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 2012  maggio 05 Sabato calendario

IL DIPENDENTE 41ENNE INDECISO SU COME INVESTIRE 100 EURO AL MESE

Sono un lavoratore dipendente di 41 anni, coniugato, padre di due figli (15 e 10 anni), casa di proprietà (mutuo finito di pagare) e un reddito di 30mila euro l’anno circa. Quattro anni fa ho aderito a un fondo pensione versando soltanto il Tfr (Trattamento di fine rapporto) maturando e mia moglie (40 anni, casalinga) ha una polizza Vita mista rivalutabile ventennale che scadrà a fine 2012 per un importo totale liquidabile di circa 25mila euro. Non avendo capitali da investire sono arrivato alla conclusione di poterlo fare soltanto con prodotti a versamenti mensili costanti.
Ho preso in considerazione una polizza Vita mista rivalutabile decennale con premio di 100 euro al mese che a mio modo di vedere abbinerebbe una copertura sulla persona (che al momento non ho e che ritengo prioritaria) a un accumulo di capitale rivalutato nel tempo (non molto viste le rivalutazioni di quel tipo di polizze). Certo, una polizza Tcm (Temporanea caso morte) sarebbe un prodotto sicuramente migliore dal punto di vista assicurativo ma i premi pagati andrebbero persi se non si verificasse il triste evento; non riuscirei quindi ad abbinare l’assicurazione con l’investimento.
L’altro strumento che ho preso in considerazione è un Pac (Piano di accumulo del capitale), sempre su un orizzonte temporale decennale e con versamenti di 100 euro al mese (di più proprio non posso) per accumulare una somma da abbinare ai 25mila euro (da investire anch’essi successivamente) per pagare gli studi dei figli (anche soltanto a uno dei due), se avranno voglia e capacità per arrivarci.
Infine, consideravo l’ipotesi di far aderire mia moglie a un fondo pensione visto che al momento ha soltanto 12 anni di contributi versati all’Inps e se dovessero rimanere tali non acquisirebbe il diritto alla pensione pubblica che ne richiede 20. Cosa ne pensate? E, se non riuscissi a fare le tre cose sopra elencate, quale sarebbe il vostro ordine di priorità?
Bruno Granata - (via e-mail)
- Lei punta soprattutto a una accumulazione di lungo periodo, con un occhio un po’ distratto alla copertura caso morte. Non menziona affatto l’altro rischio che dovrebbe prioritariamente coprire, quello di invalidità permanente da infortuni e malattia. In ogni caso lei, pur dimostrando di possedere già dei buoni principi in materia di finanza personale, sovrappone l’obiettivo di investimento dei risparmi con quello di protezione del capitale umano. Quest’ultimo (che è pari all’attualizzazione dei redditi futuri) rappresenta la magna pars della sua ricchezza e quindi va adeguatamente tutelato, come detto con polizze caso morte e invalidità permanente. Questa esigenza dovrebbe essere particolarmente sentita da parte sua, dal momento che ha moglie e due figli a carico. Per determinare quale sia il fabbisogno da coprire, lei dovrebbe verificare innanzitutto se ha maturato i requisiti contributivi per fruire di pensione di reversibilità e di inabilità, e quali siano i livelli di rendita già conseguiti. Dovrebbe poi tenere conto dell’esistenza di eventuali polizze aziendali. A quel punto, con l’aiuto di un professionista (promotore finanziario, consulente fee-only, agente o broker di assicurazione) dovrebbe essere in grado di stimare il fabbisogno caso morte e invalidità permanente presente e futuro. È ovvio che questo fabbisogno sarà decrescente, dal momento che nel tempo aumenterebbero le pensioni di reversibilità e di inabilità da lei maturate, con l’età diminuirebbe il valore del capitale umano da assicurare, e sperabilmente i suoi figli diventeranno economicamente indipendenti. In ogni caso, una volta stimato il fabbisogno, lei dovrebbe essere in grado di calcolare il premio annuo da versare per coprirlo. Forse questo premio potrebbe essere tale da assorbire tutti quei 100 euro di risparmio mensile, pur tenendo conto dell’opportunità di assicurare soltanto i grandi rischi (invalidità permanente superiore al 50%).
Nonostante i costi, credo che la protezione del suo capitale umano sia del tutto prioritaria rispetto all’investimento di eventuali risparmi. Questo potrà indurla a metter da parte almeno per il momento alcune ambizioni, come quella di accumulare un capitale per i suoi figli (o una pensione per sua moglie). Ma cosa rappresenterebbero poche migliaia di euro di risparmi per dei figli rimasti prematuramente orfani? O - ancora peggio dal punto di vista economico - rimasti con un padre incapace di svolgere qualsiasi attività lavorativa?