Mario Sensini, Corriere della Sera 09/05/2012, 9 maggio 2012
IMMOBILI, IL 5% DEGLI ITALIANI PROPRIETARIO DEL 25% DELLE CASE — I
valori di mercato del patrimonio immobiliare italiano sono pari a più del triplo del valore catastale, anche più del quadruplo nel Centro Italia. Nella media, secondo il direttore dell’Agenzia del Territorio, Gabriella Alemanno, gli oltre 26 milioni di immobili residenziali italiani presentano un valore catastale inferiore di 3,73 volte alle quotazioni di mercato. Ed è proprio questa discrasia, nota da tempo, ad aver spinto il governo, al momento dell’introduzione dell’Imu, a indicare un coefficiente di rivalutazione pari a 160 (e non più a 100 come per la vecchia Ici) e poi, ha detto Alemanno ieri in Parlamento, «ad avviare il percorso per la riforma del sistema estimativo catastale finalizzata alla perequazione della fiscalità immobiliare» con la delega per la riforma fiscale.
Il disallineamento dei valori catastali è particolarmente elevato nel Centro Italia, dove la differenza con le quotazioni di mercato è pari a circa il quadruplo, ma spesso tocca punte superiori al quintuplo. I valori più coerenti con quelli di mercato si registrano nel Mezzogiorno, ed in misura leggermente minore nel Nord, anche se in entrambi i casi si resta sotto la media nazionale del 3,7.
Nel corso dell’audizione presso la Commissione di vigilanza sull’anagrafe tributaria il direttore dell’Agenzia ha sottolineato i risultati dati dalla crescente integrazione delle banche dati istituzionali, che hanno permesso tra l’altro di tracciare la mappa della ricchezza immobiliare. Dove, ancora una volta, si è in presenza di una sperequazione: il 5% dei circa 26 milioni di proprietari italiani possiede infatti il 16,7% degli immobili ed il 24,9% del valore complessivo, mente il 50% dei proprietari più poveri (in base all’Irpef) possiede il 18,7% del valore del patrimonio immobiliare. Che sta crescendo con l’emersione degli immobili fantasma. Da quando è iniziata l’operazione sono emersi 2,2 milioni di immobili non accatastati, ai quali è stata attribuita una rendita per la futura tassazione. Con un bel bottino per l’erario e per i Comuni: 356 milioni di Imu, 110 di Irpef e 6 di imposta di registro, per 472 milioni di maggior gettito. Senza contare che sugli immobili fantasma accatastati si dovranno pagare anche le tasse arretrate. E proprio in questi giorni l’Agenzia del Territorio ha consegnato a quella delle Entrate i 2,2 milioni di incartamenti per procedere all’emissione dei ruoli.
Mario Sensini