Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2012  maggio 09 Mercoledì calendario

SAREGO FESTEGGIA IL SUO SINDACO: «È UN FUSTO E NON RUBA» —

L’avamposto della Terza Repubblica Grillina ha il bocciodromo ma è senza un cinema. Oltrepassati chilometri di vigneti e papaveri, Sarego si apre su un’unica piazza: il municipio, una strada in piano che parte dal «Bar sport» e fila dritta attraverso il salone «Marina hair style», la farmacia, il ferramenta e le onoranze funebri, una strada in salita fino alla chiesa dell’Assunta con il suo campanile giallo canarino. Stop. La settecentesca Villa La Favorita, sede del Parlamento padano, è già periferia e a quarantotto ore dal voto l’indicazione non è soltanto una questione urbanistica.
Da oggi, e grazie a 20 voti di scarto, i seraticensi — 6.700 in tutto — vedranno arrivare nelle due stanze del Comune una piccola truppa di 7 consiglieri e un sindaco del Movimento 5 Stelle. Roberto Castiglion, 32 anni, ingenere informatico da 110 e lode, sposato con Giulia e papà di due bambini, sette anni da pendolare per lo stipendio di project manager all’Enel di Marghera, è il composto frontman del primo laboratorio politico cittadino che Beppe Grillo ascrive con orgoglio ai successi di quest’ultima tornata elettorale.
Infilata la fascia tricolore, con comprensibile sconcerto guarda la grancassa di giornalisti e telecamere e scorre il block notes con le richieste di intervista — «Hanno chiamato Alfonso Signorini, Ballarò, Piazza pulita e Panorama. Mah... Siamo a Sarego, mica al centro del mondo» — finché non si arrende a ripetere una, due, dieci volte ciò che i microfoni vogliono registrare: «Sono contento, è una grande responsabilità, ora dobbiamo organizzarci per iniziare a lavorare, leggerò i documenti dell’insediamento, se ci riesco». Castiglion ha preso 1.045 voti: il suo diretto avversario, Giorgio Faedo, a capo di una lista civica, si è fermato a 1.025 e tutti e due hanno comunque surclassato il candidato del Carroccio che non si è mosso dai 404 voti. Ha vinto grazie a una campagna costata 300 euro e dopo aver appeso — record assoluto della propaganda — 9 manifesti. Qui s’incontra solo gente che ha votato per lui: la signora Onorata «perché è un bel fusto», la compagna di bicicletta Maddalena «perché è un giovane ingegnere e bisognava cambiare, no?», il signor Antonio «perché di sicuro non ha rubato niente». Tra i servizi del Tg3 regionale e la radio che passa Nikita (Elton John, 1985), alla trattoria «Il Brolo» — dov’è andato a festeggiare la sera dello spoglio — l’avrebbero votato tutti, se fossero stati residenti lì, «perché questo è sempre stato un paese di vecchi e ai ragazzi chi ci ha mai pensato?».
Nel suo nuovo ufficio, accanto alla sala consiliare con un tavolo a ferro di cavallo e 19 sedie, il sindaco parla sempre al plurale. Del programma: «Porteremo a conclusione il nuovo piano regolatore, puntiamo allo sviluppo di piste ciclabili e di edifici a risparmio energetico, la nostra ambizione è una raccolta differenziata che ci porti al minimo di rifiuti, valorizzeremo il territorio promuovendo il chilometro zero». Di Beppe Grillo: «Ha dato vita al movimento, è il megafono di noi cittadini, poi sta a noi darci da fare». Del posto in cui è nato: «Sarego è abbastanza tranquilla, ha un paesaggio piacevole e una dimensione umana. Se vuoi trovare un po’ di vita devi andare a Vicenza, ma ci piace stare qui».
A offrire un paio di consigli, nel pomeriggio è arrivato da Treviso David Borrelli, il primo consigliere comunale grillino eletto nel 2008 quando il Movimento 5 Stelle ancora non c’era: «Ma perché scrivete che siamo l’antipolitica? Siamo tutto tranne che questo: abbiamo abolito finanziamenti e carriera e cosa c’è rimasto? La passione di fare politica. Noi presentiamo progetti: nella città di Gentilini, io da solo ne ho fatti approvare decine all’unanimità. Con due righe di delibera abbiamo la raccolta differenziata in tutte le scuole, i mezzi che vanno a gpl e Skype negli uffici pubblici. È buon senso, altro che antipolitica».
Elsa Muschella