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 2012  maggio 09 Mercoledì calendario

Quelle città impossibili promesse dai grillini - «Quinta stella a destra, questo è il cam­mino

Quelle città impossibili promesse dai grillini - «Quinta stella a destra, questo è il cam­mino... ». L’irresistibile fascino dei grilli­ni, a giudicare da quelle «X» sulle schede spogliate con sorpresa dagli scrutatori, forse non sta soltanto nel rigurgito antica­sta tanto in voga. L’isola che non c’è si na­sconde nelle pieghe dei programmi. In quel cocktail di ambientalismo, autar­chia 2.0, tecnologismo, massicce dosi di sentimento No Tav e qualche spruzzata di «celentanismo». E tanto, tanto senso dell’ovvio («Bisogna diminuire conside­revolmente l’inquinamento in tempi molto brevi...»).Specie alle urne,non gua­sta mai. D’accordo, il maestro Beppe Grillo re­sta un esempio inarrivabile. Come si fa a imitare l’ideona:«Facciamo l’asta del tas­so d’interesse. Ci mettiamo d’accordo io e te. Tu dici il 4%, io dico il 7%, facciamo il 5,dai,ci mettiamo d’accordo...».Col para­dosso che puoi fare il Savonarola conto i poteri forti finché vuoi, poi succede che «posti» il video su Youtube e intanto sotto scorre lo spot delle odiate banche o, peg­gio ancora, delle assicurazioni... Federico Pizzarotti - il candidato del Movimento che è riuscito a centrare il bal­lottaggio a Parma contro «la vecchia poli­tica » ovvero Vincenzo Bernazzoni, l’uo­mo di Bersani- Di Pietro-Vendola- Pizza­rotti si diceva ha messo giù 68 pagine di promesse. Come tutti i politici in tempo di elezioni, e di qualsiasi colore, ci man­cherebbe. Primo comandamento: «La Rete è trasparenza». Secondo teorema: «Molti studi affermano che una compo­nente importante della felicità della co­munità passa attraverso la partecipazio­ne sociale diretta... ». Come a dire, guai al­le vostre città amministrate dai tiranni. Quanto alle «proposte concrete» dei can­didati sindaci movimentisti da Nord e Sud, sembra più una corsa a ostacoli dis­seminata di divieti che un percorso di co­struzione in positivo. Nella migliore delle ipotesi si traduce in utopie o sogni irrealiz­zabili. Si parte con il niet agli inceneritori, De Magistris docet .D’ora in poi,cari citta­dini produttori di rifiuti, solo raccolta dif­ferenziata porta a porta «spinta»ed elimi­nazione di tutti i cassonetti per strada en­tro 6 mesi. Il grillismo è un credo totalitario. Ogni ambito della vita quotidiana deve esser­ne pervaso. Quindi non pensiate di poter fare la spesa in pace: per i supermercati ci deve essere l’ obbligo (attenzione, non la possibilità) di vendere prodotti alla spina e prodotti della filiera locale;l’ideale grilli­no suggerisce di fare acquisti solidali in gruppo. Compare all’ingrosso e ridistri­buire tra i membri, quasi come in una co­mune. Il leader-guitto lo ripete spesso ai propri comizi: «Basta arricchire la catena della grande distribuzione. Pianto un po­modoro a casa mia e me lo mangio». Nemmeno andare a lavorare deve esse­re un’attività agevole nelle città auspica­te dai seguaci del comico genovese, visto che i parcheggi sono luoghi del il demo­nio e, per carità, andarci in auto significa condannarsi all’inferno. La soluzione? Rendere il servizio di trasporto pubblico più efficiente e capillare, oppure incorag­giare l’uso delle biciclette aumentando i chilometri di piste ciclabili. Suona un tan­tino già sentita. Come non sono certo un marchio di fabbrica a cinque stelle gli incentivi alle forme di energia sostenibile. Non basta dotare di pannelli solari il maggior nume­ro possibile di edifici pubblici o privati. A Parma, ad esempio, si vuole «sostituire progressivamente l’attuale illuminazio­ne pubblica » e quella delle lampade voti­ve «con lampade a Led».Non è abbastan­za comportarsi «eco» in vita, evidente­me­nte anche mentre ci si gode l’eterno ri­poso non bisogna sgarrare. Per distrarsi da questi ragionamenti qualcuno potrà pensare di rinfrescarsi al bar. Pure lì al bancone deve fare i conti con quei colossi che «generano un danno sociale», scrive Grillo sul suo blog, pren­dendosela con i distributori di acqua in bottiglia. Per bere con gli amici nei locali pubblici deve valere il «programma di re­cupero organico». Cioè, per favore, solo usando stoviglie lavabili (dietro cauzio­ne) e con il noleggio della lavastoviglie.