Alessandra Farkas, Corriere della Sera 09/05/2012, 9 maggio 2012
IL CANALE TV DI OPRAH WINFREY RISCHIA LA CHIUSURA — È
stata per oltre 25 anni una delle voci più influenti d’America, la regina incontrastata dei rating, la donna più ricca e potente dello showbiz americano il cui endorsement, da solo, valse un milione di voti a Barack Obama alle primarie democratiche contro Hillary Clinton. Ma a quasi un anno dal lancio di una tv tutta sua, la 58enne Oprah Winfrey (nella foto) è in crisi profonda. L’Oprah Winfrey network (Own), canale da lei fondato nel gennaio 2011 dopo l’addio al salotto più famoso della tv Usa «The Oprah Winfrey Show» (Abc), sta per fallire. Gli scarsi ascolti e le perdite pari a 330 milioni di dollari avrebbero convinto il colosso che l’ha sponsorizzata, Discovery, a gettare la spugna entro la fine dell’anno. Il primo sentore della crisi era arrivato a febbraio quando, contravvenendo al regolamento, Oprah utilizzò Twitter per chiedere ai telespettatori con l’apparecchio rilevazione dati di ascolto Nielsen a casa di «sintonizzarsi in massa sul mio canale». «Un gesto disperato», lo bollò il New York Times, mentre le proteste di Nielsen la costrinsero a chiedere pubblicamente scusa. Un mese più tardi Oprah annunciò di dover cancellare dopo soli sei mesi il talk show della celebre comica Rosie O’Donnell. La scure cadde anche sull’intera redazione, con ben 30 impiegati licenziati per mancanza di fondi. L’unica buona notizia sul fronte dei rating viene dalle interviste condotte da lei stessa. Come quella alla figlia di Whitney Houston, che a marzo attrae 3 milioni e mezzo di telespettatori: un record per Own, ma una bazzecola rispetto ai 36milioni di americani che nel 1993 si sintonizzarono sulla sua intervista a Michael Jackson. Invece di essere il secondo atto di una già straordinaria carriera, Own si sta rivelando, insomma, la sua rovina. «La reputazione della star più famosa della sua generazione è a rischio», mettono in guardia i critici. Soltanto un anno fa, durante la finalissima del suo show sull’Abc, Oprah fu portata in trionfo da star quali Tom Cruise, Beyonce, Aretha Franklin, Stevie Wonder, Madonna e Halle Berry. «Questo studio non è abbastanza grande per contenerti», disse tra le lacrime Tom Hanks. Ma il vero problema è che anche una personalità «larger than life» come la sua — è nata poverissima nel Mississippi rurale da una madre teenager single, fu abusata sessualmente a 9 anni e a 14 anni partorì un bimbo, poi morto piccolissimo — non basta a riempire i palinsesti di un’intera tv. Il partner Discovery aveva scommesso sui suoi tantissimi fan tv, sugli oltre 3 milioni di visitatori unici di Oprah.com e sui 2 milioni di abbonati del suo Oprah Magazine, senza tenere conto che in tv il pubblico voleva solo e sempre lei, non i suoi tanti collaboratori, surrogati e alter-ego.
Alessandra Farkas