Anna Lombardi, la Repubblica 8/5/2012, 8 maggio 2012
«Non siamo qui per la moda: la moda è il nostro modo di celebrare la vita. Salute!». Miuccia Prada e una reincarnata Elsa Schiaparelli (l´attrice Judy Davis) accolgono con un video-brindisi i visitatori della mostra "Schiaparelli Prada, Impossible Conversations" che dal 10 maggio al 19 agosto animerà le sale del Metropolitan Museum di New York
«Non siamo qui per la moda: la moda è il nostro modo di celebrare la vita. Salute!». Miuccia Prada e una reincarnata Elsa Schiaparelli (l´attrice Judy Davis) accolgono con un video-brindisi i visitatori della mostra "Schiaparelli Prada, Impossible Conversations" che dal 10 maggio al 19 agosto animerà le sale del Metropolitan Museum di New York. E proprio attraverso le "Conversazioni impossibili" - brevi film realizzati dal regista di Moulin Rouge Baz Lurhmann - è costruito l´evento. «Attraverso affinità e divergenze - dice il curatore Harold Koda - sveliamo il processo creativo di due donne che hanno segnato le loro epoche con la stessa autorità e influenza». Schiap, come si faceva chiamare la nobildonna amica dei surrealisti, che dopo aver rivoluzionato ogni stilema con i suoi maglioncini trompe l´oeil, le mise sportive e le giacche dai bottoni folli, morì quasi dimenticata nel 1973, parla adesso attraverso le memorie del libro "Schocking Lief". E Prada, che dagli anni ‘80 si è imposta col suo stile minimalista, l´attenzione alle gonne, l´interesse per le divise, i materiali tecnologici, le risponde con franchezza. Si parla di moda, ovvio, ma anche di arte, corpo, femminismo, perfino politica. Con più di una confidenza. Schiap racconta com´è arrivata alla moda "dopo la fuga di mio marito". Prada confida gli esordi di mimo e confessa di non vestirsi mai allo specchio: «Preferisco l´idea che ho di me: la realtà non m´interessa molto». «I risultati vanno oltre le aspettative - ammette Koda - . Prada è una donna riservata ma con Lurhmann ha sciolto la sua ritrosia: per lui aveva disegnato gli abiti del suo nuovo film Il Grande Gatsby». La mostra si apre esplorando prima le divergenze. L´attenzione "Waist Up", per il mezzobusto, di Schiap: in una società dove le donne si mostravano soprattutto nei caffè e bisognava quindi valorizzare "il sopra". E l´interesse "Waist Down", con il boom delle gonne, di Prada. Poi concetti che le avvicinano: l´Hard Chic di divise e materiali industriali, l´Ugly Chic dai tessuti e colori discordanti. Il gotha della moda è tutto a questa anteprima con caffè e champagne. La regina di Vogue, Anna Wintour, siede accanto a Lurhmann. Prada alla sinistra. E Diego Della Valle, l´imprenditore che rilancerà Schiaparelli. Un´anteprima della serata di gala dove hanno sfilato da Jennifer Lopez al ceo di Amazon Jeff Bezos, sponsor della mostra con cui il Met vuole bissare il successo dello show su Alexander McQueen. Dalla casa di Marrakesh, Marisa Berenson, l´ex supermodel nipote di Elsa Schiaparelli, è felice dell´omaggio: «Negli ultimi anni lei non capiva cosa stesse accadendo alla moda. Mi criticava per le minigonne "volgari e ridicole". Però di nascosto leggeva le riviste…». Ma Elsa e Miuccia si sarebbero piaciute così tanto? «Assolutamente sì - dice Quirino Conti, storico della moda - Schiap avrebbe visto in Prada la sistematicità intellettuale che lei non aveva. E Miuccia sarebbe rimasta conquistata dalla sua aristocratica libertà». Già. Il diavolo veste Prada: ma il peccato originale è Schiaparelli.