Aldo Grasso, Corriere della Sera 8/5/2012, 8 maggio 2012
Corriere della Sera, martedì 8 maggio Stiamo vivendo un brutto periodo, la disperazione è arrivata a livelli elevati, si registrano suicidi a causa di situazioni economiche difficili, si riaffacciano i tetri gambizzatori
Corriere della Sera, martedì 8 maggio Stiamo vivendo un brutto periodo, la disperazione è arrivata a livelli elevati, si registrano suicidi a causa di situazioni economiche difficili, si riaffacciano i tetri gambizzatori. Ai media, in particolare alla tv generalista, non par vero cavalcare una simile situazione, dove realtà e clima artatamente surriscaldato si mescolano, dove cinismo e cattiva coscienza fanno la loro parte, dove compassione e piagnucolamenti si rubano il mestiere. Per esempio, la storia di Luigi Martinelli, l’uomo che ha tenuto in ostaggio non solo le 14 persone, impiegate del Fisco, ma un intero Paese, con la sua idea sconsiderata e temeraria di presentarsi armato di tutto punto in un ufficio pubblico, andrebbe «raffreddata», tenuta sotto controllo. Uno che deve solo regolare i conti con il canone della Rai e tiene in casa un arsenale non va confuso con altri, non può essere usato per alimentare lo scontento generale. Per questo, mi sono molto stupito che ospiti dell’Arena di Massimo Giletti ci fossero persone intelligenti ed equilibrate come Michele Ainis e Oscar Giannino. Cosa ci facevano con l’agente di pubbliche relazioni Sergio Mariotti, in arte Klaus Davi, o con Piero Sansonetti, chiamato soltanto a recitare il ruolo di «quello di sinistra», cosa ci facevano in mezzo a quella platea assetata di demagogia e di tragicommedie (Rai1, domenica, ore 14)?. Eppure basterebbe seguire un po’ di tv per capire che certi talk sarebbe meglio non frequentarli. Massimo Giletti ha preso il peggio di Gianni Minoli per diventare il peggio di Bruno Vespa: farà carriera, c’è da giurarci. L’Arena è il frutto tipico di un Paese a irresponsabilità illimitata, espressione di una Rai stagnante ben prima della stagnazione, ma sempre pronta alla lamentela, alla cagnara, al populismo. Giletti chiede l’applauso per il bravo e coraggioso brigadiere che ha fatto il suo dovere e, «pensate, è uscito dalla porta posteriore». Sì, per finire poi nel suo salotto. Aldo Grasso