http://www.zeusnews.it/index.php3?ar=stampa&cod=17451, 8 maggio 2012
A pensarci bene, doveva succedere. Doveva capitare che qualcuno si chiedesse: se le mucche oggi sono guardate con sospetto per via del metano che producono, che cosa mai avranno potuto combinare degli erbivori molto più grandi, come per esempio i dinosauri? A porsi la fatidica domanda è stato un gruppo di scienziati britannici che, in uno studio pubblicato su Current Biology ha suggerito anche la risposta: conseguenze immani sul clima
A pensarci bene, doveva succedere. Doveva capitare che qualcuno si chiedesse: se le mucche oggi sono guardate con sospetto per via del metano che producono, che cosa mai avranno potuto combinare degli erbivori molto più grandi, come per esempio i dinosauri? A porsi la fatidica domanda è stato un gruppo di scienziati britannici che, in uno studio pubblicato su Current Biology ha suggerito anche la risposta: conseguenze immani sul clima. Secondo i ricercatori, i grandi erbivori del Mesozoico (tra 250 e 65 milioni di anni fa) erano in grado di emettere metano in quantità sorprendente quale risultato della loro digestione, tanto da causare un global warming preistorico. I batteri presenti nel loro apparato digestivo avrebbero infatti favorito la fermentazione dei vegetali ingeriti, con conseguente produzione di metano, che poi sarebbe finito nell’atmosfera "per via naturale". «Un semplice modello matematico» - spiega Dave Wilkinson, della John Moores University di Liverpool - «suggerisce che i microbi che vivevano nello stomaco dei dinosauri sauropodi e che consentivano loro di digerire le piante possono aver prodotto una quantità di metano sufficiente da causare un impatto rilevante sul clima del Mesozoico». Si calcola che in questo modo ogni anno venissero prodotte 520 milioni di tonnellate di metano, un quantitativo molto maggiore rispetto alle emissioni totali attuali (considerando sia il metano prodotto dagli erbivori - tra i 50 e i 100 milioni di tonnellate - che quello nato in seguito alle attività umane). Tutto ciò avrebbe avuto come conseguenza un innalzamento della temperatura a livello globale stimato in circa 10 gradi centigradi.