento a banche e fondazioni (dopo il crack Lehman Brothers firma saggi molto polemici sulla finanza globale). In una perenne spola politica tra le istituzioni romane e la City milanese, dal 2009 a ieri è stato presidente della Fondazione Fiera di Milano. Cavaliere del lavoro, è stato salutato dal cordoglio del Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, che ne ha ricordato «le doti di professionalità come banchiere, di serietà e equilibrio nell’arena politica».