Marco Valsania, Il Sole 24 Ore 5/5/2012, 5 maggio 2012
FACEBOOK A WALL STREET, È L’IPO DEL SECOLO
Lo «spettacolo» è assicurato: tutto è pronto per il road-show che, da lunedì, comincerà il conto alla rovescia verso uno sbarco in Borsa che dovrebbe segnare un’epoca, il collocamento del re dei social media Facebook con valutazioni vicine ai cento miliardi di dollari. Vale a dire metà di Google e due volte Hewlett-Packard. E ben pochi dubitano, tra gli investitori, che Facebook si presenterà all’appuntamento del 18 maggio a Wall Street tenendo fede alla promessa di battere ogni record nelle Ipo di società internet. L’attesa è però ugualmente spasmodica e gli interrogativi, almeno sul futuro meno immediato, pressanti: meno chiaro è se Facebook saprà dar nuovo lustro e fiducia a mercati irrequieti per le sorti dell’economia. Ancor più: se saprà vincere la sfida del modello di business, di profitti e fatturato generati da servizi e pubblicità online esorcizzando spettri di bolle speculative. Proprio il pilastro pubblicitario, scosso da polemiche sulla privacy degli utenti, è sotto osservazione degli investitori. Ai quali viene oggi chiesto di pagare multipli di 99 volte gli utili, più cari del 99% delle società nell’indice S&P 500.
Qualche cautela, da parte della stessa Facebook, è affiorata nella comunicazione alla Sec dell’iniziale “fascia” di prezzo dei 337,4 milioni di titoli da collocare: tra i 28 e i 35 dollari, pari a un valore massimo del gruppo di 96 miliardi ma sotto i 44 dollari strappati di recente sui mercati grigi e con il rischio di deludere vecchi investitori nell’azienda. Anche se non il 27enne fondatore e chief executive Mark Zuckerberg: la sua quota dovrebbe valere 18 miliardi, abbastanza per scavalcare Steve Ballmer di Microsoft nelle classifiche della ricchezza, e manterrà il controllo di Facebook con il 57% dei diritti di voto.
Ma i dubbi sono oggi scacciati da un’atmosfera degna delle grandi occasioni: le banche alla guida dell’Ipo, da Morgan Stanley e Jp Morgan e Goldman Sachs che intascheranno commissioni per oltre cento milioni, hanno incontrato ieri a New York i vertici di Facebook per un briefing di lancio del road-show in una coreografia da kermesse. Gli uffici di JP Morgan a Manhattan sono stati decorati con striscioni con il marchio Facebook. Una fetta di gloria potrebbe inoltre essere presto alla portata di tanti: i piccoli risparmiatori potrebbero spartirsi fino al 25% dei titoli collocati, facilitati da broker online quali eTrade aggiunto nelle ultime ore al novero dei sottoscrittori. Un curatissimo video preparato per il road-show sarà online sul sito iporoadshow.com.
Le cifre messe in evidenza da Facebook, a loro volta, sono impressionanti. Con 900 milioni di utenti, nell’ultimo anno la società ha macinato un miliardo di dollari di profitti e un giro d’affari da 3,7 miliardi. La capacità di tenere un simile passo sarà essenziale: per sostenere un valore di mercato di 28 dollari per azione, stando ad alcuni analisti, il fatturato dovrà crescere a 50 miliardi entro il 2021. Per giustificare una market cap da cento miliardi dovrà lievitare a 68 miliardi. Imprese non facili che tuttavia, nell’universo internet, non sembrano necessariamente miraggi, come dimostra la marcia di Google finora detentrice dell’Ipo record. Persino un cauto finanziere come Warren Buffett ha ieri affermato di non voler investire in Facebook, «i medici mi ricovererebbero», ma ha escluso bolle speculative.