Paolo Siepi, ItaliaOggi 5/5/2012, 5 maggio 2012
Periscopio – Sì, Enrico Bondi è bravo. Ma se a tagliare le spese pubbliche mettessimo l’ex allenatore della Fiorentina, Delio Rossi? Maurizio Crippa
Periscopio – Sì, Enrico Bondi è bravo. Ma se a tagliare le spese pubbliche mettessimo l’ex allenatore della Fiorentina, Delio Rossi? Maurizio Crippa. Il Foglio. Umberto Bossi si ricandida alla segreteria federale della Lega. Nessuno ha avuto da ridire, anzi, applausi a scena aperta. Qualche stupore solo da Bobo Maroni. Come re-incoronare il leader con un effetto che sia soprattutto scenografico? Con il voto di un congresso? Con le primarie. E’ più probabile il plebiscito, per alzata di medio. Mattia Feltri. La Stampa. I capi della Lega sembrano quelli dell’ultima scena del film «Le Iene» di Tarantino, quando si sparano fra di loro. Vorrei avere io un tesoriere come Belsito, quello aveva già capito tutto: l’euro va a puttane, quindi investo in oro, diamanti, Tanzania. Beppe Grillo, discorso in giro per l’Italia. Bossi, rivolto al figlio Trota ha detto: «Ti ho dato un’occasione e l’hai buttata nel cesso». E pare che Renzo abbia risposto: «Scusami papà, pensavo che fosse il Tricolore». E poi il Trota aggiunse: «Lascio il consiglio regionale lombardo senza che nessuno me l’abbia chiesto». Cioè, nello stesso modo in cui c’era entrato. Dario Vergassola. il venerdì. Maurizio Cattelan è la prova vivente che un fallito può farcela più di un mediocre, che un pigro la spunta su un ipereattivo e che un artista stupido è preferibile al presunto genio. Luca Beatrice: «Pop» Rizzoli. Indefesso: Compagni, sono obeso di lavoro. Patrizio Capuzzo: «Stupidario». «A Storà, dì qualcosa di destra» e lui un po’ autoironico e un pò partecipe fino alla commozione: «A froci»! Edmondo Berselli: «Post italiani» Mondadori. Alcuni mi hanno catalogato come giornalista di destra. E’ un bollino che non mi fa nè caldo nè freddo. Del resto mi sono reso conto di una realtà confortante: esiste un’area molto vasta di lettori capaci di apprezzare un articolo o un libro per quello che contiene e per l’onestà di chi lo scrive. Senza badare alle presunte simpatie politiche dell’autore. Giampaolo Pansa. «Tipi sinistri». Rizzoli. Gianluigi Belsito e Michele Caricola hanno girato un mediometraggio dal titolo: «A chi appartieni». E’ questa, un’espressione assai in uso nel Sud, non tanto per sapere come Dante «chi fur li maggior tui», ma chi sono i tuoi protettori, il tuo partito, il tuo pappone, la tua gang di riferimento. Per cercare il lavoro, il criterio dell’appartenenza prevale su quello della competenza. E’ questo il vero dramma del mondo del lavoro che vale 18 articoli 18. Marcello Veneziani. Il Giornale. Berlusconi ha una ricchezza smodata e le ricchezze smodate è raro che si facciano con mezzi limpidi. Manlio Cancogni. Espresso. La presentatrice del tg: “Leggerò qualche notizia. Se strizzo l’occhio, vuol dire che è una balla”. Altan: «Donne nude» Longanesi. Me ne andai dalla Rai, per la prima volta nel 1987 quando il presidente della Rai, il socialista Enrico Manca, in un’intervista ad Antonio Padellaro del Corriere della Sera attaccò il mio «Fantastico 7». Disse che non voleva spettacoli nazional-popolari, in senso negativo, come quelli di Pippo Baudo. Allora io, nella puntata finale, dichiarai: «D’ora in poi farò solo programmi regionali ed impopolari». E dovetti andare via. Pippo Baudo, presentatore tv. Oggi. Che bella, la stanchezza, la sera. Quell’addormentarsi di colpo: come se quel camminare ostinato sul Camino Inglès per Santiago de Compostela avesse rasi al suoli i pensieri inutili, e quella generale sfiducia nella vita e in Dio, che chiamiamo ansia. Era bello, essere pellegrini. Arrivare infine, una mattina presto, a Santiago, e intravedere da lontano la cattedrale, mentre altri, tanti, da altri sentieri convergevano, e ci si affiancavano, come un popolo in cammino. Le pietre della cattedrale su cui il muschio si è aggrappato, come a volerla assimilare alla terra, alla roccia. Le porte spalancate, ad accogliere chi viene da lontano. Marina Corradi. Tempi.