Gianluigi Paracchini, Corriere della Sera 07/05/2012, 7 maggio 2012
ARRIVA VALERIE LA GIORNALISTA. UNA COPPIA DI FATTO ALL’ELISEO
Provocherà problemi diplomatici il fatto che lei e Hollande non siate sposati? Interrogativo insidioso anche per chi da molti anni lavora quotidianamente con le domande. Ma la giornalista, neo première dame, non mostra timidezze: «Problemi magari per una visita al Papa? Non mi preoccupo affatto. La questione del matrimonio resta prima di tutto un aspetto della nostra vita privata».
Sarà sempre così? Vedremo. Di certo le elezioni che possono ridiscutere i destini dell’Europa certificano per ora una verità: la coppia di fatto, ritenuta un tempo sconveniente se non addirittura peccaminosa, è definitivamente matura anche per il potere politico. L’entrata trionfale all’Eliseo del socialista François Hollande e della giornalista Valérie Massonneau, sette figli in due, mai sposato lui, divorziata Trierweiler lei, è l’esordio assoluto di due «diversamente accasabili» nella storia francese.
Finiranno prima o poi, come è accaduto a Sarkò e Carlà, con il convolare a nozze in corso d’opera, giusto per far capire come non abbiano grilli per la testa? Non sembra a giudicare dai primi passi della potenziale sposa. E in ogni caso il confronto non regge visto che il rivale aveva sì sposato l’ex modella già presidente ma vincendo le elezioni come affezionato marito di Cécilia (che poi lei l’abbia mollato con sollievo cinque mesi dopo, lasciandolo all’Italienne è un’altra storia).
A quale tipologia di première dame apparterrà dunque Valérie? Di sicuro non in linea con la vecchia definizione («Bisogna essere perfette padrone di casa dell’Eliseo») data da Bernadette Chirac. «Siamo in un’epoca diversa — è la risposta — e in campagna elettorale le donne m’hanno chiesto di mantenere a tutti i costi la mia indipendenza: questo è un grande messaggio per tutte le donne».
L’altro messaggio è che la compagna di Hollande non manca di certezze, di autostima e nemmeno di senso pratico. «Conosco la politica e conosco i media: per me l’Eliseo sarà molto più facile di quanto non sia stato per Carla Bruni. Lei veniva da un mondo totalmente estraneo a quello della politica, non conosceva i codici. Inoltre ho bisogno di guadagnarmi da vivere e non troverei normale che lo Stato o François si facessero carico dei miei tre figli».
A un certo punto Valérie, giusto per rinforzare il concetto d’indipendenza, l’ha buttata lì anche un po’ grossa, ipotizzando che d’accordo con il compagno-presidente non abiteranno all’Eliseo. «Però — corregge — i servizi di sicurezza ritengono che non sarà possibile continuare a vivere nel nostro appartamento perché bisognerebbe bloccare la strada, controllare i residenti, insomma è davvero troppo complicato». Pasionaria d’un nuovo corso o semplice esagerazione nel democratizzare ai massimi la propria immagine? Forse entrambe le ipotesi.
Decisamente più casual invece François, segnatamente sulle tematiche matrimoniali. Dicono di lui che abbia conquistato la compagna facendola ridere con spiritosaggini tipo «ho il sedere basso». Ma nelle battute fuori dal seggio non è andato al di là di un laconico «mi sento come a una domenica di ballottaggio».
La storia di Valérie e François, coppia di fatto al potere, trova il suo controcanto in quella, consolidata, del presidente tedesco Joachim Gauck. Gauck, 72 anni, ex pastore evangelico, dunque con un alto senso della famiglia, s’è ben guardato dal divorziare dalla coetanea moglie Gerhild, mamma dei suoi quattro figli, nonostante dal 2000 convivesse pure lui con una giornalista: Daniela Schadt, di vent’anni più giovane. Invece di andare dagli avvocati, l’ammirevole, permissiva Gerhild ha addirittura lanciato un democratico assist al libertario marito con una dichiarazione che l’ha resa simbolo globale di quel vasto universo maschile che, senza drastiche rinunce, tiene il piede in due o più scarpe: «La società di oggi accetta forme diverse di relazione».
Alto senso dello Stato o puro masochismo? È comunque paradossale che il fronte tedesco-francese, pur se annebbiato da incertezze del domani, abbia involontariamente concordato insieme l’ultimo, decisivo sdoganamento delle coppie di fatto. I tempi sono davvero cambiati: nel ’98 perfino l’irriducibile convivente Angela Merkel era stata convinta a sposare il fidanzato Joachim Sauer. Naturalmente per una diplomatica questione di convenienza.
Gian Luigi Paracchini